Io posso capire lingue come lo spagnolo che non hanno differenza tra le vocali medio-basse e medio-alte e dove tali vocali tendono ad essere piú chiuse e allora va l'accento acuto dei suoni chiusi su tutte le vocali perfino sulla per semplificare perché essa è "in minoranza". Ma in italiano già che (1) abbiamo questa differenza tra le E e le O aperte e chiuse e già che (2) disponiamo di 2 segni grafici di accento, allora conviene usarli con un senso logico! Mi riferisco in particolare alla e alla . Questo è già è previsto dalla nostra lingua, che però consente di scrivere ed indifferentemente con accento acuto o grave dato che è irrilevante poi nella pronuncia essendo intrinsecamente chiuse. Irrilevante ma comunque un pasticcio, infatti se un italiano si presume debba sapere quando usare e quando regolandosi in base alla pronuncia aperta o chiusa avvertirà intuitivamente anche che ed sono chiuse e non dovrebbe avere problemi, mentre così diventa quasi scollegato dalla pronuncia e poco intuitivo. Il punto è che a scuola non ci veniva corretto nemmeno la e scritta sbagliata , quindi il motivo è l'ignoranza. Poi la grafia spesso tende a cristallizzarsi e quindi non creare una convenzione chiara in merito fin da subito è stato un errore. Le tastiere dei PC non hanno aiutato facendo così prevalere ed a discapito di ed che richiedono alt 0237 e alt 0250 (maiuscole alt 0205 e alt 0218) Ora però coi telefonini è ritornato facile usare ed , quindi suggerisco di usarli! I libri delle case editrici piú prestigiose scrivono già così í ed ú quindi non sto inventando niente di nuovo.. Vedere proporre la , la vocale più aperta che c'è, con l'accentazione acuta per l'italiano è davvero blasfemo.
@intraviste82193 жыл бұрын
Bravissimo Davide, hai fatto un ottimo lavoro! Grazie!
@LeMMe_TeaCh_Ya2 жыл бұрын
La scelta di usare l'accento acuto su e è anche, da tempo, di Luciano Canepari. Io non simpatizzo personalmente per questa scelta, ma sappiamo benissimo come, quando si parla di convenzioni, qualsiasi simpatia o antipatia lasci il tempo che trova 🙂 Grazie per la relazione
@dariodipersia3 жыл бұрын
Grazie. La naturale cura del dettaglio che ti appartiene mi fa trasecolare.
@1984-k7j3 жыл бұрын
chiaro, conciso, bellico. Complimenti!
@Οὖτις3 жыл бұрын
Io uso l'accento acuto solo sulle «i» e sulle «u» (oltre che sulle «e» quando necessario, come in «perché»), ma uso anche l'accento circonflesso per discriminare meglio le parole e per il fatto che, effettivamente, ci sono due «i» nel plurale di certi termini: principî (plurale di «principio»), varî (plurale di «vario», non di «varo») demonî (plurale di «demònio», non di «dèmone»), assassinî (plurale di «assassinio», non di «assassino») ecc. Comunque, se non erro, la «j» si è usata fino a non molto tempo fa: Pirandello scrive «bujo», ad esempio.
@robertodefilippis90423 жыл бұрын
Infatti gli accenti acuti sulla i e la u essendo suoni chiusi sono la cosa piú logica e semplice e già prevista dalla grammatica solo che sono caduti in disuso nella scrittura comune, perché a scuola non segnano come errore neanche perchè figurarsi le i e le u che non sono ambigue perché intrinsecamente chiuse. Complici anche i PC per cui ci vuole il codice alt + sequenza numerica per scriverli ma paradossalmente col telefono è ritornato facile usare í ed ú 😉😉 quindi usiamoli.. Sull'accento circonflesso sarebbe un dippiú, male non farebbe aggiungerlo, io per esempio non lo aggiungerei ma non ci trovo niente di strano in chi lo usa, anche se si capisce dal contesto... però non si pronunciano le due i, è una contrazione, giusto?
