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Se ogni città ha un cuore, un centro vitale, questo per Pisa non è piazza dei Miracoli, ma è l’Arno, il fiume che l’attraversa.
Le arterie che fanno di Pisa un essere a suo modo vivente sono i lungarni .
I lungarni partono dal ponte della Cittadella, verso il mare, e arrivano fino al viale dell Piagge da un lato, lato nord, e dall’altro ad un argine che separa il letto del fiume dalle case.
Sono collegati da cinque ponti (della Cittadella, Solferino, di Mezzo, della Fortezza e della Vittoria) e su di essi si affacciano moltissimi palazzi antichi che lasciano intravedere i resti di antiche case torri, ma anche alcuni palazzi moderni costruiti laddove la guerra e i bombardamenti avevano lasciati dei buchi nel tessuto urbano che racchiude i lungarni.
Ma soprattutto ci sono le sensazioni, il venticello serale primaverile che accompagna il sole che cala all’orizzonte mentre cammini verso il mare quando le giornate si sono oramai allungate, i colori del tramonto nelle belle giornate estive, le luci della sera e della notte soprattutto durante l’afa di luglio e agosto, ma anche la piena dell’Arno e l’impeto dell’acqua che arriva quasi ai bordi delle spallette, il vento gelido d’inverno, e ancora il fresco del viale delle Piagge pieno di persone che passeggiano e conversano, corrono adornate da una serie di apparecchi tecnologici. E soprattutto l’immagine, la visione di una sorta di scenario continuo che si duplica nello specchio del fiume, percepibile se per un attimo abbandoni i pensieri quotidiani e lasci che la mente sia occupata da queste sensazioni visive.