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Migliaia di persone, provenienti da tutta l'Isola, sono arrivate a Cagliari davanti al palazzo della Regione per protestare contro Equitalia e chiedere al governatore di dichiarare lo stato di crisi Partite Iva, commercianti, artigiani, allevatori, agricoltori, assieme ai sindacati e agli studenti sardi chiedono di sospendere e di differire nel tempo le cartelle esattoriali che hanno già portato alla rovina molte persone. La protesta, dopo il corteo dello scorso luglio, è tornata in una realtà dove ormai non si contano più i pignoramenti, le cartelle esattoriali e gli sgomberi. Una situazione che, alla luce della pesante crisi economico-sociale, sta portando interi paesi sardi alla disperazione. La protesta è stata inscenata davanti al palazzo della Regione perché il movimento vuole che la giunta proclami lo stato di crisi dell'economia sarda e blocchi, in base all'articolo 51 dello Statuto regionale, le norme della legge di stabilità nazionale. Fin quando il presidente Ugo Cappellacci non si deciderà a prendere in mano la situazione, continuerà lo sciopero della fame di sette donne, molte delle quali attiviste indipendentiste, che è giunto al quinto giorno. "Lo facciamo per il futuro dei nostri figli - dicono - perché le donne danno la vita ed Equitalia la morte". di Lorenzo Galeazzi