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Brano in memoria di Stefano Cucchi.
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UN RAGAZZO COMPLICATO - Audio
Testo, musica, voce e cori: Roberto Pezzini
Chitarre: Giampaolo Cavalieri
Basso: Antonio Lusi
Batteria: Michele Fondacci
Elettronica: Walter Lanzara
Arrangiamento: Walter Lanzara
Registrazione, missaggio: Walter Lanzara (Al Fondino Studio)
Mastering: Andrea Pellegrini
Edizioni: Rusty Records s.r.l.
ISRC: IT-02I-20-00007
UN RAGAZZO COMPLICATO - Video
Soggetto, regia, riprese e montaggio: Maddalena Vantaggi e Michele Manuali
Con: Roberto Pezzini e Daniela Giannuzzi
Assistente alle riprese: Delia Cavallera
UN RAGAZZO COMPLICATO - Testo
Mi chiamo Stefano, Stefano Cucchi.
I lividi sul viso li hanno visti tutti.
Nella vita ne ho fatte di crude e di cotte,
ma non mi meritavo di morire di botte.
Ilaria, ti prego, non ti preoccupare
adesso posso dire finalmente che sto bene.
Sono salito al cielo da un letto d’ospedale,
scusa se non ti sono passato a salutare.
Ma sono sempre qua,
qui vicino a te che lotti per la verità
e che non ti arrendi come ho fatto io, un sacco di volte
ma questa volta, credimi, ti giuro non ho colpe.
Colpi su colpi ne ho presi in abbondanza
dalle mani la situazione è sfuggita…
Che vuoi che ti dica? Non perder la speranza.
Ma questa è la vita, sentirai la mia mancanza.
Mi chiamo Stefano, ero un ragazzo complicato.
Ucciso dal potere, ucciso dallo stato.
Vittima del mondo, con un’anima fragile
e una fedina non proprio irreprensibile.
Mi chiamo Stefano, Stefano Cucchi.
I lividi sul viso li hanno visti tutti.
Nella vita ne ho fatte di crude e di cotte,
ma non mi meritavo di morire di botte.
Chi se ne fotte, se quella notte
di parole ne avrò dette anche troppe!
Qui non si tratta di stare dall’una o dall’altra parte,
ma del fatto, cazzo, che ho pagato con la morte.
Non cedere! Perché è quello che vogliono!
Non credere a quello che ti dicono!
Non perdere il coraggio, Ilaria!
Mostra la mia foto e racconta la mia storia.
Mi chiamo Stefano, ero un ragazzo complicato.
Ucciso dal potere, ucciso dallo stato.
Vittima del mondo, con un’anima fragile
e una fedina non proprio irreprensibile.
Mi chiamo Stefano, Stefano Cucchi.
I lividi sul viso li hanno visti tutti.
Nella vita ne ho fatte di crude e di cotte,
ma non mi meritavo di morire di botte.
Non dico di non aver sbagliato.
Maledico le volte che non ti ho ascoltato.
Ilaria, ma tu sai come sono
e per quello che vale ti chiedo perdono.