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[ IT ] Syusy Blady ci porta con sé nel suo viaggio in #ValledAosta, che inizia con uno straordinario salto indietro nel tempo nell’area megalitica e nel museo di Saint Martin de Corlèans! Si tratta dell’area megalitica coperta più vasta d'Europa, estesa circa un ettaro, testimonianza di un'evoluzione storica ininterrotta, dal 4900 a.C.: un luogo che trasmette informazioni preziose dal Neolitico all’età del Ferro, dove troviamo le tracce di un’aratura molto arcaica che racconterebbe addirittura l’origine dell’agricoltura... Ma non solo: l’aratura sembrerebbe di tipo rituale e racconterebbe dunque anche un’altra storia, una storia mitica! Potrebbe rappresentare, ad esempio, un momento della storia degli Argonauti… in fondo il mito in assenza di fonti scritte è una forma di narrazione che tramanda anche un po’ la storia. In questa puntata - che pubblichiamo proprio il 24 giugno 2021 quinto anniversario dell'apertura - seguiamo Syusy alla scoperta del sito archeologico, accompagnata da Gianfranco Zidda, responsabile scientifico del museo. Vediamo dunque i famosi solchi di queste arature, l’area in cui erano collocate ben 46 stele in pietra e le fosse che sostenevano dei pali totemici.
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[ ENG ] The megalithic area of Saint-Martin-de-Corléans - Come with us for a discovery travel-in-time to Aosta Valley, visiting the megalithic area and museum of Saint-Martin-de-Corléans. That is the largest covered megalithic area in Europe, about 1 hectare large, evidence of a continued historical evolution, from 4900 BC: a place holding some valuable information from the Neolithic to the Iron Age, where are some traces of a very archaic form of ploughing, that would even tell the origin of agriculture. But those ploughings could be some ritual one instead, telling more about another mythical story! That could tell for example a moment of the Argonauts epics! After all, when lacking written sources, the myth stands as a narration containing some history facts inside... In this video, let’s visit the archaeological site together with Gianfranco Zidda, scientific supervisor of the museum. There are these famous ploughing traces, the area where 46 stone steles used to be placed and the pits that used to support some tall totemic poles.
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