LUCANO e il poema epico Pharsalia - letteratura latina

[@teodorokatinis7558]

Buongiorno, grazie, mi piacerebbe approfondire come Lucano dipinge personaggi e natura, il suo gusto per un certo ambiente lugubre, con quali dispositivi linguistici lo fa.

[@OrnellaCacciapuotiTraversi]

Grazie per l'interesse. Lucano è atipico pensando agli altri scrittori epici. Egli non narra della grandezza di Roma o della sua ascesa, al contrario presenta la guerra civile come un evento funesto che ha portato alla decadenza della Roma repubblicana. La sua condanna è violenta anche verbalmente. C'è in lui in effetti un gusto del macabro, un compiacimento lugubre, sia nel linguaggio che nel contenuto con cui prende e stravolge l'ideale epico e il mito di Roma, basti pensare al VI libro. Nel VI libro la maga Erittone resuscita il cadavere di un soldato sul campo di battaglia, ovvero non sono i vivi come nell'Eneide a scendere negli inferi ma è la morte stessa ad ascendere. E Sesto Pompeo riceve vaticini nefasti ed oscuri, che profetizzeranno la sua sconfitta e la caduta di Roma repubblicana. Pensando allo stile, è sublime, barocco, indignato e aggressivo, l'io dell'autore è onnisciente e giudicante. Quanto ai personaggi, potremmo dire che non si salva nessuno: Cesare è l'eroe nero per eccellenza, Sesto è in declino e affetto da senilità politica e militare e Catone pur essendo positivo e incarnando la figura del saggio stoico sceglie di morire come unico atto possibile di ribellione per essere libero.

[@teodorokatinis7558]

@@OrnellaCacciapuotiTraversi grazie per la sua risposta. Mi colpisce quel 'barocco', in effetti. Lo dico da studioso della retorica e dello stile del Cinque e Seicento. Vedo, infatti, alcune analogie non solo con le atmosfere della Gerusalemme liberata, ma anche con una certa predicazione dei Gesuiti. Se è a conoscenza di studi sull'influsso di Lucano in quei secoli, mi faccia pure sapere, grazie mille. TK

[@OrnellaCacciapuotiTraversi]

Quintiliano definiva lo stile di Lucano ardens et concitatus, riferendosi probabilmente al ritmo incalzante e al pathos. Inoltre vi sono punti di contatto con le tragedie di Seneca, soprattutto nel gusto del paradosso e in uno stile che di rado conosce controllo. Si è parlato appunto di barocco o manierismo e infatti Lei ravvisa analogie con poemi e prosa di 5/600. Io so che Lucano ebbe fortuna già durante l'epoca romana e che tale fortuna perdurò per tutto il Medioevo. Successivamente Tasso trasse ispirazione, spunti e suggestioni, anche se a un certo punto, venerando il modello virgiliano, criticherà i contenuti (ma non tono e lingua) della Pharsalia. La fortuna di Lucano riprende vigore con i Romantici. Grazie per il commento e gli interessanti collegamenti.

[@teodorokatinis7558]

@@OrnellaCacciapuotiTraversigrazie mille per i suoi commenti, veramente molto interessante questa fortuna (tra l'altro lunghissima, soprattutto rispetto alla brevità della vita di questo autore 🙂). Devo dire che il fascino che esercita il libro VI è incredibile, forse perché molto moderno, almeno rispetto a certi aspetti della modernità: soprannaturale ma senza piano celeste. A proposito di Barocco, Sforza Pallavicino lo ammira nel suo trattato sullo stile e il dialogo, dunque pare che l'aggettivo barocco esprima bene un qualcosa di affine a quel gusto ...

[@OrnellaCacciapuotiTraversi]

Interessante. Molte grazie e complimenti per i suoi studi e interessi!