@@ubudanceparty peccato, manca la tua visione sulla musica attuale e passata
@ubudanceparty5 күн бұрын
@@massimilanoboffredo5262 Cercherò di essere più presente, promesso!
@gl65548 күн бұрын
Li stavo ascoltando in questi giorni. Vanno nella mia classifica 2024. Tutto però sormontato da ieri dal disco del cure. Il disco dei cure. Parlane. Totale.
@ubudanceparty8 күн бұрын
Vediamo se riesco a trovare un po’ di tempo in questi ultimi due mesi di 2024…
@gl65547 күн бұрын
@ubudanceparty aspetto anche julie
@robiroberto24736 күн бұрын
Ciao Giuseppe👋.Durante l'ascolto di questo album, mi è parso di sentire( per quanto possa essere importante) delle sfumature e dei richiami alla band punk rock the Lurkers. Cosa ne pensi? Mi aspetto da te tante e tante recensioni di album nuovi. Ciao 👋
@ubudanceparty6 күн бұрын
Devo dire che tutto avrei pensato tranne che ai Lurkers! Se come me intendi la band londinese di "Fulham Fallout" direi che no, non c'è molto nei Being Dead che richiami a quella meravigliosa epifania che furono i Ramones - punto di riferimento dei Lurkers. Ora però sarà difficile non battezzare il dopo pranzo domenicale con un ascolto a rotta di collo di "Fulham Fallout", "God's Lonely Men" e "This Dirty Town"!
@kendricco-pu3gw8 күн бұрын
d'accordissimo, a me sembrano la brutta copia di von lmo
@ubudanceparty8 күн бұрын
Che ci metteva anche un carico no wave da novanta!
@francescopercassi701815 күн бұрын
Grazie per questo bellissimo video!! Ho apprezzato molto la tesi per la quale il DS contemporaneo vada un po' sganciato dalle sue radici puramente black metal. Aggiungo qualche uscita interessantissima: Flies the Coop - Hole Dweller Stoned in Gielinor - Flickers from the Fen Arda's Herbarium : A Musical Guide to the Mystical Garden of Middle-Earth and Stranger Places - Vol. I - Ithildin Lost Songs of Distant Realms: Volume One - Quest Master ps nel 2016 avevo composto qualche pezzo DS ignorando che esistesse e solo ora le ho caricate su bandcamp :*))
@ubudanceparty15 күн бұрын
Grazie per le dritte, Quest Master e Flickers non li ho ancora ascoltati e li metto subito in lista. Ora però caccia il link al tuo Bandcamp!
@fermomazzoni22 күн бұрын
❤️✨✨✨
@VEFAAMAIMÅNESKIN-dcr423 күн бұрын
I Måneskin sono bravissimi e quando ho letto il titolo mi stavo sentendo male
@ubudanceparty23 күн бұрын
Attento che non abbiamo la copertura sanitaria in questo canale! Al massimo sono autorizzato a leggerti il bugiardino del Vivin C.
@alpiffero23 күн бұрын
La cosa della "fossilizzazione" dopo i 35... boh. Non dico di non crederci (anzi, è macroscopicamente evidente), ma mi sembra prevenibile, e lo dico perché sento proprio di averla prevenuta. Il mio gusto attuale si è formato intorno ai 30, e l'ascolto dei mixtape appena prima del Covid lo ha evoluto ulteriormente; è chiaro che non sento i tradizionali indonesiani con le orecchie del fanciullo, ma dopo un'adolescenza che non m'importa nulla di salvare, dopo un'età interiore ormai stabilizzatasi intorno ai 90 anni... boh, l'"era meglio prima" non mi tocca affatto. Per il resto encomio assolutamente la scomparsa dei voti, ma già lo sai. È tutta una gara a chi ce l'ha più lungo, adesso basta
@ubudanceparty23 күн бұрын
Il concetto di neuroplasticità, oltre alle altre funzioni che descrive, c’è anche quella di allenare attraverso stimoli esterni proprio questo tipo di ascolto attivo. Banalmente è un esercizio anche questo, ma prevede costanza e ricerca. Non è scontato, e se ci pensi bene è un “lusso” o comunque un investimento di tempo notevole.
@alpiffero23 күн бұрын
@@ubudanceparty vero, e d'altra parte è il tipo di investimento che secondo me qualifica l'appassionato
@enrikcalavera929824 күн бұрын
Ciao, cosa pensi dei CCCP?
