Secondo anno del Master "Trattamento multidisciplinare e terapia chirurgica delle MICI”

Nell'intervista con il Prof. Luigi Sofo (Direttore UOC Chirurgia Addominale Fondazione Gemelli IRCCS) la presentazione della seconda edizione del Master "Trattamento multidisciplinare e terapia chirurgica delle MICI”. Per saperne di più www.cemadgemel...
“Professore, secondo anno del Master che lei dirige, possiamo fare un consuntivo di quello che è successo e capire insieme quali sono le premesse per il futuro?"
"Sicuramente sì. Direi che questo Master è andato molto bene, devo dire con soddisfazione oltre ogni nostra più rosea previsione, perché si è rivelato estremamente utile per i discenti, per implementare tante cose: intanto una specifica capacità di trattare in maniera più appropriata i pazienti con patologie così complesse, poi è stato capace di incrementare e di sottolineare l'importanza dei trattamenti multidisciplinari di queste malattie che ormai sono una pietra miliare per affrontare questo tipo di paziente. Ci si è resi conto, è ormai consolidato in letteratura scientifica, che questi pazienti hanno bisogno di avere di fronte più professionisti, più specialità, che hanno la capacità di integrare con più voci, ma che parlano lo stesso linguaggio, la capacità di affrontare questa malattia. Quindi sicuramente sono molto soddisfatti. Sono stati molto soddisfatti io, sono stati molto soddisfatti tutti i docenti del Master e sono stati molto soddisfatti anche i discenti, cioè coloro che hanno partecipato a questo Master. Abbiamo infatti avuto peraltro un'importante richiesta per il nuovo master, per la nuova edizione che è partita anche questa oggi, quindi direi proprio di sì."
"Tra l'altro una patologia purtroppo in costante aumento e quindi la necessità di un presidio di cura è sempre più allargata, più efficace."
"Sì, perché le malattie infiammatorie croniche intestinali sono malattie che in termini di incidenza e prevalenza stanno aumentando ed è cambiato l'approccio a queste malattie per tante ragioni.
Per parte mia, da chirurgo, devo dire che si è finalmente capito che la chirurgia non è quello che un tempo si pensava l'ultima spiaggia, l'ultima risorsa, quella a cui si ricorreva alla quando non c'era più niente da fare. Non è più così, è una tappa importante che serve a curare queste malattie e deve essere ben integrata in un percorso soddisfacente, in un percorso positivo. Anzi, è molto importante che la chirurgia venga proposta nel momento giusto, nel paziente giusto. Il timing, la strategia chirurgica deve essere corretta, altrimenti si rischia di portare al tavolo operatorio un paziente molto compromesso e le possibilità di cura sono decisamente ridotte. Devo dire che questa è una capacità propria dei centri ad alto volume come il nostro, perché solo nei centri ad alto volume si matura quella capacità di proporre al paziente la cosa giusta al momento giusto. Poi devo dire l'altro elemento importante è l'enorme sviluppo della chirurgia mini invasiva.
La laparoscopia ha cambiato completamente la prognosi di questi pazienti e oggi la robotica con tante piattaforme a disposizione ci presenta e ci consente di affrontare in maniera sempre meno invasiva nei confronti del paziente una chirurgia curativa."
"C'è da questo punto di vista anche un discorso sull'intelligenza artificiale che è stato affrontato in questi giorni. Può aiutare anche il chirurgo?"
"L'intelligenza artificiale è il futuro per moltissime cose. Certamente cambierà un po’ l'approccio dei trattamenti medici in genere e dei trattamenti chirurgici accadrà, ancora non è accaduto, però io penso che nei prossimi decenni noi vedremo un enorme cambiamento di tutto ciò che pensiamo essere lo standard del trattamento, la chirurgia cambierà, si farà molta più chirurgia robotica e si farà molta più chirurgia assistita dall'intelligenza artificiale. Io vedo che c'è molta paura nei confronti dell'intelligenza artificiale, ma fondamentalmente perché non la si conosce. È un po' una cosa poco conosciuta, una cosa ignota, l’ignoto fa un po’ paura ma guardando il passato, ogni cosa nuova ha sempre spaventato all'inizio, ma poi si è dimostrata sempre capace di apportare modifiche, suggerimenti, proposte molto utili. Io sì, sono convinto ci aiuterà tanto, ci aiuterà tanto. Banalmente a elaborare tutti i dati delle nostre ricerche, dei nostri trattamenti, per affinare una capacità di selezionare il giusto trattamento per il giusto paziente, cioè ci consentirà di più di avere una medicina personalizzata, una tailored surgery per esempio per quanto riguarda la chirurgia, come oggi si usa molto definire, qualcosa di definito, di preciso, di misurato sul paziente e sulla malattia del paziente.”