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«Stato e rivoluzione» di V. I. Lenin
Scritto nell’estate del 1917, in Finlandia (dove l’autore si era rifugiato per sottrarsi al mandato di cattura del Governo Kerenskij), fu pubblicato nel 1918, quando ormai Lenin era capo del primo governo comunista della storia. Si tratta di un testo con ambizioni teoriche ma altresì con finalità politiche, come evidenzia il sottotitolo: “La dottrina marxista dello Stato e i compiti del proletariato nella rivoluzione”. Lenin intende da un lato costruire, sulla base dei frammenti dei padri fondatori del socialismo scientifico (Marx Engels innanzi tutto), una dottrina marxista dello Stato, e dall’altro dare indicazioni pratiche ai rivoluzionari che giungono al governo. Il tema è che fare dello Stato, una volta conquistato il potere: in polemica con Kautsky che considera lo Stato un organo neutro, e differenziandosi dagli anarchici che vogliono semplicemente eliminarlo, Lenin vuole sì distruggere lo Stato borghese ma sostituirlo con lo Stato proletario, che dovrà persistere fino a quando non si sarà creata una mentalità comunista. Soltanto allora si potrà fare a meno dello Stato, che si estinguerà, naturalmente.