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E finalmente ci siamo, dopo 19 anni di attesa Bruce Dickinson, l'inossidabile Air Raid Siren degli Iron Maiden, ritorna con un nuovo album da solista The Mandrake Project. Avvalendosi ancora della collaborazione, ormai trentennale, del grande chitarrista Roy-Z e delle atmosferiche tastiere di Maestro Misterhia, Bruce dà alla luce un album vario e complesso, dove percorre sempre le vie primarie dell'heavy metal ma non solo. Un album che spazia dalla pesante Afterglow of Ragnarock alla tarantiniana Resurrection Men, dall'epica Fingers in the Wounds all'ancor più epica e sognante Shadows of the Gods, dal lungo viaggio introspettivo di Face in the Mirror all'improvvisazione assoluta di Sonata (Immortal Beloved) che sfocia in un pezzo dove è lo spirito che guida, la parte più recondita, profonda, l’io più genuino con tutto il suo bagaglio di pregi e difetti. Ancora una volta l'eclettico vocalist della Vergine di Ferro colpisce e stupisce, uscendo dagli schemi si, ma con raffinatezza e gusto. Ovviamente non saranno le parole ma la musica a parlare, solo quella saprà toccarvi il cuore o meno. Bruce è riuscito ancora una volta a sfiorarvi l'anima? Scrivetemelo nei commenti🤘
@BruceDickinsonYT @Mistheria @roy-z @ironmaiden
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