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Nel complesso salita bella ed impegnativa, interessante alternativa alle già note salite "classiche". La si può fare senza problemi in bici da corsa, peccato il lungo falsopiano centrale che ne altera inevitabilmente i tempi di percorrenza. La salita parte poche centinaia di metri dopo quella che porta alla Rocca di Incino. Da via Porteghetti non vi è nessun cartello ma del resto nemmeno nessun'altra strada, quindi non c'è possibilità di sbagliare. In questo punto siamo a 200mt sul livello del mare.
La salita inizia subito e, dopo un paio di tornanti si gira sul costone della montagna dalla parte opposta rispetto alla salita della Rocca, per poi addentrarsi nel cuore del Monte Grappa. Parecchi tratti ripidi, ma non impossibili, alternati da punti più leggeri che lasciano respirare, ma soprattutto la nuova asfaltatura, lascia il tempo per godersi il paesaggio che ci circonda, senza troppo preoccuparsi per le buche, ormai scomparse. Raggiungiamo un bivio, che ci farebbe proseguire a sinistra, che tra l'altro è asfaltata. Invece si prende a destra in discesa. Qui il fondo peggiora anche se perfettamente percorribile in bici da corsa senza difficoltà; avendo una MTB si potrebbe correre parecchio, mentre con la bici da corsa si è costretti a limitare la velocità e si ha la sensazione di prendere quota, mentre come si vede dal grafico la pendenza di questo tratto di strada è quasi nullo. Come finisce lo sterrato, la strada prende a salire in prossimità del bivio per il Finestron, mentre proseguendo a sinistra ci aspettano 3km davvero impegnativi che terminano in corrispondenza di un capitello; svoltando a sinistra si esce dal bosco e si pedala tra i pascoli, salendo ancora di qualche chilometro (ci aspettano ancora 2 tratti di sterrato in discreto stato) fino a congiungersi con la s.s. Cadorna circa 800 metri dopo il rifugio Forcelletto. Da qui alla cima la strada è la classica ascesa da Seren e da Caupo. L'ultimo
tratto aggira il monte Pertica attraversando per un lungo tratto (5,6 km) i pendii a sud-ovest della dorsale che porta a Cima Grappa con pendenze sul 7-8%. A quota 1620 la strada scende ancora verso il rifugio Scarpon e va a congiungersi a quota 1546, con la Cadorna per arrivare al Rifugio Bassano. Arriviamo ai meno 2km. Svolta a sinistra per l'ultimo tratto che si fa anche più impegnativo. Lungo rettilineo affiancato da pochi abeti rimasti, curva a destra, altro rettilineo, sotto a noi il paesaggio che ci guarda.
Ormai stiamo affiancando a sinistra la zona del Sacrario, costruito nel 1935 su progetto dell'architetto Giovanni Greppi e dello scultore Giannino Castiglioni. Ma sta troppo in alto e non lo vediamo. Possiamo vedere invece il bivio che sale dalle malghe, e più avanti il monumento ai partigiani, una statua in bronzo costruita nel 1974 da Augusto Murer. Anche il Rifugio del Monte Grappa è li davanti a noi, bello e imponente che sembra scrutare tutta la zona sottostante. Ma prima di arrivare al rifugio, sulla sinistra si fa notare la caserma Milano, costruita durante la guerra per alloggiarvi il personale addetto ai lavori stradali e di fortificazione del Grappa. Sembra nascondersi nella roccia, ma la sua presenza sembra valorizzare ancora di più questo luogo. Finalmente abbiamo conquistato questa stupenda vetta, e se il tempo ce lo concede, la vista è a dir poco sublime. Sembra quasi di essere in capo al mondo, e la pianura sembra perdersi all'orizzonte. E' un emozione unica che lascia il segno.