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Parli di mascarpone e immediatamente pensi al tiramisu. E viceversa, naturalmente.
Si tratta di due simboli del made in Italy del cibo più appetitoso, quello che fa al differenza perché contraddistingue creatività, maestria di abbinamenti nei sapori e qualità di produzione.
Ma se molti di noi sanno fare i doli, quanti, invece, sanno come nasce il mascarpone?
Per raccontarvelo sono stato da Giampaolo Cordioli, nel caseificio San Girolamo di Rosegaferro, in provincia di Verona. Confesso che ero curioso, perché questo formaggio cremoso e spalmabile non si vede nascere con molta facilità nei caseifici artigianali.
E devo che che è stata veramente una sorpresa, perché la manualità e gli accorgimenti adottati per la produzione sono molto lontani dagli stereotipi industriali. Del resto, le quantità lavorate non sono elevate e quindi la cura del prodotto, dalla panna al confezionamento, è meticolosa.
Il latte arriva da stalle in cui gi animali vengono alimentati col fieno dei prati stabili mantovani, intoccati da sempre, ricchissimi di essenze floreali e in grado di assicurare un latte di altissima qualità. Viene lasciato affiorare tutta la notte e al mattino si toglie la panna, che passa direttamente nel bolllitore per arrivare a 90 gradi. Quindi si aggiunge l'acido citrico, elemento naturale che coagula la cagliata, e si lascia riposare un giorno intero.
Il mattino dopo si procede all'amalgama mescolando a mano il mascarpone. Dopo di ché si procede con il confezionamento.
Sembra semplice, raccontato così, ma in realtà è un prodotto che richiede moltissime attenzioni in ogni fase.
I Cordioli lo sanno bene: del resto, lo fanno da più di un secolo...
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