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QUALCUNO DA AMARE come tutto il cinema di Abbas Kiarostami è innanzitutto una riflessione sullo sguardo e quindi sul cinema.
Gli occhi sono fessure aperte sul mondo e non a caso in questo film le inquadrature di porte, quadri, specchi e finestre sono una presenza ossessiva, come una polifonia di sguardi.
La realtà non è mai una sola e non è sempre visibile. Kiarostami sente l'urgenza di scoprirla spingendosi al di là delle superfici che la riflettono o la delimitano, penetrando gli interni, che cura fin nel minimo dettaglio, per raccontare lo status, le passioni e le storie dei suoi personaggi. In questa scena, il vecchio professore Takashi (Tadashi Okino), indaffarato nel preparare la cena, non resiste alla tentazione di guardare oltre la porta della sua stanza da letto, ma quando varcherà la soglia sarà uno specchio sfocato a svelargli l'identità della sua giovane prostituta Akiko (Rin Takanashi).
Dal 24 aprile al cinema.
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