Grazie Professore... mi verrebbe da pensare che forse più che il tasso nominale di interesse sia importante quello reale, cioè al netto dell'inflazione. Poi credo anche che fino al 1981 lo Stato poteva decidere e quindi mantenere basso il tasso di interesse perchè controllava la Banca d'Italia, la quale era obbligata a comprare i titoli di stato invenduti... quindi mi verrebbe da dire che il divorzio sia stato grave da questo punto di vista. Inoltre occorre vedere a chi vano questi interessi: se vanno a una banca centrale (BdI o BCE che poi li passa alla BdI) che poi li restituisce allo Stato, allora non contano! Se vanno alle famiglie e alle imprese italiane, non è tanto grave. Il problema è se vanno a soggetti non residenti, come accade da quando il governo ha intrapreso l'internazionalizzazione del debito. Che ne pensa?
@riccardodimassa63222 ай бұрын
Inoltre, per quanto riguarda lo spread dovuto alla affidabilità, cioè al merito creditizio, se lo Stato controlla la sua BC non può in nessun caso essere insolvente, come accade al Giappone, il cui debito è pari a circa il 250% del PIL, ma ciò non li preoccupa e non fa salire il loro spread. Noi invece dobbiamo per forza ottenere i nostri finanziamenti sul mercato, quindi siamo ricattabili e abbiamo un rischio di default.