@StellaMarina013 жыл бұрын
Trovo l'idea dell' autore molto intelligente, specie per quanto riguarda l' accento e anche di facile utilizzo. È un' idea che avevo nella testa già da un po' di tempo e fa piacere che qualcuno l'abbia pensata. Credo sia un attimino più complicata la distinzione delle vocali aperte e quelle chiuse, almeno inizialmente, farei un casino inimmaginabile ma in sé per sé la trovo un' idea valida. Non credo che sia sbagliato scrivere in dizione anche perché renderebbe l' italiano molto più semplice da imparare in quanto viene proposto un modello unico e definito specie per gli stranieri. Per quanto mi piaccia sentir parlare in dizione (e mi piace saperne alcune regole) so che se dovessi parlare in dizione impazzirei, perché ne sarei così ossessionata da ripetere una parola innumerevoli volte fino a che non sarei sicura di dirla perfettamente e ciò mi creerebbe un grosso problema.
@Daniele-Manno3 жыл бұрын
Aggiungici che per alcune parole più forme sono valide... O addirittura la dizione stessa è controversa.
@massimorusi23953 жыл бұрын
Grazie Davide, sei stato puntuale e chiaro come sempre
@jovike72033 жыл бұрын
Io condivido totalmente l idea di una riforma ortografica sul modello spagnolo per quanto riguarda gli accenti, perché allo stato attuale è davvero complicato per gli stranieri. Per lo stesso motivo sono d accordo anche a qualche segno sulla consonante che non rispetti la norma di pronuncia, com è il caso di glicine, o la Z per cui ora usiamo lo stesso segno per sorda e sonora. Però non userei i segni che metti tu nel video, perché nell alfabeto fonetico internazionale corrispondono ai suoni SH e ZH ( o j francese) e creerebbero confusione. Ok anche per segni diversi come J- W per le semivocali i - u . Decisamente no invece per differenziare E - O aperte o chiuse. Il problema è che non ci sono regole precise e ben pochi italiani le pronunciano tutte secondo dizione. Dovremo rialfabetizzarci tutti! A parte certi contesti, trovo perfino fastidioso che si pretenda una pronuncia esatta, perché c’è anche chi ovvia al problema pronunciandole a un livello intermedio ne troppo chiuse ne troppo aperte. Lo Spagnolo permette certe variabili di pronuncia , e questo è proprio il caso in cui dovrebbe lasciare una certa libertà anche l Italiano.
@Kurremkarmerruk13 жыл бұрын
Purtroppo o per fortuna, secondo i gusti, l'italiano non è il castigliano, e nel primo la distinzione delle o e delle e in aperte e chiuse è fonematica, tanto quanto la distinzione in sorde e sonore delle esse e delle zeta. Anzi, quella distinzione à valore fonematico enormemente piú spesso di questa.
@jovike72033 жыл бұрын
@@Kurremkarmerruk1 Non sono d accordo. Solo in parte dell Italia Centrale E ed O vengono pronunciate secondo dizione dalla maggioranza. Ripeto, mancano le regole e nei casi in cui ci sono abbondano però le irregolarità ed è troppo difficile insegnarle: non basta un anno di studio! È impossibile alfabetizzare gli Italiani su queste differenze, oltretutto si discriminerebbero le regioni non centrali. Poi ricordiamo anche che molti pronunciano E e O mediane, ne chiuse ne aperte, e riescono a risultare sufficientemente neutri senza quella sensazione di falso che trasmette chi accentua le differenze pur proveniendo da regioni periferiche.
@edoardobracciotti9594 Жыл бұрын
Ciao, ho scoperto solo adesso il tuo canale e con molto piacere! Benché io mi sia molto appassionato alla linguistica negli ultimi tempi, questo lobro mi era proprio sfuggito, spero di riuscire presto a leggerlo! Un piccolo appunto che non vuole essere una critica, tutt'altro: lo faccio solo perché ho notato la cura che metti nella dizione, che è cosa da pochi e molto apprezzabile. Credo che, proveniendo da "licēre", lecito si pronunci lécito e non lècito (parola che, riporta la treccani, indica un particolare tipo vaso greco antico). Magari comunque oggi sono accettate entrambe le pronunce, non saprei dire.
@askadia3 жыл бұрын
Bisogna vedere quanto sarebbe il costo economico in primis, ma anche la retro-compatibilità di una tale riforma. Sarebbe facile convertire 'ch' in 'k' (e.g., perké), ma sarei comunque forzato ad imparare la combinazione 'ch' per leggere un autore del passato. Col risultato poi di studiare o insegnare sempre due distinte ortografie. Poco male: alcuni popoli hanno cambiato addirittura sistema di scrittura.
