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TERRA, il nuovo disco, dal 3 marzo 2017. Il cd e il vinile, che per la prima tiratura escono con il libro/diario di lavorazione li trovate al link goo.gl/Eydpfs
Iperconnessi, una canzone che parla di dipendenza e compulsività, quasi una messa nera dedicata alla tecnologia. Penso al film "Il cane giallo della Mongolia", quando la madre o il padre vanno a un mercato e comprano una ciotola in plastica, verde fosforescente, la portano nella loro tenda e la mettono sul fuoco per scaldare il cibo finché non si scioglie.
Forse un giorno, tra qualche decina d’anni, combatteremo i telefoni diffusi e radicati ovunque come una pericolosa dipendenza, come è successo con le sigarette. Ci sarà chi farà causa ai social network per avergli rovinato la vita e sugli schermi apparirà una scritta in sovraimpressione: Un uso eccessivo può avere effetti negativi sulla salute mentale e relazionale.
Parla di chi ancora crede che sia più interessante e “cool” criticare invece di creare e passa o ha passato i suoi vent’anni (l’età che storicamente avevano tutti i rivoluzionari) con i suoi commenti feroci e i polsi sempre appoggiati a fare battutine su internet.
Iperconnessi parte dalle letture di alcuni saggi su internet e l’epoca digitale. "Nello sciame. Visioni dal digitale" e "La società della stanchezza" di Byung Chul-Han. Parla di lavoratori free-lance che sono padroni ma anche schiavi di se stessi, che si sottopongono volontariamente a sforzi e orari e obblighi che neanche il datore di lavoro più spietato avrebbe mai azzardato. Parla degli smartphone e della possibilità di lavorare dovunque che diventa obbligo di lavorare sempre e comunque. I social network sviluppati per creare compulsione, creati da persone che si sono specializzate in informatica, psicologia applicata ed economia comportamentale, cioè "le discipline che permettono di sfruttare la conoscenza delle debolezze umane per realizzare prodotti legati ai comportamenti compulsivi". Insomma è davvero un po’ una messa nera tecnologica, un reportage emotivo che parla di solitudini e di moltitudini.
v. ✨🌏✨
IPERCONNESSI
Iperconnessi e in disaccordo con tutti / i desideri inespressi dove si sononascosti / vanno bene i progressi ma tu come ti senti / i territori promessi sono sotto ai bombardamenti / tirati da tutte le parti e mai contenti / con visi più scavati faccine sorridenti / tu mi allontani e poi mi cerchi / tu mi allontani e dallo schermo provi a sporgerti / i tuoi vent’anni commenti feroci e polsi sempre appoggiati / alla fine sono passati abbastanza inosservati / iperconnessi solo grandi successi solo grandi insuccessi / e immagini terrificanti per intrattenerci / sullo schermo nero i riflessi possiamo specchiarci / ma se ti rivedessi se riuscissi a toccarti / i segreti sono illuminati e in fila esposti / spari razzi di segnalazione per cercare di distinguerti / tu mi allontani e poi mi pensi / tu mi
allontani dallo schermo provi a sporgerti / i tuoi vent’anni pareri agitati occhi sempre arrossati / alla fine sono passati abbastanza inosservati / cantami o diva l’ira della rete / imprevedibile come le onde / cantami della fame di attenzione della sete / di ogni idea che si diffonde / cantami o diva dello sciame digitale / l’ironia sta diventando una piaga sociale / cantami dell’immagine ideale / da
qualche parte c’è ancora sporchissimo il reale / cantami della proprietà privata interiore / del rumore di fondo della società dell’opinione / cantami del diritto alla segretezza alla distanza alla timidezza / cantami dei posti dove il wi-fi non arriverà mai / mai e poi mai mai e poi mai / dove il wi-fi non arriverà mai / mai e poi mai mai e poi mai / moltitudine o solitudine / solitudine o moltitudine.