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G.Rossini, IL TURCO IN ITALIA, "Perché mai, se son tradito"
LUCIO LUPOLI, tenore
GIULIANO CARELLA, direttore
Orchestre de l'Opéra de Nancy et de Lorraine
(Opéra de Nancy, 4 febbraio 1992)
Composta nel 1814 da Gioachino Rossini (1792-1868), l’opera “IL TURCO IN ITALIA” fu accolta piuttosto freddamente, soffrendo il paragone con “L'italiana in Algeri” (1813), con la quale condivideva il gusto della ‘turcheria’. Oggi è uno dei melodrammi più eseguiti del compositore pesarese, grazie anche agli allestimenti riproposti con la prestigiosa presenza di Maria Callas a Roma e alla Scala di Milano fra il 1950 e il 1954. Rappresenta le disavventure di Selim, un principe turco bramoso di scoprire nuovi piaceri in Italia, che nei pressi di Napoli s’imbatte nella volubile Fiorilla, di cui si invaghisce: ne consegue una serie di scontri ed incontri, di cui Prosdocimo, poeta in cerca di ispirazione per la sua nuova commedia, sarà spettatore, commentatore e istigatore. DON NARCISO, uno degli amanti di Fiorilla, gelosissimo della donna, alla quale rinfaccia di continuo l’infedeltà (“PERCHE’ MAI, SE SON TRADITO”, cavatina atto primo), viene a sapere che Selim vuole rapirla ad una festa mascherata e decide di travestirsi da Selim in modo da poter egli stesso rapire Fiorilla. Al momento della riconciliazione generale, Prosdocimo, soddisfatto per la conclusione dell’intreccio, si augura che anche il pubblico apprezzi il lieto fine.