@motrapler3 жыл бұрын
Ottima considerazione, dal mio punto di vista. Conosci l'economia linguistica? Potrebbe interessarti
@askadia3 жыл бұрын
@@motrapler No, non conosco, ma sarei interessato. Mi consigli qualche sito, pdf, o altro materiale (possibilmente online e gratuito)?
@lilheggy3 жыл бұрын
Grande Davide, sono sempre contento quando vedo ragazzi come me appassionati alla fonetica e che hanno come obiettivo la corretta dizione. Io ad esempio porto delle letture sul canale per esercitarmi e migliorare sempre più. Ti segnalo solo la pronuncia chiusa di “lécito” perché con la e aperta come l’ hai pronunciata tu “lècito” la parola assume il significato di “vaso greco” (dannati allofoni😤). Complimenti per il canale. Continua così ❤️
@davidecarretta49583 жыл бұрын
Grazie mille per la segnalazione! Me ne ero accorto riguardando, ma non ho voluto rifare tutto😂😂😂 Grazie anche per le belle parole!
@Kurremkarmerruk13 жыл бұрын
@@davidecarretta4958 Non bisognerà ch’io aggiunga la correzione di «rièntra», súbito pria di «lècito». Piuttosto guàrdati, per carità!, dal vomitevole abuso del costrutto in 8:50: _«andare a» + verbo x_ per dir semplicemente _x_ .
@davidecarretta49583 жыл бұрын
@@Kurremkarmerruk1 marchiano! Grazie per la segnalazione!
@Kurremkarmerruk12 жыл бұрын
Ah, però l'allofonia non c'entra, HEGGY: [ɛ] ed [e] son fonemi distinti, com'ài dimostrato proprio qui.
@robertodefilippis90423 жыл бұрын
Anch'io ho avuto la mia fase in cui volevo scrivere il dialetto napoletano con la j al posto della i semiconsonantica.. e altre varie soluzioni "iper fonetiche" se mi si passa il termine quindi scrivevo cjelo (cielo) poi mi sono reso conto che era una complicazione un po' inutile e questo vale anche per l'italiano. Secondo me è una cosa tanto tanto ingenua... Sí, ammetto che sono un po' prevenuto verso questo libro :) ma so anche che bisogna sempre ascoltare e leggere "la fonte diretta" prima di commentare... anche solo per confutare xD.. quindi se me lo regalassero lo leggerei ma se dovessi comprarlo apposta con tutti i mille libri che ho in wishlist ancora da acquistare allora no.. no tengo dinero, purtroppo 😂
@pesto96723 жыл бұрын
Bellissimo video e molto interessante come sempre!
@JacopoDani3 жыл бұрын
Non mi dispiacerebbe ma è molto difficile cambiare l'uso comune. Mi piacerebbe molto però che fosse d'uso almeno come accompagnamento per i nomi, trappole assolute degli accenti spostati.
@Kurremkarmerruk13 жыл бұрын
Qui rimane esclusa una questione di primo rilievo: il raddoppiamento fonosintattico. Il Mainardi non à una proposta per denotarlo? In un sistema grafico che si proponga una maggior aderenza all’ortoepia, tanto da segnalar la differenza tra [j] ed [i], la trascuratezza del raddoppiamento fonosintattico sarebbe una lacuna assai grave. Pel resto, personalmente approvo sia il principio sia gran parte delle scelte particolari. Mi procurerò il libro.
@michelegiordano95973 жыл бұрын
Complimenti Davide
@Icelandologist3 жыл бұрын
Ottimo punto di riflessione. Ho apprezzato davvero tanto questo video. Mi ero già convinto quando me ne aveva parlato un amico, ma ora che ho visto questa tua presentazione devo assolutamente leggerlo :)
@mariofarina76003 жыл бұрын
Una cosa che ho pensato è che tante volte le differenze tra le varietà di italiano regionale creano una simpatia tra i parlanti (basti pensare ai vari sketch scritti a partire da caratteristiche divertenti degli accenti) che mi spiacerebbe veder sparire per lasciar posto soltanto all’uso di italiano standard e di dialetto
@miticogabry683 жыл бұрын
Interessante, molto. Mi ha sempre affascinato il giusto abbinamento tra suono e segno grafico appropriato. In Esperanto ad esempio, vi sono 28 lettere per 28 suoni: ad ogni lettera corrisponde un suono e ad ogni suono corrisponde una lettera; per esempio, i suoni "j" e "ŭ" sono chiamati "semivocali", sono deboli, non vi cade l'accento e precedono una vocale: in italiano avremmo "ajuto" invece di "aiuto" e "laŭto" (come in "lauto" pasto), invece di "lauto". Un secolo fa, in lingua italiana, i nostri poeti e letterati scrivevano i plurali delle parole maschili terminanti in "-io" così: "-j" (o talvolta "-ii"), come in "divario"="divarj", ma anche nella parola Savoja, jella, jena, jota, juta, fidejussione... :-))
@davidecarretta49583 жыл бұрын
Quanto ai plurali delle forme in -io, talora si usa l’accento circonflesso. Ci sono regole ben precise, il che porta le cose a complicarsi leggermente, però c’è chi continua a usarlo (come il sottoscritto; ho notato che anche nella Treccani si fa). La scrittura è affascinante, chissà cosa se ne farà nel futuro!
