Usura a Vigevano, continuano le indagini: nuovi nomi sotto inchiesta

Ci sono dei nuovi indagati nell'ambito dell'inchiesta sul giro di usura a Vigevano, che ha portato a quattro arresti la scorsa settimana. Dopo le perquisizioni dei Carabinieri, che avevano portato al ritrovamento di ingenti somme di denaro, sono stati emessi dei nuovi avvisi di garanzia. Complessivamente, gli uomini dell'Arma hanno sequestrato 70 mila euro, denaro di cui ora andrà accertata la provenienza.
Dopo gli interrogatori dei due principali accusati, gli imprenditori Marco Pagliari e Marco D’Onofrio, che si trovano tutt'ora in carcere, nei prossimi giorni verranno sentiti Raffaele Roscigno, che si trova agli arresti domiciliari, e la dipendente 47enne che è stata sottoposta all'obbligo di firma. Non è escluso che a breve possano venire interrogati anche i nuovi indagati, che dovranno spiegare agli inquirenti che tipo di legame avessero con il gruppo finito al centro delle indagini.
Secondo la procura i presunti usurai avrebbero prestato soldi a imprenditori in difficoltà, chiedendoli poi indietro con tassi di interesse che toccavano il 150%. Solo tre mesi fa, ad aprile, i Carabinieri di Vigevano avevano arrestato altre due persone con le stesse accuse: in quel caso erano finiti in manette due uomini di origine albanese ed erano state denunciate a piede libero altre due persone.
Non è escluso, in effetti, che le due inchieste possano essere collegate. Il modus operandi dei due gruppi criminali, di fatto, era lo stesso. Prima veniva concesso il prestito e nel giro di poche settimane iniziavano le pressioni per farsi ridare i soldi, con interessi altissimi. Se le vittime non riuscivano a restituire quanto dovuto, venivano minacciate di morte e picchiate. In almeno due occasioni, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, gli imprenditori erano stati costretti a svendere i propri beni o a consegnare il denaro guadagnato con le loro attività ai loro aguzzini.
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