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Attaccante brevilineo, molto mobile e adatto al gioco di manovra con i compagni che salgono a supportare l'attacco, soprannominato Spadino per la bassa statura e per la misura ridotta del piede (calzava il 38), è stato uno dei pochi giocatori della Basilicata ad arrivare alla maglia della nazionale italiana (l'unico nella nazionale maggiore), laureandosi campione del mondo nel 1982 pur non disputando alcuna partita nella fase finale del Mondiale spagnolo.
Mosse i primi passi fra i professionisti nel 1972, in forza alla Ternana, esordendo in Serie A il 30 dicembre di quell'anno contro la Fiorentina e segnando il suo primo gol nella massima serie contro la Juventus. L'anno seguente passò alla Roma, giocando tuttavia due sole partite di campionato. Dopo essere tornato alla Ternana per qualche mese nel 1974, si stabilì al Taranto: fu protagonista di ben 5 campionati cadetti nella squadra pugliese, mettendosi in luce per le sue doti.
Il grande salto avvenne nel 1979, con il passaggio al Cagliari neopromosso in A: segnò ben 12 reti, classificandosi quarto nella classifica marcatori dietro giocatori del calibro di Roberto Bettega, Alessandro Altobelli e Paolo Rossi. Anche nei due anni successivi ben figurò in Sardegna, tanto da guadagnarsi la convocazione in nazionale: dapprima disputò due gare come fuori quota con l'Under 21 mettendo a segno una doppietta al suo esordio il 10 ottobre 1980 contro il Lussemburgo, e successivamente esordì con la maglia della nazionale maggiore contro la Germania Est il 19 aprile 1981. In quell'anno disputò altre due partite in azzurro, ma non segnò alcuna rete. Nel 1982 fu chiamato da Enzo Bearzot a fare il ventiduesimo ai mondiali di Spagna: il tecnico friulano infatti lo preferì al romanista Roberto Pruzzo, pur essendo stato quest'ultimo il capocannoniere del campionato.
Dopo i mondiali uscì definitivamente dal giro della nazionale e passò al Torino per un altro paio di stagioni discrete facendo coppia in attacco dapprima con Carlo Borghi e poi con l'austriaco Walter Schachner, poi nel 1984-85 giocò con l'Udinese, nella stagione successiva passò all'Inter dove registrò 7 presenze e infine chiuse la carriera alla Sambenedettese in Serie B nella stagione 1986-87. Ha collezionato complessivamente nella massima serie 183 presenze segnando 49 reti.
Terminata la carriera di calciatore, fu presidente del Matera; diventato in seguito allenatore, le principali squadre che ha guidato sono state, oltre al Matera stesso, il Catanzaro, il Taranto ed il Crotone.
Insieme ad Antognoni è l'unico dei campioni del mondo del 1982 a non aver mai vinto uno scudetto.
Nominato il 22 novembre 2008 vice presidente e responsabile dell'area tecnica della Taranto Sport (prima divisione gir. B), si è dimesso il 14 dicembre dello stesso anno. Attualmente svolge il ruolo di docente della Scuola allenatori del Settore tecnico FIGC; è inoltre il presidente onorario della Coppa Gaetano Scirea - la lealtà nello sport.