Рет қаралды 6,402
Sanremo 2002.
Quando Valentina Giovagnini interpretò “Il Passo Silenzioso della Neve”, si capì subito che quella canzone non c’entrava nulla con il Festival e non solo con quell’edizione, ma con lo stereotipo del brano festivaliero.
Non era il solito motivetto orecchiabile ben strutturato e confezionato ad arte, per restare impresso nella testa al primo ascolto, come poteva esserlo “Doppiamente Fragili” della giovanissima Anna Tatangelo.
“Il Passo Silenzioso della Neve” ti sollevava da terra con i suoi echi di terre lontane, spalancando orizzonti celtici con la magia di una voce pulita, chiara, potente e raffinata, miscelata a un arrangiamento da film in odore di Oscar.
Pasquale Di Matteo s Valentina Giovagninitheopa.live
Insomma, un capolavoro come pochi mai presentati al Festival di Sanremo, certamente l’unico in un’edizione di canzoni senza pretese.
Valentina Giovagnini partecipava tra le nuove proposte, dove si classificò al secondo posto, per una manciata di voti, alle spalle di Anna Tatangelo, (7633, contro 7654), mentre la giuria di qualità la premiò con un paio di 9 e tutti 10, oltre al premio per il miglior arrangiamento.
Nell’assegnare il suo 10, Enrico Vanzina precisò che “…quella signorina è un’artista, 10!”.
E Valentina li meritava tutti quei 10, perché nella sua semplicità, nella suo bellissimo volto di porcellana, nei suoi capelli acconciati come la ragazza della porta accanto in un banale sabato pomeriggio, stretta nei suoi abiti di persona comune, che si muoveva sul palco a piedi nudi, con due occhi espressivi e magnetici, con il Festival sembrava proprio non avere nulla a che fare.
Il Passo Silenzioso della Neve
Eppure, in quell’edizione fu il valore aggiunto, l’unica nota per cui valga ancora la pena parlarne, la sola artista a portare un’identità fortemente diversa.
Valentina Giovagnini era nata il 6 aprile 1980, in provincia di Arezzo, una terra dove la musica è di casa, a ogni livello.
Ancora minorenne era stata notata dal produttore Davide Pinelli, sotto la cui guida, Valentina aveva raggiunto prima l’edizione autunnale del Festival di Sanremo, nel 2001, riservato esclusivamente alle nuove proposte della discografia, quindi il Festival vero e proprio nel 2002, dove presentò un brano firmato dallo stesso Pinelli e da Vincenzo Incenzo, navigato paroliere, tra gli altri, di Renato Zero, Antonello Venditti, Ornella Vanoni, Michele Zarrillo e Sergio Endrigo.
“Il Passo Silenzioso della Neve”, appunto, una canzone alla quale Valentina donò la sua anima, facendola propria, un’anima celtica, selvaggia, ma dannatamente raffinata.
Così come raffinato era l’album che uscì qualche giorno dopo il secondo posto sanremese, Creatura Nuda, in cui le sonorità celtiche, medievali, a tratti fantasy, davano vita a canzoni ricche di pathos, con testi romantici, ma anche di denuncia.
Nell’album, oltre al pezzo che dava il titolo all’album e a “Il Passo silenzioso della Neve”, spiccavano: “Senza origine” e “Mi fai vivere”.
Delle 11 tracce di Creatura Nuda, (12 se si considera la versione allemanda di “Senza Origine”), solo il pezzo sanremese era un capolavoro, ma come opera prima si trattava di un album senz’altro notevole, nonché originale, che dimostrava una personalità forte e l’identità unica della Giovagnini.
Tuttavia, dopo un disco d’esordio che gettava le premesse per una carriera davvero interessante, Valentina Giovagnini fu letteralmente abbandonata e riposta nel cassetto dei ricordi per parecchio tempo.
Forse perché lontana dal mondo musicale commerciale, o perché non malleabile come altre, sta di fatto che Valentina e il suo grande talento vennero dimenticati.
Ci si ricordò di lei solo il 3 gennaio 2009, all’indomani della sua morte, avvenuta in seguito a un tragico incidente stradale.
Perché Valentina Giovagnini non venga dimenticata, la famiglia ha dato vita a una ONLUS intitolata alla cantante, che porta avanti progetti in ambito sociale e opere di beneficenza.
L’associazione gestisce anche da alcuni anni il Premio Valentina Giovagnini, riservato ai nuovi talenti.
Valentina Giovagnini è stata una meteora della musica italiana, una delle tante scomparse dopo la settimana del Festival di Sanremo.
Tuttavia, al di là del tragico incidente che l’ha strappata da questo mondo a soli 28 anni, tra le meteore del Festival di Sanremo, quella di Valentina Giovagnini è senz’altro la più luccicante degli ultimi decenni.
Il prossimo 6 aprile, avrebbe compiuto quarant’anni e, se il destino avesse avuto un altro copione, forse Sanremo avrebbe potuto annoverare altri capolavori di questa raffinata artista della musica italiana.
=======================================================
Iscriviti al mio Canale qui / @pensieriarmonici6130
Visita il mio Sito pasqualedimatt...
Seguimi anche su Facebook / pasquale.dimatteo.737