Joyce Lussu è stata un mondo. Potete esplorarlo in ‘La Sibilla. Vita di Joyce Lussu’, il nuovo libro di Silvia Ballestra: bit.ly/Ballest...
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@sorgri7 ай бұрын
Finalmente ho visto la sua casa. A colpirmi all'inizio è stato il buio: non avevo realizzato che a piano terra non ci sono finestre verso il lato opposto all'ingresso. Alla luce elettrica sono emersi gli oggetti di vita quotidiana: come se Joyce fosse uscita di casa il giorno prima. Le sigarette, le tazze da tè, le stoviglie sulla cucina che fa tutt'uno con il soggiorno con tanto di camino. E una gigantesca serie di volumi dell'Enciclopedia Britannica, evidentemente ricomprata da Joyce, visto che a Parigi nel 1940 aveva dovuto abbandonarla all'arrivo dei nazisti. In un angolo nascosto, appeso al muro, un diploma della facoltà di lettere di Lisbona, per un corso di filologia portoghese qualificato "muito bon", frutto dell'attivismo intellettuale di Joyce, disimpegnata per qualche tempo dal fabbricare documenti falsi. Su un'altra parete, una stampa con i costumi dei villici marchigiani dell'Esino e del Misa (le mie origini!?). Salendo le scale, sulla parete, un riconoscimento fatto ad Emilio Lussu dalle "genti del Quartier del Piave", chiedenti di "numerarlo tra i loro cittadini" (20 marzo 1946). In alto, finalmente la luce. Una panoramica veranda si apre verso sud: al centro, il seggiolone a dondolo, con un giubbotto dalle maniche tronche, che mi ricorda la Sardegna. Libri ovunque, ma anche fumetti, probabilmente per i nipoti, che appaiono con lei, capelluti fanciulli, in una bella foto incorniciata. Giochi per bimbi appaiono anche in una piccola stanzetta. Su una parete Corto Maltese vola attaccato ad una corda, proprio accanto alla foto che ritrae Emilio con un ventenne Giovanni Lussu. Esco all'aperto, dove permane il calesse del conte Guglielmo Salvadori. Cammino e mi guardo intorno, immaginando che i miei pensieri si incrocino con quelli di Joyce