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Primo Levi pubblicò "Se questo è un uomo" nel 1947 con la casa editrice De Silva, dopo essere stato rifiutato dalla casa editrice Einaudi. Solo nel 1958 Levi pubblicherà il romanzo con Einaudi.
"Se questo è un uomo" racconta un anno circa di prigionia di Primo Levi all'interno del campo di concentramento Bona-Monowitz, una sorta di filiale del complesso di Auschwitz. Primo Levi testimonia così sia la tragedia dei campi di sterminio nazisti sia l'inumana vita condotta nei lager. L'autore deve la sua sopravvivenza alla fortuna di aver potuto svolgere, all'interno del campo, il mestiere di chimico, essendosi così potuto sottrarre ai lavori più duri e debilitanti a cui invece erano costretti i prigionieri comuni.
"Se questo è un uomo" si apre con una poesia, seguita da una prefazione, ed è costituito da 17 capitoli, ciascuno dei quali dedicato ad un argomento o ad un tema specifico. La narrazione dunque non è cronologica, ma si sviluppa come una sequenza di vicende suddivise per argomento.
La poesia posta in apertura dell'opera, intitolata "Shemà", si rivolge direttamente al lettore ed è un forte monito a ricordare e a non dimenticare, pena la condanna divina, la tragedia della Shoah. Il lettore è chiamato a porre attenzione a ciò che legge e a fissare nella memoria l'agghiacciante testimonianza dello sterminio del popolo ebraico nei campi di concentramento nazisti. I versi sottolineano uno degli obiettivi dell'intera opera, ossia la memoria, il valore della testimonianza, lo sforzo di non dimenticare mia ciò che è accaduto:
Meditate che questo è stato
vi comando queste parole.
La poesia invita il lettore a riflettere anche sulla perdita dell'essenza umana a cui è sottoposto il prigioniero del lager, evidenziando la differenza tra chi ha vissuto la tragedia della Shoah e chi, invece, al sicuro nella propria casa, rischia di dimenticare o ignorare quanto è accaduto:
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
La prefazione di "Se questo è un uomo" espone le ragioni profonde alla base dell'opera, scritta da Primo Levi di getto, per rispondere al suo bisogno di testimoniare e condividere quanto vissuto. La stesura del libro, dunque, ha rappresentato per Levi una liberazione interiore.
Primo Levi non vuole condannare nessuno né sconvolgere il lettore descrivendo le atrocità del lager. Il suo obiettivo, invece, è quello di fornire una sorta di documento sull'animale uomo all'interno di un campo di concentramento, equiparato dall'autore ad una sorta di gigantesco ed irripetibile esperimento. Pertanto, il campo di concentramento rappresenta una fonte di sapere sugli uomini e sul mondo.
Primo Levi guarda il mondo del Lager con lo sguardo dello scienziato. Ne studia infatti la società dei prigionieri, le regole che la sorreggono, i ruoli sociali che la costituiscono. Primo Levi è attento alla psicologia e alle dinamiche di gruppo che sorgono tra i detenuti.
La lingua dell'opera è innestata su quella di Dante e Manzoni; e rende il libro un classico della letteratura italiana.
"Se questo è un uomo" è denso di riferimenti intertestuali all'Inferno di Dante, giustificati dal fatto che il Lager si presenti come una sorta di Inferno da cui si teme di non fare più ritorno.
L'opera ha un'enorme valore testimoniale, ma permette anche di conoscere meglio gli abissi dell'animo umano e il suo valore non si limita alla descrizione del lager, in quanto il libro riguarda l'intero mondo della condizione e della natura umane.
Per Primo Levi, infatti, l'odio razziale è istintivamente insito in ogni essere umano e può esplodere in qualunque momento. Quando l'odio verso il diverso prende il sopravvento e il razzismo diventa un dogma, allora nasce il campo di concentramento, che è appunto il prodotto di una concezione razzista del mondo portata alle sue estreme conseguenze con rigorosa coerenza.
"Se questo è un uomo" rappresenta una delle più importanti testimonianze sull'eccidio nazista ed offre al lettore un'esperienza intensa attraverso cui scoprire gli abissi più oscuri della natura umana.
(Letteratura Italiana - Patrick Cherif ©)