Venerdi Santo a Foggia. 15 aprile 2022, Incontro tra l'Addolorata e il Cristo morto

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FOGGIA, "'U Scaravatte" (Lo Scarabattolo , nome che deriva dallo spagnolo escaparrate, indica uno stipo o una teca, in legno e cristalli, che chiude e protegge una sola scultura oppure un gruppo scultoreo sacro). L'urna con il Cristo morto appunto "'u Scaravatte" in dialetto foggiano, è conservata nel succorpo (cripta) della Cattedrale di Foggia. Si tratta di un'opera in legno dorato, vetro e cartapesta realizzata dallo scultore foggiano Giuseppe Fiore nel 1865. Con i suoi circa 600 Kg di peso è una delle urne col Cristo morto più sontuose d'Italia e per il suo sollevamento e per la traslazione processionale necessita di oltre 12 uomini.
Ogni anno nel giorno del Venerdì Santo viene portata in processione preceduta dalla Madonna Addolorata e da altre 6 statue in cartapesta raffiguranti momenti della "Passio Christi", i cosiddetti "Misteri" questi ultimi opere postume allo Scarabattolo realizzate dallo stesso Giuseppe Fiore. In realtà i "Misteri" furono commissionati al Giuseppe Fiore a completamento dell'urna e per mantenere lo stesso stile sostituendo le vecchie statue di autori vari, le quali attualmente si trovano nella Chiesa Madre di Sannicandro Garganico.
Purtroppo Giuseppe Fiore, già avanti negli anni, non riuscì a terminare il lavoro. Aveva realizzato le prime quattro statue quando morì. Le ultime due statue (le statue non furono costruite in ordine processionale) furono affidate al cartapestaio leccese, ma di fama mondiale, Luigi Guacci il quale aveva già realizzato altre opere a Foggia, tra le quali il Sacro Cuore con san Francesco conservati nella nostra Chiesa di san Pasquale e realizzerà piu tardi, tra il 1912-1913 la nostra statua di Sant'Antonio.
Al termine della processione mentre i Misteri fanno il loro rientro in Cattedrale l'urna e l'Addolorata si fermano in Piazza XX Settembre, una piazza scelta per capienza e posizione dove ha luogo la cosiddetta "Desolata" detta anche l"l'Incontro" Una tradizione riflessa dai Vangeli Apocrifi, dal Pianto di Maria di Jacopone da Todi e da altre credenze popolari che vedono la madonna addolorata avvicinarsi all'urna per tre volte prima di riconoscere suo figlio morto.
Sin dalla prima edizione della "desolata" la colonna sonora è stata una sorta di marcia funebre estratta dall'opera "Jone, l'ultimo giorno di Pompei" del siciliano Errico Petrella dove nel IV atto il protagonista Glauco viene accompagnato nel circo, incontro alla morte. Probabilmente fu scelta la marcia di Jone perchè all'epoca era una novità infatti l'opera Jone è del 1858, per cui all'urna nuova, la statue nuove si volle abbinare una musica nuova che resterà sempre la stessa anche oggi dopo oltre 150 anni.
Questa rappresentazione veniva svolta nella attuale via Catalano, una viuzza che sfocia proprio di fronte all'ingresso della Cripta. La decisione di trasferire la Desolata in piazza XX Settembre che resta a poche centinaia di metri dalla Cattedrale, fu dettata dall'esigenza di spazi più ampi per contenere la sempre più copiosa partecipazione di fedeli che a tutt'oggi supera le tremila presenze. Nell'occasione l'arcivescovo Metropolita di Foggia impartisce la solenne benedizione alla città con la reliquia della Santa Croce.