@miticogabry683 жыл бұрын
@@davidecarretta4958 esatto, sarei curioso anch'io, poichè le lingue vive si modificano sempre nel tempo. Dell'italiano sono affascinato che a distanza di settecento anni possiamo ancora leggere Dante, Petrarca e Boccaccio, mentre un inglese moderno non può leggere affatto facilmente l'anglosassone o l'inglese antico dei secoli medievali... ;-)
@JacopoDani3 жыл бұрын
a 6:12 un inserimento commerciale inaspettato
@AntonioColussi3 жыл бұрын
Queste sono le criticità di questa proposta che ho rilevato dal tuo video: a parte il dover ridisegnare la tastiera del computer e studiare il design delle nuove lettere in corsivo, se venisse migliorato l'insegnamento della pronuncia della lingua italiana (e conseguente grafia), si andrebbero a perdere i dialetti, in quanto questi non vengono studiati affatto.
@calendula953 жыл бұрын
Davide, mi sembra che pure la tua dizione sia migliorata nel tempo (o, per lo meno, da quando seguo il canale personalmente). Quindi scoccia se chiedo quale metodo hai seguito? Corsi, libri, e simili intendo. Tra i buoni propositi del 2020 mi ero posto di fare un corso di dizione; avevo trovato un corso serale che poi è stato soppresso vista la pandemia, quindi ad oggi sono ancora un po' spaesato sul come muovermi al riguardo
@davidecarretta49583 жыл бұрын
Non ho mai seguito corsi, ho solo fatto letture ed ascoltato doppiatori
@iulian19383 жыл бұрын
non c’entra nulla ma cosa ne pensi del dialetto talian presente in sudamerica?? farai mai un video a riguardo?
@un_antropologo_nel_cassetto3 жыл бұрын
Addio tastiera qwerty
@StellaMarina013 жыл бұрын
La tastiera IPA conquisterà il mondo
@andreapalano60583 жыл бұрын
Non sarebbe meglio applicare questa teoria all'Inglese ?
@robertodefilippis90423 жыл бұрын
🔝😂
@TheDylan-iato3 жыл бұрын
In tedesco c'è, ad esempio, periodicamente la riforma della Rechtschreibung. Molte parole, anche nel corso degli ultimi decenni, sono state modificate e molte lettere come la ß hanno perso di uso a vantaggio della doppia esse. A dimostrazione che le lingue sono nate per evolversi. Ottimo spunto.
@enricomorano28163 жыл бұрын
Ti ho scritto su Facebook
@diegoberaldin78882 жыл бұрын
L'italiano è una lingua che è stata creata in parte a tavolino ed imposta a forza (e con metodi repressivi) per ragioni politiche in regioni dove non veniva parlata. Il fatto che siano sopravvissuti accenti e varianti regionali è il minimo, sono le ferite sanguinanti delle lingue e delle culture che sono state cancellate. Per par condicio, l'italiano stesso e la cultura "italiana" ora sono destinati a essere cancellati a loro volta, dato che gli equilibri di potere internazionali sono cambiati. Ed è un bene che sia così, nelle scuole si insegneranno più inglese, più matematica e più informatica, meno lingua e letteratura italiana che non servono a nulla nel mondo del lavoro.
@Daniele_Manno2 жыл бұрын
Lingua e letteratura italiana sono stimate, amate e studiate in tutto il mondo. Se "non servono nel mondo del lavoro" è solo a causa della spaventosa cecità, ignoranza e servilismo culturale quale diffusissimo malcostume tutto italiano. Una piaga dolorosissima e certo non da accantonare con tanta permissiva, cinica e disfattista superficialità.