@ubudanceparty23 күн бұрын
Che sono stati una delle più genuine esperienze della scena punk italiana. Riuscire a far collimare la tradizione emiliana con l’austerità sovietica non è cosa da poco, e l’estetica scaturita da questo attrito è qualcosa che ha segnato profondamente l’immaginario collettivo, almeno da noi.
@enrikcalavera929820 күн бұрын
Non credi però che a) tutto questo sia stato possibile e credibile in uno scenario, quello della musica italiana degli anni ‘80, profondamente povero dal punto di vista della musica alternativa? E, di conseguenza, non credi che b) per un ascoltatore odierno, con potenzialità di accesso maggiori alle varie discografie estere, che pertanto si forma su sonorità coeve affini ma provenienti da altri paesi (come USA, UK e Germania), potrebbero essere molto meno interessanti? Forse hai già previsto tutto questo nella conclusione della tua prima risposta. Io inoltre non riesco a non vedere nell’atteggiamento quasi idolatrico che si è costituito nei confronti di un gruppo come i CCCP (o di un personaggio come Canali, per dire) un forte provincialismo che ignora quello che è avvenuto fuori. E una volta solidificato e invecchiato un elemento di deterrenza per chi vuole fare qualcosa di nuovo. Nel senso, i padri ci sono sempre stati e si è sempre cercato di superarli, ma in Italia mi sembra poi che ci sia pure una pericolosa sovrapposizione tra artisti underground e mainstream, con i primi che diventano popolari attraverso apparizioni radiofoniche o televisive, con queste ultime che quasi vanno a legittimarne l’importanza e a rafforzarla ancora più di quanto sia, o comunque distorcendola, alle orecchie di un ascoltatore odierno
@ubudanceparty19 күн бұрын
@@enrikcalavera9298 Intanto grazie perché domande di questa qualità sono ciò che rende il mio lavoro mai banale. Apri una serie di questioni ma cercherò di risponderti in modo organico senza scavalcarne nessuna. Quando i CCCP nascono le loro sonorità sono già presenti in tantissime scene musicali, anche europee. Pochi giorni fa sul gruppo Telegram di Ubu Dance Party parlavamo di band come Paraf, Mrtvi Kanal, Pankrti, Pekinška Patka e Azra, che in quella che era la Jugoslavia sovietica avevano già mescolato i linguaggi del punk con quelli della new wave, e molte di queste band saranno infatti d’ispirazione per gruppi come i CCCP in Italia, che guardavano ad Est con enorme curiosità e prossimità contro-culturale. Senza contare che tutte queste sonorità si svilupparono prima negli USA e a cascata sull’Europa del nord. Certamente in uno scenario così complesso è difficile immaginare di CCCP come una band fondamentale per l’innesto di certe sonorità, ma infatti è un errore storico e critico che cerco sempre di evitare. Al contrario degli Skiantos, che fecero del punk qualcosa di unico, spesso superando a livello di consapevolezza molti dei loro genitori anglofoni, i CCCP furono un’espressione genuina di un processo in divenire. Però, come ti ho scritto nel commento qua sopra, la loro peculiarità stava nell’applicare la lezione di Béla Bartók al punk, ovvero nascondere nell’avanguardia la tradizione e farne il perno di un linguaggio che fosse sì ispirato dai venti di novità presenti in Europa, ma anche dal riconciliarsi con le espressioni locali di una musica da preservare - poiché culturalmente identificativa. Non è un approccio rivoluzionario, né i CCCP rappresentano una novità tout court, ma nel contesto italiano fu una presa di coscienza che ha segnato profondamente l’evoluzione di certo rock nostrano, creando un approccio che vive tutt’oggi sotto diverse forme. Certamente nell’idolatria che segue i CCCP vi è del provincialismo, ma credo che in generale idolatrare gli artisti sia sintomo di carenze culturali e non di ricchezza da qualsiasi prospettiva la si voglia vedere. Ovviamente i CCCP acquisiscono qualità da un contesto ben preciso, cioè l’Italia degli anni ’80, in cui i cantautori uscivano dai locali notturni e facevano i concerti negli stadi (Dalla, Dee Gregori), dove i giovani del prog erano diventati i pionieri della Italo Disco, dove l’art pop di Battiato sbancava in classifica, in tutto questo band come Litfiba e CCCP intrapresero un cammino diverso, certamente derivativo e in ritardo sulla scena punk, ma significativo in quel piccolo pezzetto di mondo che è l’Italia. Quindi sì, i CCCP sono stati una delle più genuine esperienze della scena punk italiana, capaci di far collimare la tradizione emiliana con l’austerità sovietica, segnando profondamente l’immaginario collettivo degli appassionati italiani. Sono stati una delle formazioni più importanti della storia del genere? No. Sono stati una delle emanazioni più importanti in Italia? Sì.
