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Ahimè oramai i contenuti spirituali
al giorno d’oggi non sembrano più meritevoli neanche di una curiosa indagine.
Eppure dinnanzi a noi, sorge ogni giorno un sole che illumina
tanti bei racconti sulle potenzialità del nostro profondo e antico pensiero.
Il siero dello spirito sacro.
L’ ambra nei nostri miti e aneddoti
Di saggezze popolari, ricopre spesso il soffio del buon vento
Certo non è semplice dover spiegare alle masse questi concetti
Che forse andrebbero inseriti quotidianamente nel sistema
Educativo del Sentimento
Molto della nostra essenza è stata persa in maniera lenta
Nell’ arco di tanti secoli e se mai si potesse recuperare qualcosa
Il tutto andrebbe fatto lentamente.
Mente lenta!
Con un reverse audace e pulito.
Un bradipo infinito.
L’arte del non sapere ha fatto di noi dei grandi menefreghisti
Non si vive di se, ma e però; Ma (sotto licenza spiritosa)
mi baso sempre sul maestro Giorgio,
cerco come posso di non insegnare ai bambini la mia morale.
Canto o forse suono con qualche passo
La disperazione di un moralismo che lotta tra-dizione e saperi.
In quel giorno sopra quell’altopiano
Rivolsi il mio lamento con un solo
Un solo di speranza
Un sentimento di solo
Lo suonai sopra un prato di color ambra chiamato Giara
Che lo diffuse in maniera chiara verso
Un paesino di nome Assolo
Dove un essere speciale
Suona ogni giorno le corde
Di mille kitarre
dando così a quel Serra
il giusto merito di aver
Raccolto tra le dita
il bacio dei nostri arcaici
Mordenti
Sonori movimenti
Ora sento di Vasco
Ricordo,
e allora chiudo
Nel dire che questa adesso
È un’antica speranza
Suono Ambra-Chiara
Che vola in cielo.