@andreastella14093 жыл бұрын
Video molto interessante! L'italiano avrebbe bisogno di cambiamenti razionali e semplici
@davide123973 жыл бұрын
La ʃ nell'ipa rappresenta la fricativa postalveolare sorda, si confonderebbe.
@aracnide1627 ай бұрын
Be' diciamo che anche la z rappresenta un suono differente nell'AFI rispetto all'italiano
@pierluigianzini85443 жыл бұрын
Non concordo con questa proposta, per diversi motivi. Innanzitutto l'italiano standard probabilmente si parla solo al telegiornale e talvolta neanche lì. Il toscano odierno non è italiano standard, forse lo era nel 1300 ma non oggi, la gorgia toscana fa sì che la pronuncia di molte consonanti non sia affatto italiano standard. Così il dato di fatto oggettivo è che esistono molti accenti regionali differenti e tutti questi sono legittimi. Non sto parlando di dialetti, ma della diversa pronuncia principalmente delle vocali E e O (aperte o chiuse) e altre differenze minori. Introdurre segni diversi dai 26 caratteri dell'alfabeto latino standard aumentandone il numero sarebbe molto problematico, pensate alle tastiere dei computer, sarebbe una rivoluzione in tutti i sensi e difficilmente attuabile all'atto pratico, e gli stranieri poi non capirebbero più nulla. Sarebbe anche inutile perché quasi tutti continuerebbero a pronunciarle come di consueto. Idem per accenti acuti alla spagnola. Attualmente ne usiamo solo uno: la "é" di "perché", che poi viene letta come "è" in molte regioni italiane. Nessuna lingua naturale è completamente trasparente, anche l'italiano non lo è: le lettere C e G possono essere dure o dolci, la S può essere sorda o sonora, la Z pure. Non siamo ai livelli di francese e inglese ma quasi. L'alfabeto cirillico nacque proprio per standardizzare le lingue slave al fine di avere la corrispondenza 1 lettera = 1 suono, ma anche nel russo odierno, dopo alcuni secoli, spesso i suoni cambiano o vengono omessi. Ogni lingua è in evoluzione e le pronunce delle parole evolvono mentre le grafie rimangono tali, e non c'è più corrispondenza. Se si vorrà fare una riforma dell'italiano scritto per renderlo più "trasparente", a mio modesto avviso sarebbe meglio concentrarsi non tanto sulle E e O aperte o chiuse che ripeto ognuno le pronuncerebbe sempre alla sua maniera, ma cercando di ricondurre le consonanti se possibile all'assunto 1 lettera = 1 suono, e usando le attuali 26 lettere standard. Difficile ma non impossibile. Una proposta alternativa per amore di discussione? OK, concentriamoci sulle consonanti e standardizziamone i suoni: potremmo mantenere la C sempre dolce e usare la K al posto della C dura. CAO (ciao - non servirà più mettere la "i", con buona pace dei problemi legati alla presenza o meno di questa lettera nei plurali), KANE (cane); la G sempre dura (GATTO, GIRO = ghiro), e la J come g dolce (JELATO, JOVANE e JIRO = giro). La Q non servirebbe quasi più: KUADRO, KUORE, unica eccezione QUI per distinguerlo da KUI (cui). La S sempre sorda (SASSO), la Z al posto della S sonora (ROZA). E la Z sorda e sonora? Se ci pensiamo la Z sorda non è un suono solo ma due: TS (T+S sorda), così come la Z sonora: DZ (D+S sonora, da sostituire con Z, quindi DZ). In questo caso sì: si standardizzerebbe anche la pronuncia di molte parole con consonanti che vengono pronunciare in modo diverso da regione a regione, come CASA, ZIO, che al nord sono pronunciate con le consonanti sonore e al centro-sud con le consonanti sorde. E la X? La X è in realtà composta da due suoni: K+S, e così può essere scritta: KSILOFONO. La lettera X potrebbe essere usata per il suono SC di scena, che invece è un suono solo (XENA XARPA, XIATORE - dove si sente la "i", a differenza di XAME, sciame, che noi scriviamo con la "i", ma la "i" non c'è). Resterebbero i suoni GN e GL di gnomo e foglia. Anhe in questo caso si potrebbero lasciare i suoni duri GN e GL per Gneo, il nome di Pompeo (lo so, in italiano non si usa) e Glicine e usare NH e LH per i suoni nasalizzati RANHO, FOLHA (ragno, foglia) come in portoghese. I suoni consonantici italiani sono di più delle consonanti dell'alfabeto. Ovviamente la H rimarrebbe per identificare le voci del verbo avere che la prevedono. Rimane la W, che potrebbe essere usata per la U semiconsonantica di WOVO (uovo), WOMO (uomo). Grazie se avrete avuto la compiaecnza di seguirmi fin qui. Buona giornata
@riccardorafti4 ай бұрын
Salve, mi sono imbattuto nel suo commento; è da un po' che anche io mi sto cimentando in fantasticherie di riforma ortografica per la nostra lingua per quanto riguarda le consonanti; concordo pienamente con la sua idea, però noto che sostituire "GLI" e "GN" con "LH" e "NH" non risolverebbe affatto la mancata corrispondenza biunivoca con i rispettivi fonemi /ʎ(ː)/ e /ɲ(ː)/. cosa che a parer mio si potrebbe risolvere con Y e Ñ (anche se ñ, presente nell'ortografia dello spagnolo è comunque una variante modificata della n). Per distinguere "qui" da "cui" anziché usare una Q metterei l'accento sulla "i" per "qui" e sulla "u" per "cui" in modo da avere rispettivamente KUÌ (oppure kwi se si sceglie di scrivere con W le "u" semiconsonanti) e KÙI.
