Рет қаралды 194
Anche San Potito Sannitico nel mosaico che disegna la complessa storia del Brigantaggio postunitario italiano del Mezzogiorno. Fatti accertati da sempre e rimasti nella memoria collettiva; più volte affidati alla narrazione storica insieme ad altri che caratterizzarono quasi tutto il Matese. Ora quel racconto è affidato ad un Museo del Brigantaggio, in località Torelle, allestito nell’antico cimitero comunale restaurato con i fondi di un POR (Programma Operativo Regionale) che inglobava la cappella della famiglia Sanillo vittima di un assalto brigante. Ne parliamo con il prof. Nicolino Lombardi, originario del luogo, promotore di questo spazio che l’Amministrazione comunale di San Potito guidata dal sindaco Franco Imperadore ha promosso e si appresta a consegnare alla comunità locale, ma non solo sanpotitese, essendo il Brigantaggio fenomeno dell’intera società matesina.
La particolarità di questo museo è la sua proiezione nel futuro: gli spazi espositivi, caratterizzati da pannelli che ricostruiscono le vicende del tempo attraverso testi esplicativi, il volto dei protagonisti, le scene che il Cinema vi ha dedicato, includono anche un altro spaccato storico, in perfetta successione storica e sociale con il periodo in questione: parliamo delle emigrazioni di massa di cui si resero protagoniste migliaia di famiglie in tutto il Sud Italia, incluso San Potito.