6. Giovanni Calvino

In questo episodio parliamo invece di un altro importante pensatore che ha, a suo modo, rivoluzionato il pensiero religioso dell’epoca e delle epoche successive. Sto parlando di Giovanni Calvino, vissuto tra il 1509 e il 1564 a Ginevra, nell’attuale Svizzera francese dove ha esercitato il proprio magistero religioso. Lui è stato un promotore della teocrazia ossia di uno stato-chiesa, ossia un governo fondato sulla religione cosa che non c’era nel pensiero di Lutero ed è per questo, sebbene calvino si fosse avvicinato al luteranesimo poi ha cambiato traiettoria.
Calvino era un promotore del Vecchio Testamento perché riteneva importante ritornare alla religiosità del Vecchio Testamento che, abbiamo già visto, essere l’unione di diversi libri della Bibbia prima dell’avvento di Gesù perché l’avvento di Gesù è narrato nel Nuovo testamento. Perché Calvino ritiene importante ritornare al pensiero religioso del Vecchio Testamento. Perché nel Vecchio testamento c’era un’idea di Dio completamente diversa rispetto all’idea che emerge nel Nuovo testamento.
Il Dio del Vecchio Testamento è un Dio assoluto, potente, sovrano e quando serve anche castigatore e l’uomo di fronte a questo Dio possente e talvolta castigatore non può nulla. può solo sottomettersi alla sua volontà come fanno i sudditi con il loro sovrano. Il Dio onnipotente e imperscrutabile aveva lasciato il posto ad un Dio amorevole e caritatevole nel Nuovo testamento con la venuta di Gesù e i suoi insegnamenti. Dunque, per Calvino il Dio a cui tornare è il Dio sovrano del Vecchio Testamento, il Dio che bisogna temere, a cui bisogna sottostare e che non si deve in alcun modo contraddire.
E qui emerge un’importante idea di Calvino che è quella della predestinazione divina ossia dell’idea che l’uomo sia predestinato e quindi abbia un destino segnato da Dio perché la salvezza è nelle mani di Dio. è Lui che decide se salvarti o dannarti. L’uomo non può nulla di fronte alla volontà di Dio, può soltanto cercare di avere fiducia in Lui e di cercare di compiacerlo attraverso il lavoro che è considerato da Calvino e dai calvinista come un dovere sacro a cui l’uomo deve adempiere. Il fatto di riuscire e avere successo nel lavoro rappresenta per i calvinisti un segno del favore di Dio della serie “sto facendo bene, Dio è con me” proprio Dio manifesta il suo favore nei confronti della singola persona donandogli benessere e prosperità e pertanto se ho successo sul lavoro è perché Dio ha voluto così, è favorevole al mio successo.
Questo estremo rigore del pensiero di Calvino ha poi generato anche dei fanatismi religiosi in diversi Paesi dove il calvinismo ha dato vita proprio ad una confessione del cristianesimo protestante specifica che spesso veniva chiamata Chiesa riformata. La radice puritana presente nell’America dei secoli successivi era in buona parte calvinista, molto rigorosa e rigida.
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A presto. Dott.ssa Laura Pirotta, psicologa clinica.
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[@lubik07]

grazie prof, molto utile e interessante

[@pedronigiuliano8743]

Ma quanto è brava !!!!! Prof. Grazie!!!!

[@LineaLenta]

Scusi in quali punti dell'Institutio si sostiene che bisogna tornare al Dio dell'Antico Testamento? Dov'è che Calvino scorge differenze tra il Dio dell'AT e quello del NT? Grazie

[@riccardocarrano5635]

ciao 3bls