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Nel 1946 sorgeva a Rimini il Centro sociale del Soccorso Operaio Svizzero, in aiuto alla popolazione gravemente colpita dalla guerra. Il “villaggio”, in seguito Centro educativo-italo svizzero, venne diretto per trent’anni da Margherita Zoebeli. Era stata chiamata da Zurigo nel dicembre del 1945 dal vice sindaco di Rimini Gomberto Bordoni, su consiglio di Antonio Greppi, sindaco di Milano, città dove Margherita aveva diretto asili baraccati. A Rimini, dove quasi tutto era distrutto, scuola materna e scuola elementare dovevano rinascere dalle macerie. Ma la scuola di Margherita fu una scuola “rivoluzionaria”, capace di definire nuovi contenuti pedagogici e di sperimentare tecniche didattiche innovative. “Tra le baracche del Ceis si permetteva che la fantasia dei ragazzi uscisse con facilità”, così dirà Tonino Guerra nel 1996, in una giornata dedicata alla memoria della grande educatrice svizzera. Dell’opera di Margherita Zoebeli rimane una ricca documentazione: l’Archivio personale delle carte, in parte riordinato da Carlo De Maria, e l’Archivio fotografico del Ceis, depositati presso la Biblioteca Gambalunga. La documentazione, in corso di digitalizzazione, è consultabile nel catalogo online della Biblioteca (bit.ly/2XF0H7l).
Le immagini del video sono dei fotografi Ernst Koehli, Decio Camera, Foto Moretti Film, Foto Poggi e provengono dagli album e dalle cartelle dei negativi dell’Archivio fotografico del Ceis.
La lettura è tratta dall'autobiografia di Margherita Zoebeli scritta per il volume “Una scuola una città. Il Centro educativo italo-svizzero di Rimini”, aa.vv., Marsilio, 1991. Altri riferimenti bibliografici in “Fondo CEIS - Dettagli” (bit.ly/3b95yS5).