@enrikcalavera929819 күн бұрын
Ti ringrazio per la risposta estesa e in generale per il lavoro che porti sul tuo canale, estremamente di qualità e a mio avviso prezioso in Italia. Condivido tutto. A mio avviso ci sono due o tre letture: una storica concentrata geograficamente sull’Italia, una storica con un approccio comparativo e una contemporanea
@p3psy_37324 күн бұрын
spunti di riflessione preziosissimi grazie!
@riccardofabio445824 күн бұрын
"E la musica dance, purtroppo". No. (Capisco benissimo quello che vuoi dire, però fidati, per chi la sa apprezzare, la dance italiana è la musica migliore che abbiamo esportato all'estero). 😁🤪
@ubudanceparty24 күн бұрын
Ma infatti mi sono scusato con Giuseppe Bona ma vale per tutti, la mia ignoranza non sconfigge la vostra forza.
@ubudanceparty24 күн бұрын
Perché quando faccio le live tramite KZbin il microfono ha tutti questi artefatti sonori? Che tragedia la mia incompetenza su queste piattaforme e software. Prossima volta si fa tramite OBS. Che scocciatura.
@playthekazooable26 күн бұрын
La cosa interessante di questo album al di là che possa piacere o meno è che ha suscitato una guerra tra critici e scribacchini di musica, quindi credo sia molto ok. Sicuramente Cindy Lee non si aspettava tutto ciò e la viralità del disco è dipesa proprio da condivisioni di influencers, blog alla moda molto seguiti. Viva la trap!
@fermomazzoni28 күн бұрын
Yeah!!!❤🎉
@francescorusso3104Ай бұрын
Non sono d'accordo sul fare schifo a prescindere dei Greta van Fleet. Fate questo esperimento mentale: siete in spiaggia e lo stabilimento (assecondatemi) piazza, alle 11am, 37° gradi di calura, i Maneskin. La gente ,bisognosa di distrazione e fruizione semplificata (ancor di più nel contesto mindless di uno stabilimento balneare) ancora non li conosce - ma si ritrova a sentire uno dei loro pezzi "rock" (non una ballad ovviamente). Immaginate la reazione: pochi si lamenterebbero, qualcuno potrebbe anche provare canticchiarli, nonostante il rock si suppone solleciti il sistema nervoso dei bagnanti, già provato dal caldo, a prescindere più di quanto farebbe un qualunque tormentone estivo. Ora fate lo stesso con una hit dei GvF. Secondo me andrebbero dal DJ a dirgli di rimettere Jovanotti o si butterebbero in acqua per l'improvviso non tollerare più l'afa. Vedete voi se i GvF continuano a farvi schifo o se improvvisamente grazie ai Maneskin non assurgono a band rock verace di cui si sentiva la mancanza da anni.
@ubudancepartyАй бұрын
Come esperimento sociale potrebbe essere un successo o risultare in una rivoluzione in cui i bagnanti soggiogano il DJ e ci costringono ad ascoltare “Sesso e samba” alternandolo alla macarena fino all’ora dell’aperitivo (che si sa, è il regno di Michael Bublé).
