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Gesti quotidiani come radersi con la schiuma da barba, usare il gel per capelli, il dentifricio, il rossetto e il mascara o fare uno scrub, sono una minaccia per la vita marina ed indirettamente per la salute umana.
A trasformare questi piccoli gesti in un pericolo sono le microplastiche contenute nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale.
L’industria cosmetica utilizza infatti, microplastiche come agente esfoliante o additivo in diversi prodotti.
Ciò che le multinazionali non dicono è che queste microplastiche nonostante la loro minuscola dimensione, possono avere un impatto devastante sulla salute umana e sull’ambiente.
Troppo piccole per essere filtrate dai sistemi di depurazione delle acque, queste particelle finiscono nei fiumi e si immettono negli oceani, dove vengono scambiate per cibo dai pesci e risalendo la catena alimentare, tornano a contatto con il nostro corpo.
Per frenare l’uso delle microplastiche Marevivo, Legambiente, Greenpeace, Lav, Lipu, MedShark e WWF lanciano l’appello #Faidafiltro, per chiedere al presidente del Senato Pietro Grasso ed a tutti i senatori di approvare il prima possibile la legge che mette al bando queste particelle.
Nel testo si precisa che la produzione di 300 milioni di tonnellate all’anno di plastica comporta un costo di circa 13 miliardi di euro annui in danni ambientali per gli ecosistemi marini.
Dopo gli Stati Uniti che hanno proibito la produzione di cosmetici contenenti microplastiche da luglio 2017, accanto all’Italia nella lotta a queste particelle c’è il Regno Unito.
Il governo britannico presenta una proposta di legge che vieta la microplastica nei cosmetici e che colpirà in particolare saponette da bagno, shampoo e dentifrici.
Le nuove misure saranno presentate in parlamento in gennaio e se approvate, come prevedibile, entreranno in vigore nel luglio 2018.