@pierluigianzini85444 ай бұрын
@@riccardorafti Buonasera. Grazie per la risposta. Sì, il problema è che anche con l'italiano non si può far coincidere ogni suono con un solo grafema, ne avanzano almeno due, appunto GL e GN. Certamente è possibile introdurre nuove lettere per rappresentarli, come la Ñ per GN e la Ł (so che in polacco ha un suono diverso, simile a una U o una W inglese) oppure la Λ come nell'alfabeto fonetico. Ma nel mio piccolo "studio" volevo evitare proprio questo. Rimanere con le 26 lettere che abbiamo senza introdurre nuove lettere e senza modificare le esistenti. Pertanto due sono le soluzioni che mi sono venute in mente, quella "portoghese" e un'altra che comunque prevede sempre l'uso di una seconda lettera, ovvero la Y: NY per GN e LY per GL. Anche in questo caso si sono usate N e L perché questi suoni niente hanno a che vedere con la G, ma sono modifiche di N e L. Avevo anche preso in considerazione la sua idea di KUI e KUÌ, alternativa sicuramente valida e anche l'idea della W come U semiconsonantica. In quest'ultimo caso però temo che la cura sia peggio della malattia, ovvero che la W possa essere usata a sproposito, ossia anche quando non è una semiconsonate, per cui la cosa più semplice è quella di mantenere la U. Per la Z onestamente vale il discorso della S sonora o sorda e delle lettere E e O pronunciate aperte o chiuse. Le varianti regionali non inficiano minimamente la comprensibilità della lingua italiana, per cui che si pronunci ZIO come "tsio" o come "dzio" non cambia nulla, così come casa con la S sonora o dolce. Le parole sono sempre riconoscibili, es è difficile far cambiare abitudini mssivamente. Infatti pensavo ad una "riforma minima" naturalmente a livello di esercizio mentale, ma servirebbe ad eliminare anche numerosi problemi grammaticali che anche per gli italofoni di tanto in tanto presentano qualche difficoltà, esempio i plurali di parole che finiscono per CIA e GIA, la I dopo SC quando c'è una E, eccetera. Di strafalcioni se ne vedono parecchi in giro. 😀
@enricocoro81293 жыл бұрын
Ho comprato e letto il libro e a parte l’uso dell’accento tutto il resto l’ho trovato un esercizio troppo arzigogolato, creando un’ora o grafia fuori da ogni lingua Giustissimo diversificare i suoni della lingua e rendere la grafia la più somigliante possibile ma non inventando segni la che rendono brutta a vedersi e inutile. Abbiamo a disposizione 26 segni: usiamoli. La J potrebbe essere usata come la G dolce e la G per i soli suoni duri della G levando la h . La C dolce con la ch e la c dura con la k. I suoni striscianti sci, sciò, scia, scii con la sh, il suono gl e gn, con lh e nh. La i semiconsonante con la y e la u semiconsonante con la w, la z aspra con la c è la s dolce con sxLa terza persona del verbo essere con he e con l’h davanti a parole con lo stesso suono ma con significati diversi: era ed Hera, avverbio anke con il sostantivo hanke