@gl6554Ай бұрын
Buongiorno, è sempre un gran piacere sentire le tue recensioni. Grazie. . P.s. fanne di più 😆🤪 Yo non lo avevo sentito, provvedo subito P.p.s Ti lascio la mia classifica 2024 ad oggi. Che ne pensi soprattutto dei julie? julie - My anti-aircraft Friend Crack Cloud - Red Mile Koalra - Disasterclass Whitelands - Night-Bound Eyes Are Blind To The Day EKKSTACY - EKKSTACY Wishy - Triple Seven The Spirit of the Beehive - You'll Have to Loose Something twikipedia - For the Rest of Your Life King Hannah - Big Swimmer Maruja - Connla's Wells Wunderhorse - Midas Hot Garbage - Precious Dream Fontaines DC - Romance The Sprints - Letter to Self Parannoul - Sky Hundred DIIV - Frog in Boiling Water Gurriers - Come and See Shellac - To All Trains Been Stellar - Scream From New York Cola - The Gloss
@ubudancepartyАй бұрын
Mi sembra una classifica molto divertente! Ammetto di non avere un grande ascendente per gli Sprints, anzi, sicuramente deflagrerei dalla lista i Fontaines D.C. ma perché sono una cattiva persona. Sui Julie dedicherò presto una recensione, in quanto l'ultimo album presenta diversi elementi in linea con molte questioni sollevate quest'anno sul canale. Ti posso dire che sono colpito dal riscontro unanime che leggo sul web riguardo al disco, ormai queste sonorità (di cui anche Yo fa parte, anche se con riferimenti diversi) stanno permeando sempre di più la scena contemporanea, bisognerebbe fare lo sforzo di capire perché tracciando una mappatura del fenomeno.
@gl6554Ай бұрын
@@ubudanceparty Nel commento ti avevo messo anche i dischi che ancora devo classificare, non so perché non ci sono... Los Campesinos / samlrc / Ride / Cigarettes After Sex / Yard Act / The Smile / Robber Robber / The Bug Club / sonhos tomam conta / Deadletter / Softcult / Uranium Club / Geordie Greep / Magdalena Bay/ If Kansas had Trees / knitting / Honeyglaze comunque... Sprints non mi dispiacciono, mi ricordano molto i Distillers che mi piacevano un botto. La cantante soprattutto. Fontaines assolutamente deludenti, peggior album prodotto da loro e di gran lunga. Li ho messi per devozione, visti in concerto mi hanno stravolto. Esagerati. E per l'ultima canzone dell'album, favourite, un istant classic. Per il discorso dei julie, io amo quel tipo di band e quel suono. Come sento qualcosa che può assomigliare ai My Bloody Valentine impazzisco. Aspetto con grande attesa la tua recensione. Grazie ancora
@beppebonaАй бұрын
non è un caso che le torri gemelle appaiano spesso nelle infinite compilation/radio vapor office core. A volte ho trovato in descrizione robe tipo "immagina di fare tardi a lavoro al world trade center". E' strano perché è tutto molto inquietante ma anche dolce e consolatorio nel senso più empatico del termine.
@cruelrecords7045Ай бұрын
Fantastico ho comprato LP qualche giorno fa, scomposti più di Beefheart distruttivi come i Royal Trux. Un delirio sublime
@ubudancepartyАй бұрын
Se ti piacciono questi lavori più frammentati e originali sempre di quel periodo ci sono album altrettanto radicali come “Orgasm” dei Cromagnon, i primi due di Fugs e Godz e “Uncle Meat” di Frank Zappa. Personalmente adoro anche il Mayo Thompson (principale autore dei RK) post punk degli anni settanta e ottanta, influenzato dai Pere Ubu e con un seguito di musicisti quasi fideistici nei suoi confronti.
@fermomazzoniАй бұрын
❤✨
@GianPaoloGalasiАй бұрын
Ma ... teatranti coreani (visto che li citi) che vengono in Italia, magari nel milanese o nel varesotto? Ho ripreso a fare teatro e ho bisogno di stimoli ...
@ubudancepartyАй бұрын
Non è che ci sia un gran giro in Italia, perlopiù nel nord, sopratutto verso il Friuli, ci sono molti festival e stagioni che ospitano artisti dall’est Europa. A Milano c’è MilanoOltre che è una rassegna di teatro molto interessante con ospiti internazionali. Lo scorso anno sono passati Emio Greco, Marie Chouinard e Maud Le Pladec. Sono spesso in Italia registi e compagnie straordinarie come Agrupación Serrano, Milo Rau, Miet Varlop, El Conde de Torrefiel, Marlene Monteiro Freitas, Boris Charmatz, ma dalla Corea del Sud è davvero molto difficile - ovviamente per i costi che una tale trasferta avrebbe sulle casse già piuttosto povere delle fondazioni/enti/società teatrali. In compenso Sotterraneo, brillante compagnia toscana, ha di recente fatto un breve soggiorno a Seoul e adesso è un tournée con uno spettacolo bellissimo che è: “Il fuoco era la cura” ispirato a Fahrenheit 451 di Bradbury, consigliatissimo. Per Milano ti consiglio di seguire come portale critico Stratagemmi, in cui lavorano (tra gli altri) giornalisti del calibro di Maddalena Giovanelli, Alessandro Iachino, Andrea Malosio, Francesca Rigato, Alice Strazzi, miei colleghi che stimo molto.
