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Storielle dell'assurdo con cani parlanti, ma anche classiche situation comedy tra moglie e marito. Politici e suore, gay e stranieri. E naturalmente anche carabinieri ed ebrei. Divertenti e surreali, dissacranti e scorrette, le "Barzellette" raccolte da Ascanio Celestini nel volume omonimo appena pubblicato da Einaudi non risparmiano nessuno
Come un fiume in piena l'attore le interpreta per Repubblica.it, le collega alla ricerca di Italo Calvino e Pier Paolo Pasolini, le distingue dalle storielle di Berusconi ("che non le sa raccontare"), si augura che Salvini cominci a seguire il Cavaliere ("parlano la stessa lingua"). E conclude: "Le ho pescate dalla melma che abbiamo dentro, dobbiamo guardarla per capire come siamo diventati". . .Un lavoro certosino, lungo 300 pagine, che nasce da uno studio sulla tradizione orale. Spiega l'autore: "Calvino diceva che le fiabe sono vere. Ma sono scritte, sono letteratura. Anche le barzellette sono vere, parlano di noi, ma sono storte, si tramandano a voce. Anche per questo valeva la pena di scriverle". Celestini lo ha fatto inserendole in una trama fantastica a bordo di un treno misterioso fermo in una "stazione terminale", tanto "il viaggiatore è un criceto che corre nella ruota ma alla fine sempre nella stessa gabbia". . .Intervista di Giulia Santerini .riprese Sonny Anzellotti e Alberto Mascia .montaggio Leonardo Sorregotti
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