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Nel XXI secolo, in uno scenario reso di per sé già complesso dal cambiamento climatico in corso, l’agricoltura italiana dovrà confrontarsi con l’uso sempre più efficiente di risorse naturali intrinsecamente limitate come suolo, acqua e nutrienti minerali, cercando di soddisfare nuovi mercati e consumatori sempre più esigenti e informati. Tra gli aspetti della qualità di un alimento, quelli salutistici sono oggi molto discussi dai mezzi di comunicazione di massa: si parla di alimenti nutraceutici o funzionali. Tra le produzioni agricole nazionali le caratteristiche nutraceutiche si trovano come proprietà “naturali” in numerosi prodotti di pregio come l’olio extra vergine di oliva, la frutta e i suoi derivati, che contengono molteplici molecole biologiche riconosciute utili per la salute umana. La produzione di un alimento nutraceutico richiede tuttavia un’adeguata applicazione delle tecniche agronomiche in campo e durante tutti i processi di trasformazione. Come aumentare e conservare la concentrazione di queste molecole negli alimenti sfruttando le potenzialità genetiche delle singole specie (olivo, melo e vite), utilizzando in modo appropriato le tecniche agronomiche di coltivazione in campo e ottimizzando i processi di trasformazione e conservazione post-raccolta? Come verificare l’interesse e il gradimento del consumatore circa il valore che questi alimenti funzionali possiedono?
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