@leonardodm7184Ай бұрын
Una tantum, un buon disco che vedo proposto in questo canale. Bello, ma Bright Green Field lo supera di brutto
@ubudancepartyАй бұрын
BGF è migliore sotto molti punti di vista, ma è difficile non apprezzare lo sforzo di non ripetersi sullo stesso frangente rilanciando sia in quanto forma canzone sia nello stile. Devono ancora lavorarci sù, ma di certo non gli manca il talento.
@leonardodm7184Ай бұрын
@@ubudanceparty quello senz'altro
@leonardodm71842 ай бұрын
Un'altra "sola" di disco (definirlo mediocre è poco)
@leonardodm71842 ай бұрын
Na schifezza di disco
@alpiffero2 ай бұрын
Ottima scoperta Epepé, grazie
@ubudanceparty2 ай бұрын
Ringrazia quel gran signore di Luca Tanzini che ne sa una più del diavolo! Me la fece conoscere lui se non ricordo male, gli curò anche la copertina del disco (bellissima, ovviamente).
@cloudethebest2 ай бұрын
Ma quindi non faresti rientrare Diamond Jubilee nel calderone dell'hypnagogic pop di Ariel Pink? Complimenti comunque, non conoscevo nessuno dei nomi citati. Onestamente il pezzo che più mi è piaciuto di cindy Lee è I want you to suffer dell'album precedente. La decostruzione di una melodia pop dal sapore antico che "degrada" nel noise l'ho trovato geniale, ma da come parli probabilmente la penserai al contrario.
@ubudanceparty2 ай бұрын
Dato che in questo video ho messo al centro dell’analisi la contestualizzazione dell’album penso che presto (parola usata chiaramente a sproposito) farò una live in cui entro nel dettaglio del disco e quindi delle canzoni. Sull’hypnagogic pop direi che sì, questo album ne contiene diverse caratteristiche, le prossimità con Ariel Pink sono chiaramente sul fronte pop, mentre sul lato più psichedelico direi che Cindy Lee ci va molto più leggera di Pink e con riferimenti diversi (non a caso in diverse interviste Flegel ha citato gruppi garage punk come i Dead Moon, in fondo il suo spirito è più legato alla immediatezza del garage che alla introspezione della psichedelia).
@leonardodm7184Ай бұрын
@@ubudancepartyil disco di Cindy Lee ha un effetto guttalax. Tra le cose più brutte ascoltate negli ultimi 10 anni. Jane Remover è Joni Mitchell in confronto
@ubudancepartyАй бұрын
Il disco a me non fa impazzire come ascoltatore, fra l’altro volevo dedicarci una live per entrare nel merito ma non ho avuto tempo. Però è indubbio che il suo riscontro a fortissima trazione generazionale ha un contesto che lo premia attraverso i suoni che lo caratterizzano, non posso valutare un album solo sulla base di ciò che mi piace o non mi piace, ma anche sul valore che esprime nella scena a cui appartiene. Come ho detto nel video non sono tra quelli che lo definiscono un capolavoro, neanche lontanamente, ma è un buon gancio per scoprire artisti meno conosciuti che hanno fatto sì che nell’underground questi linguaggi tra noise, pop, psych e retromaniaci diventassero caratteristici di un certo tipo di ascoltatore molto attivo e curioso e anche molto giovane.
@leonardodm7184Ай бұрын
@@ubudanceparty si creano degli hype su tanti fenomeni. Di hyper-pop ne esce a tonnellate. Underscores va alla grande, ma a me non dice nulla. Al contrario, trovo interessante Jane Remover e mi piacciono molto i 100 Gecs. Un disco che reputo un gioiello è E degli Ecco2k
@leonardodm7184Ай бұрын
Pure Brat di Charli XCX... Hyper-pop di quarta mano. Charli del 2019 è già tutta un'altra cosa
@fermomazzoni2 ай бұрын
Yeah yeah yeahs!!!❤️✨
@ubudanceparty2 ай бұрын
Comunque visto che non sono entrato nel dettaglio dell’album può darsi faccia una live dedicata.
