Vero Tarca - SEVERINO e Il PRINCIPIO DI NON CONTRADDIZIONE

Luigi Vero Tarca, allievo storico di Emanuele Severino (al quale succedette, nell'insegnamento di Filosofia Teoretica, alla Ca' Foscari di Venezia), parla dell'importanza del "Principio di non contraddizione" (quel “βεβαιοτάτη ᾀρχή”, "Principium firmissimum" per i latini, che Aristotele affronta nel quarto della "Metafisica") nel sistema del maestro... appena un accenno alla questione centrale della filosofia severiniana e non solo.

[@maurorossi7078]

Definire E. Severino "un classico", come ha fatto l'intervistatore, è a dir poco fuorviante, da tutti i punti di vista. Bravo roscio85 che proponi questi video.

[@alessandrovaccari782]

Chiaro è che nella post-modernità il principio di non contraddizione è stato scardinato in nome della conquista della libertà individuale a partire da Max Stirner che pone nell'egoista la quadra per un sistema filosofico chiuso, autonomo e perfetto, alla stregua di quello severiniano. Se però quindi anche "il mondo è tuo" (Tony Montana, Scarface) allora tutto è lecito e a maggior ragione la contraddizione (contemplata da Stirner). Ne consegue però anche la frammentazione dell'Io con compromissione dell'identità. Al contrario l'integrità si regge sul principio di non contraddizione, così anche l'elemento della coerenza, a patto però di accettare un certo grado di rigidità. Allora paradossalmente il volto della Sfinge è folle perché ripete infinitamente sé stesso senza avere la capacità di accogliere l'impermanenza del tutto che scorre quanto la libertà del folle stesso che non avendo il fulcro del Sé non può sorreggere il mondo.

[@arabaphenix]

Grazie. Spero che pubblicherete anche l’intervento della professoressa Cusano.

[@stefanomattiello248]

Ma il principio di non contraddizione non porta con sé una visione duale della vita, esempio il bianco non puo' essere nero, il giorno non puo' essere la notte, la vita non puo' essere la morte ecc., velando la verita' dell'esistenza nella quale e' invece possibile scorgere il superamento delle apparenti contraddizioni pannikariamente parlando ?

[@stefanobosio7126]

Alla fine però il principio di non contraddizione non è il Destino di cui parla Severino. Vero Tarca non lo specifica sufficientemente.

[@muziomicalizzi6351]

Ne saprà pure molto ma al dunque non c'ha spiegato niente.

[@ioghi54]

Non mi pare, il PNC per Severino è stato ignorato da chi pensa che l'ente possa essere diverso da sé e quindi anche uguale al nulla, ovvero sia da Aristotele che pur avendo esplicitato il PNC prevedeva questa possibilità temporalizzando il PNC (una cosa è quando è, e non è quando non è), sia da Leopardi, Nietzsche, Dostoevskij, etc. quando parlano del nulla nichilistico, sia da chi considera il PNC un principio logico e non filosofico e in quanto tale non sufficiente per comprendere il senso del Tutto (es. chi dice che la rete-PNC copre una parte del mare, ma che il mare è un'altra cosa). Si tratta pertanto di andare oltre entrambe queste interpretazioni del PNC per superare sia la temporalizzazione aristotelica affermando che anche la negazione dell'esser sé di una cosa appartiene all'esser sé di quella cosa, sia per superare il nichilismo che rende un ente uguale al nulla e, per contro, affermare l'eternità di ogni ente e la sua impossibilità di essere uguale al nulla, e questo è il pensiero di Severino che cambia il nome del PNC in PINC (Principio di identità non contraddizione).