Buongiorno Professore, innanzitutto la ringrazio per questo video. Questo poemetto, che rivela un Pascoli molto più interessante di quello parziale che viene spesso ridotto all’ingenuo “cantore delle piccole cose”, mi ha fatto sorgere degli interrogativi di cui vorrei chiederle un parere o una risposta. Nel vischio emerge il tema della natura corrotta, della vegetazione malata, che è un tema caro ai decadenti, ma anche ai romantici. Pascoli viene inserito nel decadentismo italiano però mi pare che i decadenti sentano una sorta di compiacimento nei confronti del male e anche una sorta di inevitabile attrazione, che in Pascoli non vedo.. mi pare quasi più “leopardiano” nell’osservare il male che insidia il mondo vegetale. Forse è sbagliato il presupposto da cui parte la mia considerazione, ovvero il voler etichettare un poeta inserendolo “schematicamente” in una corrente.. espediente che viene utilizzato per semplificare lo studio, a discapito della complessità della personalità e della poetica dell’autore. Ma volevo comunque chiederle perché questo poemetto rientra nel “Pascoli decadente”. Forse perché il poeta sente in sé due anime? Come il “mostro ibrido” che la natura ha creato? Il punto è che appunto non vedo un autocompiacimento nel riconoscersi una parte di sé insidiata dal male e questa voluttà invece mi pare propria degli artisti decadenti. La ringrazio.
@FrancescoMariaToscano7 ай бұрын
Carissima, la tua domanda meriterebbe almeno una tesi di laurea tiennale! Quindi, spero tu ti possa accontentare di qualche suggestione, dando per scontato che concordo con te che è fuori luogo etichettare un poeta (come, del resto, ogni essere umano): 1) siamo proprio così sicuri che la natura corrotta e malata sia un'idea romantica? A memoria mi viene la natura come possente creatrice di illusioni in Foscolo, come fiera avversiaria dell'uomo in Leopardi (almeno nella fase del pessimismo cosmico), come organismo vivente che progredisce sempre verso forme più elevate nei vari filosofi idealisti tedeschi, ... ma dove la troviamo malata e corrotta? La vigna della casa di Renzo dopo il passaggio dei Lanzichenecchi? La tremenda notte in riva all'Adda? Non riesco proprio a trovarla. 2) è vero che ne "Il vischio" non c'è un'attrazione verso il male, ma certamente il poeta accetta come un dato di fatto inamovibile che la natura della pianta sia ormai corrotta (che poi è il suo animo devastato dai dolori di gioventù); può drammatizzare le invocazioni al vecchio albero fruttifero, ma il male è ormai lui. Inutile condannare, inutile protestare. Definire questo atteggiamento compiacimento è certamente errato, ma non ne è così distante. Restano suggestioni e sensibilità personali, che meriterebbero ben altro approfondimento e conoscenza ... Perdonami se non riesco a darti una risposta certa! Buono studio
@giovannacavion7 ай бұрын
@@FrancescoMariaToscano la ringrazio molto, anche solo per il tempo che ha dedicato al mio commento. In merito alla sua prima considerazione, ha ragione, di getto mi son venuti in mente “il giardino del dolore” e “la vigna di Renzo” o comunque una natura inquietante che si fa soggetto, ma non son certo elementi sufficienti a fare della natura corrotta un tema romantico (anzi, mi sento di dire che non è possibile proprio dare un'interpretazione univoca della natura romantica..viste e considerate sia la grande varietà del movimento romantico, sia la soggettività e la libertà di espressione come elementi basilari del movimento). Per quanto riguarda invece la sua seconda osservazione invece, sì, concordo che la risposta più probabile sta proprio nell’insensatezza di porre troppi paletti per etichettare un autore o una sua opera. È anche il fascino di questa materia, che si può studiare ponendosi sempre delle domande che, se anche non trovano risposta esatta, ci allenano a sguazzare nella complessità in cui siamo quotidianamente immersi. Ancora grazie della sua risposta.