@fermomazzoni2 ай бұрын
@@ubudanceparty ❤️✨✨
@Fedro262 ай бұрын
Complimenti, un tributo degno di Pirsig
@ubudanceparty2 ай бұрын
Grazie, davvero, anche se era molto improvvisato spero di aver intercettato un po’ di Qualità dinamica. Sicuramente ci tornerò sù, più poi che prima.
@mrleahcim952 ай бұрын
Hai ascoltato il nuovo Magdalena Bay ?
@ubudanceparty2 ай бұрын
Sì li ho ascoltati, è un lavoro molto fuori dalle mie corde. L'ho trovato ottimo dal punto di vista formale, per me (per me) molto meno interessante della scena hyperpop, da cui il duo coglie giusto alcune accortezze estetiche, lanciandosi in direzione di un synth pop retrò con sezioni vaporose, brevissime e inconsistenti accelerazioni, ma costruendo canzoni molto solide e tendenzialmente non banali. Io li posso sopportare al massimo 15 minuti, ma è un limite mio.
@5minuti_e_rotti2 ай бұрын
Lo ascolto da 15 giorni e devo dire che questo disco secondo me lascerà il segno
@ubudanceparty2 ай бұрын
Nel portafoglio di qualcuno sicuramente.
@andreafranceschin8202 ай бұрын
Ascoltandolo su qobuz in Hi-Res mi pare registrato male, alcune canzoni ovattate… anche a voi?
@ubudanceparty2 ай бұрын
Ho letto molti commenti a giro che lamentano un suono ovattato del disco. Jack White ha sempre avuto un approccio molto artigianale alla registrazione, spesso utilizzando attrezzature vintage e tecniche analogiche, perché gli piace così. Per ora, senza molte altre informazioni di prima mano, credo che molti sentano “ovattato” qualcosa che è registrato non con tecniche molto moderne che ne limitano la chiarezza del suono.
@andreafranceschin8202 ай бұрын
@@ubudancepartygrazie molte per questa risposta
@fermomazzoni2 ай бұрын
È sempre un piacere, grazie!❤
@GianPaoloGalasi2 ай бұрын
Non sono mai stato un grande fan di Jack White, quando era all'apice coi White Stripes ho ascolticchiato un po' di cose ma poi ci furono le ristampe dei Can e dei dischi BYG di jazz e fui assorbito da altro ... sono andato ad ascoltare questo No Name dopo averti ascoltato e l'ho trovato interessante, spiegherò perché. Quest'anno tutte le uscite nuove che ho ascoltato (Kim Gordon, Beth Gibbons, James Brandon Lewis and Messthetics ... e poi mi sono fermato per andarmi a recuperare dischi vecchi che mi mancavano) mi hanno fatto dire, con l'eccezione di St Vincent che ho trovato interessante (portare l'industrial nel pop ... ) e di Kamasi Washington (di cui mi piace come mescola il free jazz col rap e il rhythm and blues psichedelico): "Bella musica ma è solo musica. Non c'è un solo momento in cui si esca dal seminato verso la vita, verso l''urlo primordiale' della realtà. Sembra che avessero ragione musicisti improvvisatori con cui ho parlato dieci anni fa che volevano essere considerati come 'onesti artigiani', con tutte le limitazioni del caso". Questo disco di White è l'unico, assieme agli altri due che ho citato, che mi ha fatto percepire (ma tutta la vicenda Nuggets io devo ancora recuperarla!) tramite certe svisate quasi rumoristiche un minimo di affondo e di uscita dalla musica alla vita (mi spiego: la 'risoluzione delle dissonanze' per Zappa è come un sollievo dopo il prurito. Per me il momento in cui c'è una dissonanza è invece come l'apertura a un caos, benevolo o malevolo poco importa, che è la nuda vita, come si vede in certi ritratti di Bacon, la 'sensazione' di cui parla Deleuze) che mi è mancata completamente nella musica (poca, lo ammetto) nuova che ho ascoltato quest'anno. Il disco di White in questo senso è quello che si avvicina di più a questo mio sentire, con tutto che il mio ragionamento non invalida il tuo in quanto il mio potrebbe essere solo una scusa per una mia eventuale pigrizia mentale (ho 51 anni, non tutti alla mia età sanno stare dietro al nuovo). A scanso di equivoci mi sto ascoltando Predator di Govier e mi sta piacendo, anche se a dirti il vero ci trovo molto dei Sebadoh e dei Dinosaur Jr, non alla lettera ma nello spirito (asciugando le canzoni dai feedback o dal rumore della bassa fedeltà) ... comunque anche quello un disco interessante. Questo non significa che celebrerei il disco di White, solo che direi a eventuali musicisti giovani: "prendete qualche appunto e poi incorporate quello che vi piace nella vostra idea di musica" ...
