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Lo spettacolo nasce dalla volontà di voler ricordare e celebrare una giovane donna della Compagnia, Martina, morta prematuramente a causa di una brutta malattia.
Qual è l’importanza di ricordare? Quale valore attribuiamo alla memoria?
Può il ricordo attenuare il dolore di una morte?
Non tutte le persone ricordano alla stessa maniera: c’è chi di un episodio rammenterà una parola, un discorso; chi un gesto, un viso o una voce.
Quello che è certo è che ricordiamo per non dimenticare le emozioni già vissute: ricordare è la possibilità che abbiamo, nel presente, di rivivere il passato, di non lasciare che un dolore, o un amore, sia stato vano.
Anche chi non è più qui con noi, chi non è più “nostro”, deve poter rimanere almeno nella nostra memoria, perché ciò che siamo, ciò che diventeremo, è frutto di qualcuno che ha lasciato una traccia indelebile sulla tela della nostra vita.
Per questo, “…pennellate di RICORDI” è il ripassare il contorno di un’ombra, delineando quello che credevamo già sbiadito: un’ombra che nasconde dietro di sé la luce che la crea, il cuore di Martina che ancora batte nel profondo del nostro animo, ma che non possiamo veramente vedere sino a quando non ci portiamo “al di là del telo”…al di là del limite, della barriera, dell’oltre…lì, dove teniamo nascoste le nostre emozioni e i sentimenti più reconditi…lì, negli abissi del nostro IO.
Ed è proprio lì che ritroviamo la sua immagine più autentica, di cui riusciamo a cogliere tutte le sfaccettature: la determinazione, il coraggio, la diffidenza, l’ironia, l’allegria…proprio come se fossero delle “pennellate”.
Questa rappresentazione, alla fine, non vuole essere altro che il ritratto di una DONNA, emblema di tutte le donne, che è rimasta sopraffatta da un destino tragico, ma che oggi, grazie al ricordo delle persone che l’hanno amata, rinasce sul palco.