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L'eremo di Sant'Alberto di Butrio, sorge fra primi rilievi dell'Appennino ligure, nella valle Staffora dell'Oltrepò Pavese, in provincia di Pavia, in frazione Abbadia Sant'Alberto del comune di Ponte Nizza, a 687 metri s.l.m., isolato in una chiostra di monti, tra verdi pascoli, castagni, querce e abeti.
La costruzione dell'eremo venne iniziata da Alberto di Butrio (santo di cui si hanno scarsissime notizie), forse del casato dei Malaspina, che nel 1030 andò ad abitare in solitudine nella vicina valletta del Borrione, ove tuttora vi è una piccola cappelletta a lui dedicata.
Avendo guarito miracolosamente un figlioletto muto del marchese di Casalasco (Malaspina), questi in segno di riconoscenza gli edificò una chiesa romanica dedicata alla Madonna in cui sant'Alberto ed i suoi seguaci eremiti potessero celebrare l'Ufficio divino. Costituitisi in comunità, gli eremiti edificarono il monastero di cui rimane attualmente un'ala: il cosiddetto chiostrino (XII secolo) ed il pozzo.
A capo della comunità venne eletto sant'Alberto, che rimase abate fino al 1073, anno della sua morte. Nel frattempo l'eremo, alle dirette dipendenze del Papa Gregorio VII (tramite una bolla datata 1074), era assurto a grande potenza sia spirituale che temporale. Molte erano le celle e le dipendenze dell'eremo, situate nelle attuali province di Piacenza, Pavia, Alessandria e Genova. Dopo la morte di sant'Alberto, nel 1073, l'eremo crebbe in potenza e numero di monaci. e divenne un centro spirituale di una vastissima zona.
Ospitò illustri personaggi ecclesiastici e laici tra cui il fuggiasco re d'Inghilterra Edoardo II Plantageneto che ancor prima si era nascosto nel Castello di Melazzo vicino ad Acqui Terme. Si ritiene inoltre che vi abbiano soggiornato anche Federico Barbarossa e Dante Alighieri.
I monaci seguivano la regola benedettina, secondo la riforma di Cluny o la revisione bobbiense, mantenendo tuttavia sempre viva l'antica vocazione eremitica.
Nel 1900, anno in cui avvenne la riesumazione dei resti mortali di sant'Alberto, deposti poi entro una statua di cera che si può vedere nella chiesa di Sant'Alberto, la cura dell'eremo fu affidata a don Orione, che nel 1921 ripopolò l'eremo collocandovi gli Eremiti della Divina Provvidenza: tra di essi, il più conosciuto è frate Ave Maria (al secolo Cesare Pisano), che visse nell'eremo dal 1923 al 1964 conducendo una vita di santità, preghiera e penitenza.
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Località:
Eremo di Sant'Alberto di Butrio - Ponte Nizza (Pv) - Lombardia. Italia
Riprese & Editing: © Max Taverna 2023
Colonna Sonora: Meditation di J. Massenet, al violoncello Yo-Yo Ma
Tutti i diritti audio sono riservati all'autore.
Testo da Wikipedia
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