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Dante Alighieri soggiornò nella cittadina forlivese ospite della famiglia Ordelaffi. Per questo il Comune di Forlì fa parte dei 36 Comuni che hanno aderito a “Le Vie di Dante” che vede capofila la Città metropolitana di Firenze.
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Sono molte le testimonianze del passaggio di Dante nella cittadina romagnola. A cominciare dal “Dante Alighieri” di Bernardino Boifava, conservato presso i Musei Civici di Forlì, che raffigura il poeta e, sullo sfondo, la basilica di san Mercuriale con il sanguinoso mucchio, passando per alcune targhe disseminate per il centro storico forlivese che celebrano il rapporto tra il sommo poeta e questa città.
Come ricordato, Dante fu ospite del ghibellino Scarpetta degli Ordelaffi, il quale assunse anche la guida dei guelfi bianchi fuoriusciti da Firenze nell'alleanza tra i bianchi e ghibellini. Tale alleanza fu sconfitta dai neri, guidati da un altro forlivese, Fulcieri de' Calboli, nipote di quel Ranieri messo tra gli invidiosi del Purgatorio. Il nome di Forlì compare nel XXIV Canto del Purgatorio: «Vidi messer Marchese, ch'ebbe spazio / già di bere a Forlì con men secchezza / e sì fu tal, che non sentì sazio». Questa terzina, nello specifico, si riferisce ad un membro della famiglia degli Orgogliosi, inserito tra i golosi.
Ma c'è un'altra terzina molto importante in cui compare Forlì nella Divina Commedia ed è presente nel XXVII Canto dell'Inferno. «La terra che fé già la lunga prova / e di Franceschi sanguinoso mucchio, / sotto le branche verdi si ritrova». In cui “branche verdi” è un riferimento diretto al blasone della famiglia degli Ordelaffi.
La piazza del sanguinoso mucchio è l'attuale piazza Aurelio Saffi dove sorgono, tra i vari monumenti, la residenza comunale, ex palazzo degli Ordelaffi in cui, al proprio interno, è presente un dipinto proprio sulla battaglia del primo maggio 1282, l'abbazia di san Mercuriale, una chiesa di architettura romanica in mattoni, che è uno dei simboli della città, ed il palazzo del Podestà.
Forlì compare anche nel De vulgari eloquentia, con Dante che fa riferimento al volgare parlato dai romagnoli ed alla città forlivese la quale, seppur periferica, sembra il centro di tutta la Romagna. Insomma, il sommo poeta ha voluto lasciare una traccia indelebile della sua esperienza in questa terra. E questa terra lo ricorderà nel 2021.