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Descrizione:
Interno
Interno
L'interno, a navata unica, presenta paraste con capitelli corinzi che sostengono le volte lungo tutti i muri perimetrali. Queste paraste binate presentano nelle due pareti due coppie di nicchie con statue giganti di santi, opera di Giacinto Diano, che ritraggono San Girolamo, Sant'Agostino, Sant'Ambrogioe il profeta Abacuc. La partitura a stucchi è di Alessandro Terzani, che realizzò l'impaginato decorativo che mostra il passaggio dal tardo barocco settecentesco al proto-neoclassico
Altare maggiore
Le tele principali sono di Giacinto Diano e Carlo Gigante.
Madonna col Bambino e Santi Andrea e Emidio (1794) del Diano oppure di Ignazio Gianni e Carlo Gigante, parete sinistra dall'ingresso, prima nicchia
San Francesco di Paola (1793) di Nicola Monti, seconda nicchia di sinistra
Martirio di Santo Stefano (1793) del Diano, terza nicchia di sinistra.
Queste nicchie con le tele sono a loro volta sormontate da cornici con lunette finemente lavorate, affiancata da putti verso la chiave di volta, nelle lunette ci sono altri dipinti ad affresco, quasi tutti di Giacinto Diano: nella prima nicchia ci sono Sant'Agostino e San Gerolamo (1790-91) in affresco, poi nella seconda le allegorie della Virtù dell'Umiltà e la Virtù della Prudenza, nella terza ci sono i profeti Aggeo e Abacuc (1790).
Il presbiterio è privo di transetto, ed è leggermente rialzato da una scalinata, con l'abside decorato da scanni in legno di noce, il maestoso altare in marmo policromo che ricorda le opere dei maestri di Pescocostanzo, e due tele laterali. L'altare consiste in un trono in motivi geometrici ondulati, con sequenze di angeli e putti che sorreggono fiaccole, cornucopie e candelabri, e con al centro una nicchia con la statua originale della Santa Vergine del Ponte, rinvenuta nell'XI secolo presso il sottostante Ponte di Diocleziano. Questo altare è stato ritenuto il simbolo dell'abbondanza e della ricchezza secolare della diocesi Frentana.
La tela laterale di maggior interesse è di Giuseppangelo Ronzi, del 1806: La regina di Saba e Re Salomone, mentre l'altra è del Diano del 1701: Profeti Isaia e Daniele. Il Ronzi eseguì anche un'altra tela: Davide e Abigail, ma andò distrutta nell'incendio del 1933, e venne sostituita da una più modesta di Francesco De Vincentiis di Chieti.
Le lunette di quest'ultima parte mostrano i profeti Ezechiele e Geremia, e le quattro Virtù cardinali, del Ronzi e del Diano. Nella parete destra dall'ingresso si trovano:
Natività di Maria (1792-3) di Diano, nella terza cappella, e nelle lunette i profeti Michea e Abdia
Ultima Cena di Antonio Solaro (1601)
Natività di San Giovanni Battista di Donato Teodoro da Chieti, proveniente dalla chiesa di Santa Lucia, e nelle lunette di sono gli affreschi di San Gregorio I e un Dottore della Chiesa, di Diano (1790-91).
I riquadri biblici del soffitto di Giacinto Diano
Nella chiesa vi è una cappella principale di destra, con raffigurata l'Ultima Cena di Antonio Solaro (1601), dedicata al Santissimo Sacramento. Il dipinto è una delle poche testimonianze dell'arte sacra d'impronta manierista a Lanciano, e la paternità è discussa, perché alcuni l'attribuiscono a Tommaso Alessandrino di Ortona. Non mancano nella raffigurazione della tavola con Cristo tra gli Apostoli elementi di prospettiva e di gusto del naturale. Seguendo lo stesso schema delle altre cappelle-nicchie, questa è sormontata dalle lunette della Virtù della Fortezza e dalla Virtù della Purezza di Giacinto Diano.
Le volte della chiesa hanno quattro dipinti principali e dei pennacchi dipinti con figure di profeti. I dipinti delle lunette sono di Giacinto Diano, datati intorno al 1788:
Sacrificio di Elia
Ester e Assuero
Davide mostra a Salomone il progetto del Tempio
Di sua mano era anche un monumentale affresco circolare della cupola storica, quella sostituita negli anni '60 dall'attuale, e rappresentava il Trionfo della Madonna Assunta del Ponte e Regina del popolo Frentano. Fortunatamente un cartone preparatorio si è conservato, si trova nel Museo diocesano, assieme ad alcuni tondi staccati appositamente di alcuni volti, come quello della Vergine e di Dio Padre.
L'interno della cattedrale prima del 2002 era ornato anche da molte altre opere, come statue, tele, candelabri monumentali in legno dorato, e lampadari di cristallo. I lampadari sono andati perduti nel 1943, mentre le altre opere di grande interesse sono state traslate nella collezione del Museo diocesano. Tra queste opere c'è anche il "tesoro della Vergine del Ponte" che occupa un'intera sala del museo, consistente nel vestiario in trapunta dorata della Madonna, degli abiti talari vescovili da cerimonia, degli oggetti sacri e delle offerte in oro e diamanti delle nobili famiglie lancianesi, dei paramenti liturgici finemente lavorati in metallo, e delle tele ex voto del XIX secolo realizzate di lancianesi miracolati dalla Madonna.
Ringraziamo il comune di Lanciano Fabrizio tucci per averci dato il permesso di salire sulla torre