@ubudanceparty2 ай бұрын
Grazie per la riflessione, non è scontato investire del tempo per scrivere cose comunque personali, complesse, a volte anche difficili da restituire come la nostra relazione con la musica. Sì, come puoi intuire da solo senza che ti imbocchi in alcun modo, c’è molto oggi da ascoltare che supera di gran lunga la proposta di White, ma non è lo scopo del video ribadire l’ovvio. Mettere il proprio sguardo in relazione con un altro è la parte che preferisco della critica. La mia riflessione è pigra in un modo diverso dalla pigrizia che descrivi nel commento, quella di chi ormai non ha più tanto tempo né forze da investire nell’ascolto di cose nuove, è pigra nell’abitudine all’ascolto continuo, allo stimolo feroce come forma mentis. Se ti va prova ad ascoltarti “Diaspora Problems” dei Soul Glo, “My name is…” di what is your name?, “Most Normal” dei Gilla Band o “Dogsbody” dei Model/Actriz, “Concrete Cowboys” dei Buggin, “Living Human Treasure” degli Italia 90, “It Was Once Said to Be a Song” dei Gezan, “Infants Under the Bulb” degli Uranium Club. Non per cambiare opinione né il tuo godimento, ma per avere quella prospettiva che arricchisce l’ascolto e basta. Aggiungo solo quanto hai detto che la dissonanza come “apertura al nuovo” è un concetto tutt’altro che personale, ma molto vero. L’assolo in feedback presente in Anyway, Anyhow, Anywhere degli Who era un’idea di Townsend che prese alla sprovvista l’ingegnere del suono, non perché “strana” ma perché il rischio era che l’ascoltatore pensasse che il suo disco fosse danneggiato. La dissonanza è un idioma, rompe la causalità di una canzone e apre all’imprevedibile. Difficile pretendere qualcosa di più dalla musica…
@riccardofabio44582 ай бұрын
Mah, io non saprei dare un giudizio, dato che gli White Stripes non mi sono mai piaciuti, su questo tentativo di revival sonoro e tematico. Sicuramente sarà vero, come hai detto, che White è uno dei personaggi più importanti degli ultimi 40 anni di storia del rock, ma faccio fatica a capire i motivi, anche perchè quello che dici riguardo questo suo ultimo album non mi sembra nulla di nuovo, io ho sempre trovato la sua musica molto derivativa sin dal primo giorno.
@ubudanceparty2 ай бұрын
Jack White non ha rivoluzionato nulla, così come tanti prima di lui, ma è stata l’ultima icona di un certo modo d’intendere il rock. I primi tre album degli Stripes si allontanano dalla lezione noise di Pussy Galore e Jon Spencer per provare a riavvicinarsi alla materia originale, il blues. È un lavoro difficile da fare, in particolare in un periodo come quello, in cui il garage era molto in forma e ibridava in modi sorprendenti con tantissimi generi anche considerati antitetici. White si chiude in se stesso e capisce che il suo malessere ha un nome, lo stesso di Son House e Muddy Waters, e così toglie ogni orpello “bianco” al blues e lo fa proprio. La forza di quei tre dischi sono il racconto di un ragazzo, la sua rabbia contro un’industria che fagocita una città e i suoi ricordi, una memoria storica che è sì nostalgia ma anche tradizione, radici, carne e macchinari tessili, amori inaciditi dalla periferia, le notti in bianco ad ascoltare Dylan. Nessun album garage blues possiede l’ira di un pezzo come The Big Three Killed My Baby. White si confronta con i pesi massimi, facendo le stesse cover di band come i Rolling Stones, ed eclissando le loro versioni, senza arroganza ma con una essenzialità che poi è il suo marchio di fabbrica, riconoscibile a miglia di distanza. Quali sono i semi di questo approccio? Pochi finora, ma non sono un adepto dell’influenza come unico parametro di analisi valoriale. Ne parlai della sua carriera 10 anni fa sul blog, più o meno dicendo le stesse cose di adesso, ma con meno esperienza e meno ascolti, e quindi con meno precisione e consapevolezza.
