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L'entusiasmo per individuare "la supremazia pallonara" per nazioni, mal si adatta alla realtà del popolo brasiliano. Disuguaglianze sociali, inefficiente sistema sanitario, analfabetismo, malnutrizione, sfratto dalle favelas, distruzione delle baracche che sorgono vicino agli stadi, scontri con la polizia, morti in crolli di costruzioni eseguite in maniera superficiale e frettolosa in assenza e prive delle più elementari norme di sicurezza. Al " Mondiale dei mondiali " l'apparenza ha trionfato; tutto è stato fatto per offrire a tutti il più grandioso spettacolo del calcio calpestando però, senza alcun riguardo, i diritti di tanti. Tra l'indifferenza generale e in un clima di ambiguità. Nessuna Nazione, infatti, ha manifestato il più piccolo dubbio, ha speso una parola di conforto o speranza per quegli altri che dal mondiale brasiliano hanno ricevuto solo lacrime e dolore. Gli annali del calcio si limiteranno a ricordare la tremenda batosta dei presuntuosi, sconclusionati, arruffoni e confusionari brasiliani asfaltati in semifinale dai panzer tedeschi; i guizzi da fuoriclasse dell'astro nascente James Rodriguez e le giocate per nulla incisive di Messi, palloni d'oro a iosa col Barcellona ma mai uomo-squadra in Nazionale, restando lontano anni luce dal marziano Maradona. Gli annali ricorderanno la classe, la velocità, la grinta e i goal dell'olandese Robben; la delusione della Spagna e la figura meschina del "turco"Prandelli e i suoi impalpabili ragazzi; la soddisfazione di Klose che ha sempre fatto goal negli ultimi quattro mondiali diventando con 16 reti il miglior marcatore di tutti i tempi della storia dei Mondiali. Gli annali ricorderanno soprattutto la Germania campione del mondo 2014. Non conserveranno invece l'immagine del bambino che piange disperato, davanti a un "piatto di pallone". Questo però è il passato. È già iniziato "Russia 2018".