Mi chiedo cosa avesse in mente Rabl quando ha composto questo quartetto. Sarebbe stato affascinante poterlo sapere. In mancanza di documenti diretti, la bellezza e l'intensità della composizione restano aperte all'interpretazione personale degli ascoltatori. Credo che chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare dalla musica, ognuno di noi possa immergersi in un mondo suggerito dalle stesse note. Questo ensemble mi ha condotto in un affascinante mondo sottomarino, forse suggerito dalle armonie sfumate e i ritmi pulsanti. Il clarinetto, guida sensibile, mi ha immerso nelle profondità oceaniche. Il pianoforte ha agito come il mare stesso, con dinamiche fluide che riflettevano la variazione di luce e oscurità nell'ambiente subacqueo. Il violino, con le sue melodie eteree, ha aggiunto un tocco di incanto, come creature marine danzanti nella corrente. Questa performance ha suscitato in me contrasti emozionali, un'oscillazione tra la malinconia profonda e l'euforia delle correnti oceaniche opposte. Ogni strumento ha contribuito a rendere l'esperienza del romanticismo di Rabl letteralmente "immersiva". Ancora adesso, dopo l'ascolto, mi sento immersa negli abissi luminosi della sua creatività e della suadente interpretazione. Rabl, che se non ricordo male era clarinettista, sembra aver composto questa opera già sapendo che un clarinettista, nel futuro, avrebbe conferito onore e profondità alla sua creazione. Non so se nelle profondità oceaniche fossi un'orca o una sirena, ma ciò che è certo è che riemergendo dalla profondità, sono purtroppo ritornata umana e ora devo andare a lavare i piatti...😢