Рет қаралды 938
“Un uomo può salvare l’universo intero. La tettonica a zolle ci insegna che uno spostamento di qualche millimetro negli strati profondi della crosta terrestre provoca un terremoto in superficie!
Una spiritualità creatrice (…) costituisce la vera infrastruttura della storia (per riprendere, rovesciandolo, il vocabolario marxista). (…)
Bisogna rifare dell’uomo una domanda, e dirgli che questa domanda non è senza risposta! Una domanda, molte domande. (…) Gli antichi asceti dicevano che il più gran peccato è l’oblio: quando l’uomo diventa opaco, insensibile, talvolta indaffarato, talvolta poveramente sensuale, incapace di fermarsi un istante nel silenzio, di stupirsi, di vacillare davanti all’abisso, sia per orrore oppure per giubilo. Incapace di ribellarsi, di amare, di ammirare, di accogliere l’inconsueto degli altri e delle cose” (Olivier Clement)
L’Accademia Valdarnese del Poggio propone alle comunità del Valdarno, in particolare ai giovani, questo progetto che nasce da una consapevolezza che appare condivisa da tanti: l’uomo di oggi, immerso in una impalpabile liquidità di valori, rischia di venire travolto dalla veloce e frenetica mutazione degli eventi, dei comportamenti, delle relazioni.
Eppure mai come oggi emerge, anche inconsapevolmente, il bisogno di aggrapparsi a concreti esempi di vita, spesso indicati in senso riduttivo come “visionari”, ma in realtà profetici segni di speranza, tesi a costruire concretamente “la città” del futuro.
Il secondo incontro vede protagonista la filosofa Simone Weil: Sabina Moser (docente di Religione del Liceo Michelangelo di Firenze) e Marco Vannini (già docente di Filosofia nei Licei) ne parleranno in una conferenza dal titolo “Simone Weil: la radice celeste. Essere nell’eterno per vivere nel tempo”