A me sconosciuta, questa melodia partenopea, anche se sembra ripresa da un incunabolo del ‘500 o da un biblico pericope, non invietisce e si presenta leggera, gradevole, avulsa da burbanza e riesce a molcere l’ascoltatore dall’animo duttile. I concetti espressi, se assimilati a fondo, debilitano il fortilizio dell’animo truce, come palesemente evoca il verso “… trasesse int’o core e putesse fa rummore pe’ chi nun vo’ sentì”. La suadente voce dell’esecutore appulcra il tutto, col suo fluire non molto dissimile dal quieto murmure del rio giocoso che sazio di neve sciolta annuncia l’arrivo della primavera. Eppure il mio animo eristico attento anche alle cianciafruscole, dopo essersi dissetato e ristorato con questa melodiosa canzuncella, riascoltando i primi versi richiede un’epesegesi riguardo a un fatto: ma come si può girare il mondo portandosi appresso un pianoforte? Mah! Comunque complimenti all’esecutore, che esegue sempre con più bravura le vecchie canzoni napoletane.
@ArcSteelmanPalma6 жыл бұрын
Grazie Peppe sei tu che mi spingi a fare sempre meglio perche ' poi sono in attesa del tuo forbito commento ....W Napoli e chi Ama le sue Canzoni
@silvioparente7605 жыл бұрын
Bravo Gianni. Complimenti. Riusciresti a farmi avere il testo con gli accordi? In rete si trova solo il testo...Grazie.
@GianniPiGreco5 жыл бұрын
Basta cliccare su Mostra Altro e poi su ibb.co/bC2XGx Grazie dell' attenzione W Napoli !