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“L’enigma della Coscienza e della relazione mente-cervello-realtà. Implicazioni scientifiche ed epistemologiche della fenomenologia della coscienza tra stati ordinari, esperienze di premorte (NDE) e altre espressioni non ordinarie della mente”
Le esperienze di premorte (Near-Death Experiences, NDEs) sono definite come il ricordo di impressioni verificatesi in condizioni critiche con perdita di coscienza, comprendenti elementi quali l’esperienza di uscita dal corpo, la visione di un tunnel con o senza una luce al fondo, di parenti deceduti, l’incontro con entità superiori e una revisione della propria vita in un clima di profonda serenità e benessere. L’aspetto più critico e imbarazzante è il loro contenuto trascendente, che la cultura dominante tende a priori a considerare come fenomeno allucinatorio, mera espressione di un disordine cerebrale organico.
Sono oggi disponibili diverse interpretazioni scientifiche, comprendenti: a) Ischemia retinica concentrica come trigger della visione del tunnel; b) alterazioni elettrolitiche intracellulari; c) liberazione di oppioidi endogeni; d) delirium; e) relazione con i recettori per gli allucinogeni; f) epilessia del lobo temporale; g) alterazioni della giunzione temporo-parietale destra; h) attività cerebrale residua durante arresto cardiaco; i) intrusioni di sonno REM; l) aspettative dell’aldilà. Tuttavia tutte queste interpretazioni rimangono ancora ipotesi senza alcuna dimostrazione, mentre alcune di esse sono confutabili sulla base di altri fatti noti; inoltre la loro fenomenologia è del tutto diversa a quella del delirium osservabile in terapia intensiva. Singoli casi rigorosamente documentati nella letteratura scientifica internazionale hanno infine dimostrato la possibilità di percepire correttamente i fatti accaduti nella sala di rianimazione durante l’arresto cardiaco nell’ambito di un’esperienza di uscita dal corpo.
Un ampio corpo filosofico e letterario contempla fin dall’antichità il momento del trapasso e il periodo immediatamente successivo con alcuni elementi che ricordano quelli oggi ben descritti nella letteratura scientifica sulle NDE, dal Libro dei Morti egiziano, al Bardo Throtol (il Libro Tibetano dei morti) al mito di Er di Platone (Repubblica X, 614-621), mentre cenni sulla visione della luce o sulla revisione della propria vita si trovano nella letteratura da Omero, a Dickens fino a Milan Kundera.
Le NDE costituiscono dunque un argomento complesso quanto affascinante, ancora tutt’altro che compreso e dotato di profonde implicazioni epistemologiche; la loro fenomenologia infatti sfida le attuali conoscenze scientifiche sulla fisiologia del cervello e della mente, ponendo nuovi quesiti sulla natura, sulla fisiologia e sulla fisiopatologia della coscienza e della psiche, sull’ancora misteriosa relazione mente-cervello e sulla relazione mente-realtà.