#Transumanza

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Francesco Libero

Francesco Libero

Күн бұрын

La sveglia è suonata prestissimo questa mattina, prima delle 05:00. Le podoliche di Don Armando pascolavano vaganti, indisturbate e selvagge, nell'ultimo verde dei cretacci crosioti. Non si aspettavano di essere spostate, loro non lo sanno mai ma quando escono sulla strada riconoscono sempre quale direzione prendere.
Al primo fischio inaspettato proveniente da dietro i rami di un lentisco, la bianca di dieci anni, la capogruppo della famiglia, alza la testa e parte spedita come una freccia verso i cancelli di uscita. Come uno spaventato stormo di uccelli, ecco che le altre vacche, raggiunte dai vitelli e dai tori, tra muggiti, scalpitii e uno scampanare confusionario, si riassumono in centinaia di zoccoli che tempestano la terra di battiti. Si riuniscono tutte in un'unica macchia grigia e bianca che risplende lucente alle prime luci rossastre del giorno. Intanto, il sole inizia a riflettere su Crosia alta e misteriosa in questo giorno di ventitré maggio, colora di bianco il mare all'orizzonte e rende satura ogni cosa alla vista.
Una dietro l'altra, brulle e leggiadre, in una corsa campestre le vacche salgono su e giù per i cretacci bianchi, aridi e polverosi che sembrano un deserto di ossa spaccate sotto al sole. Imprevedibilmente, decidono loro che strada prendere. Sollevano una nube di polvere bianca in cui scompaiono inarrivabili, alcune rallentano il passo nel seguire il resto delle compagne perché legate ai vitellini ancora poco agili e dinamici nella corsa.
A questo punto tocca ai vaccari far prevalere le loro ragioni e tramite piste interne e scorciatoie, bisogna attuare l'astuzia e cercare la fortuna di riuscire a bloccare la mandria in testa. Quando uno dei mandriani compare come un falco davanti agli occhi delle bovine galoppanti, queste cambiano subito rotta, per prendere la direzione opportuna alla meta da raggiungere. E così intorno alle sei, in una fiera processione, scendono attraverso le contrade Tesoriere, Parrilla, imboccano la strada che porta al Casino Vota, passano per lo Speziale e poi "splash!", immergono i loro arti sottili nel torrente Fiumarella, che rappresenta il confine naturale tra Crosia e Calopezzati. Gli zoccoli sprofondano nell'acqua intorbidendola, creando fumi di fango che danzano nelle lavine ruscellanti. Ancora di corsa, saltano sulla terra mettendo piede nell'agro di Calopezzati. Attraverso congregazioni di macchia mediterranea, uliveti e radure, la mandria raggiunge la strada che porta alla fine del paesello, nei pressi del cimitero, dove lo scampanare funesto rompe il silenzio eterno e sacro del luogo. Siamo a metà strada. I contadini del posto si affacciano sui loro cancelli attratti dal suono melodioso di quella banda nomade. Il paesaggio cambia. Non ci sono più boschi e terra soffice su cui camminare. Ora predomina una strada bricciosa ed asfaltata che solca la campagna dividendola in due fazioni. Qui, la marcia rallenta. Il gruppo si divide in più scaglioni e quelle che prima camminavano in testa, ora si trovano al centro con la lingua in fuori e gli occhi spiritati.
Complice l'asfalto duro che indolorisce gli zoccoli e la comprensione della meta da raggiungere, lo spostamento assume un tono pacato. Le vacche sanno di essere vicine a casa. Sulla sinistra c'è la chiesetta di Santa Maria delle Grazie, a destra iniziano i boschi di quercia e le Vigne. Anche gli scasaturi iniziano a sentire la debolezza nel petto e nelle gambe e la gola rinsecchire di pari passo con gli "ooh! Ariù tè!" emessi dalla voce. Qualche ritardataria raggiunge di tutta fretta il resto del gruppo, accodandosi alle ultime della mandria, quelle più anziane, deboli e sottomesse alla gerarchia. Al di là di una quercia, prende luogo l'agro di Pietrapaola, le vacche ne riconoscono l'odore e la frescura. Siamo in alta collina, l'avena è verdissima e il pascolo mantiene ancora.
In seguito a non poche difficoltà per gli uomini e attraverso un viaggio che incontra le bellezze della natura, la mandria giunge nella sua culla di Sant'Elia.
Gli uomini si rilassano, le vacche festeggiano.

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