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Ruoppolo Teleacras - "Luvì scappa ca chiovi"

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Il servizio di Angelo Ruoppolo Teleacras Agrigento ( www.facebook.co... ) del 12 agosto 2005. Nella Repubblica Ceca, a Usti Nab Laben, una piccola cittadina confinante con la Germania, a 70 chilometri da Praga, i Carabinieri di Agrigento arrestano Luigi Putrone, 45 anni, di Porto Empedocle, superlatitante di Cosa nostra agrigentina, tra i 6 latitanti più pericolosi di tutta Italia. Il profilo dell'ex latitante, poi pentito, fuggito alla cattura la notte del 17 marzo del 1998 (per il video seleziona Alta qualità in basso a destra dello schermo).
Ecco il testo:
E' la notte del 17 marzo del 1998. Sono le 2 e 30, a Porto Empedocle, al numero 9 di via Gramsci, nel quartiere del villaggio Bonocore. "Sì, pronto, signora, siamo i Carabinieri, c' è suo marito? No, mio marito non c' è, è all'albergo, lavora lì". Così risponde la moglie di Luigi Putrone quando i Carabinieri prima bussano al citofono e poi salgono sù al primo piano. Pochi minuti dopo i Carabinieri arrivano all'albergo. "Prego, desiderate? Cerchiamo Luigi Putrone, sappiamo che è quì. Sì, un attimo arriva. Il portiere alza il telefono: "Luigi, ci sono i Carabinieri, ti vogliono. Come? Sì, sono quì, davanti a me". Scatta l'irruzione. I Carabinieri chiedono dove è la stanza, entrano dentro, la finestra è aperta, sulla sedia c' è un giubbotto, il letto è disordinato, sul comodino c' è un telefonino cellulare che squilla continuamente. I Carabinieri rispondono e dall' altra parte del telefono si sente una voce che grida: "Luvì, Luvì, scappa ca chiovi" (Luigi, Luigi, scappa che piove). Luigi aveva capito tutto ed era già scappato, lanciandosi dalla finestra, giù nel giardino. Scomparso, fantasma, latitante, tra i primi sei più pericolosi di tutta Italia, ricercato da quella notte di marzo fino ad oggi, 12 agosto, giorno dell' arresto. I Carabinieri hanno girato il lucchetto delle manette attorno alle mani di Luigi Putrone, mani grandi e pesanti, da muratore, così le hanno descritte i pentiti. E lui, infatti, Putrone, a 14 anni lavorava come muratore. Poi ha scelto la strada della mafia, per non essere "nuddru ammiscatu cu nenti" (nessuno mischiato con nulla), ha raccontato un amico suo, Alfonso Falzone, l'ex killer di Porto Empedocle che poi ha collaborato con i magistrati. Ancora i Carabinieri attorno a Luigi Putrone, allora, come nel 1989, quì, dentro l'aula bunker ricavata nella palestra di Villaseta, durante il maxi processo alla mafia agrigentina. Putrone è in gabbia insieme al fratello Giuseppe, a Sergio Vecchia, a Salvatore Albanese, "u Cippu", a Pasquale Salemi, "Maraschino", che poi si pentirà nel maggio del 97, pochi mesi dopo che lo stesso Luigi Putrone lo aveva "posato", "perchè era uno che beveva e che parlava troppo". Ecco i Carabinieri che accompagnano in carcere Putrone. 16 anni dopo sembra una scena che si ripete. La divisa è sempre la stessa, quella dell' Arma, cambiano gli uomini, uno su tutti, Paolo Edera, il colonnello a capo dei Carabinieri della provincia di Agrigento che ha le valige pronte, a settembre parte, è stato trasferito, e prima di andare via ha firmato una delle pagine più importanti della storia agrigentina della lotta alla mafia. E Luigi Putrone è un capomafia, pluri ergastolano al processo Akragas, con sentenze definitive. A Porto Empedocle, poco dopo i primi anni 90, comandavano solo lui e Alfonso Falzone, "decidevano tutto" ha raccontato un altro pentito della "Marina", Giulio Albanese, "Panzachiatta", che ha aggiunto: "Putrone era anche il cassiere della famiglia di Porto Empedocle. Nascondeva i soldi delle estorsioni a casa sua, in via Gramsci, dentro una cassaforte". La lista dei morti ammazzati tra i capi di imputazione contro Luigi Putrone è infinita: il brigadiere Pasquale Di Lorenzo, Giuseppe Traina, Antonino Cuffaro, Carmelo Marziano, Salvatore Dalli Cardillo, Salvatore Ingaglio, Salvatore Giugno, Calogero Iacono, Antonio Messina, Salvatore Bruno, Benito Picarella, Calogero Zaffuto, Angelo Carlisi, Gaspare, Gerlando e Franco Mallia. Poi il sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito Santino, affidato anche a Putrone durante il sequestro in provincia di Agrigento, tra Cannatello, Favara e Cammarata.

Пікірлер: 4
@Oldrope79
@Oldrope79 3 жыл бұрын
La cronaca è da Oscar. Sembra un romanzo di Camilleri.
@thedarkside5594
@thedarkside5594 Жыл бұрын
🤣🤣🤣🤣conta tutta la trama 😭🤣🤣🤣
@tiburtinagvng
@tiburtinagvng 5 жыл бұрын
Nchia
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