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A quale famiglia appartiene il cavallo?
La parola cavallo deriva dal tardo latino căballus, che indicava però principalmente il cavallo da fatica o castrato, invece in latino "cavallo" si dice ĕquus, da cui il nostro equitazione. L'aggettivo ippico invece deriva dal greco antico: ἵππος, híppos («cavallo»).
Biologia
A seconda dell'età e del sesso ci si può riferire ad un cavallo in vari modi, alcuni mutuati dalla lingua inglese:
• Puledro: Cavallo con meno di tre anni di vita. Spesso si tende a chiamare puledro anche un cavallo fino agli 8 anni se esso dimostra comportamenti ancora infantili. Solitamente i puledri vengono svezzati dopo cinque o sette mesi, sebbene lo svezzamento possa essere attuato senza danni psicologici anche dopo il quarto mese
• Colt: maschio di cavallo sotto i quattro anni
• Filly: femmina di cavallo sotto i quattro anni
• Giumenta: femmina adulta di cavallo
• Stallone: maschio adulto di cavallo capace di riprodursi
• Castrone: cavallo castrato di qualsiasi età
Anche i temi dell'addestramento e della tecnica di monta hanno subito un'evoluzione storica e una differenziazione locale. In funzione delle necessità di utilizzo, si sono sviluppati stili e tecniche di addestramento differenziate; alcune tecniche tradizionali sono rimaste confinate a specifiche aree geografiche (monta da lavoro maremmana, Camargue, sudamericana ecc). Una particolare monta da lavoro, la "monta western", ha assunto un grande rilievo e viene largamente praticata anche a scopi di svago e sportivi. La cosiddetta "equitazione classica" europea, sviluppata particolarmente per scopi militari, ha avuto origine dalle Scuole di Equitazione dei famosi cavallerizzi italiani, primo fra tutti Giovan Battista Pignatelli. In ambito sportivo la vera e moderna rivoluzione è stato il "Sistema di Equitazione naturale" ideato dal capitano di cavalleria italiano Federico Caprilli. Venne così chiamato dallo stesso Caprilli, che per metterlo a punto studiò e capì il modo in cui assecondare sia i movimenti del cavallo che rispettarne la sua indole generosa e collaborativa; il metodo ha tanto successo che ancora oggi i risultati migliori nell'equitazione sportiva (salto ostacoli e completo) li ottengono i cavalieri che si attengono a questi dettami.
Le diverse tecniche di addestramento condividono comunque molti punti importanti, ed è sorprendente la modernità e la profondità delle considerazioni di Senofonte, intellettuale di scuola socratica e generale greco del IV secolo a.C., autore del celeberrimo trattato Sull'equitazione (Ἱππαρχικὸς ἢ περὶ ἱππικῆς).
Le tecniche di addestramento più moderne comprendono varie correnti della cosiddetta doma gentile o "natural horsemanship", che propone un approccio etologico, basato su un rapporto più paritario tra uomo e cavallo. Questo tipo di doma ha dimostrato in alcuni casi una maggiore efficacia rispetto ai metodi tradizionali, e per quanto sia ancora spesso motivo di discussioni e scontro tra i diversi esperti, ha certamente scatenato grande interesse e cresce il numero di persone che si dedicano all'uso di queste nuove metodologie. Tra queste si possono ricordare, ad esempio, i metodi TTouch, Parelli, Join Up e l'italiano Ranch Horsemanship.
Oggi il cavallo è usato soprattutto in ambito sportivo (nelle innumerevoli discipline dell'equitazione e dell'ippica), circense, in alcune fasi della corrida spagnola, patria anche della disciplina dell'Alta Scuola. Altre nazioni, come la Francia con il Cadre Noir di Saumur e l'Austria con la Scuola di equitazione spagnola, hanno una grande tradizione di "Alta Scuola". In alcune zone rurali e laddove l'utilizzo delle moderne attrezzature meccaniche non è possibile, sopravvive l'utilizzo del cavallo come mezzo di trasporto e aiuto nel lavoro agricolo.
Un uso molto recente del cavallo, basato sia sulla fortissima carica emotiva connessa al rapporto uomo-cavallo che a peculiari aspetti psicomotori connessi all'equitazione, è la cosiddetta ippoterapia o "riabilitazione equestre", consistente nell'uso del cavallo come strumento di riabilitazione per le persone diversamente abili.
Nell'ippica questi termini possono cambiare: ad esempio, nelle corse di purosangue inglesi che si svolgono nell'arcipelago britannico sono definiti "colt" e "filly" i cavalli con meno di cinque anni di vita, anziché quattro.
Per gran parte delle competizioni sportive l'età del cavallo è calcolata come se l'animale fosse nato il 1º gennaio nell'emisfero boreale e il 1º agosto nell'emisfero australe, a prescindere dal vero giorno di nascita. Un'eccezione è l'endurance equestre, dove l'età minima del cavallo per partecipare è calcolata dall'effettivo giorno di nascita.
A seconda della razza, della cura con cui è stato mantenuto e dal modo in cui si è sviluppato, il cavallo domestico ha una vita media variabile dai 25 ai 30 anni; più raramente supera i 40 anni di vita. Il record è detenuto da Old Billy, un cavallo del XIX secolo morto all'età di 62 anni.