@lucabonasio31432 ай бұрын
Anche l'approccio "nostalgico" varia molto a seconda dell'artista...penso ad esempio all'album di Cindy Lee , che ha tensioni apparentemente ancor più nostalgiche, ma cela una consapevolezza e una capacità di ibridazione nettamente superiori e molto più legate al contemporaneo. Recensione molto interessante!🔥
@ubudanceparty2 ай бұрын
Il bello del linguaggio è proprio la sua sospensione. La "nostalgia del futuro" espressa in tanta musica contemporanea è una cifra, uno stile, con un portato poetico e concettuale tutto tranne che fumoso. Mi piacerebbe parlare di Cindy Lee, vediamo se dopo questa lunga pausa recuperiamo!
@albertodelia10863 ай бұрын
Sono d'accordo sugli smile ma sono in disaccordo con tangk. Per me è un racconto maturo di un uomo che dopo i 40 anni pensa a se stesso e oltrepassa i suoi scheletri. Ho apprezzato molto la cura del suono, il mio brano preferito è POP POP POP e secondo me potrebbe essere un nuovo punto di partenza per uno stile diverso da prima. Ancora più minimale e claustrofobico.
@alessandrotucci20613 ай бұрын
Sono stati scaricatin
@BrendaScuderi3 ай бұрын
Sì, è bellissimo quest'album. Mi ricorda molto i Low di The Curtain Hits The Cast e, vocalmente, Mimi Parker che adoro/avo.
@beppebona3 ай бұрын
bellissimo video giuse,
@beppebona3 ай бұрын
io penso a due cose che non c'entrano niente tra loro: L'hardcore punk americano è un'epopea dell'autenticità: ogni scena si contende lo scettro dell'autenticità (chi è più straight edge, chi è più proletario, chi andava più veloce, chi è più diy ecc.. ). E all'interno di ogni scena c'è la demonizzazione di chi si allontana dall'hc. Anche quando questa ricerca ha portato a risultati rispettati dal tutto il resto della critica e degli appassionati. l'hc è proprio l'emblema della santificazione dell'autenticità nella musica. che ha caricato di aspettative un'intera generazione rimasta totalmente delusa. In cui ha molto più valore chi ha abbandona rispetto a chi continua. (si, ho letto da poco il libro di Steven Blush). Non conosco bene ogni scena ma non ho memoria di altre situazioni in cui l'autenticità è proprio il motore della scena. Se ci pensi, una delle accezioni di "punk" è proprio "autentico": puoi tranquillamente dire che Dj Gruff è più punk di Salmo. Avrebbe senso. L'altro esempio di santificazione dell'autenticità è la cucina italiana. In cui l'autenticità è stata pianificata a tavolino e resa parte imprescindibile nella costruzione dell'identità nazionale al pari della liberazione, di Garibaldi e del latino. Ma in generale anche quanto sia cruciale la costruzione posticcia dell'autenticità nella turistificazione del mondo. A volte questo valore quasi "positivista" dell'autenticità è pericolosissimo. Anche perché l'autenticità, banalmente, si può pianificare.
@ubudanceparty3 ай бұрын
L’autenticità è un principio estetico che è nato con l’avvento della riproduzione dell’opera d’arte, quindi relativamente di recente. Per dire, la Pop Art ha ragionato tantissimo attorno al concetto di riproducibilità/autorialità/autenticità, in quella stagione si è definita con chiarezza quasi tutta la traiettoria fino ad oggi. Certamente nel rock l’hardcore punk rappresenta una delle scene che maggiormente ha interpretato l’aspetto dogmatico dell’autenticità, cioè una serie di valori imprescindibili la cui adozione definisce a prescindere la qualità della tua azione artistica/politica. Molto bello l’esempio della cucina, ma lo si può allargare al concetto di tradizione in senso lato. Gli aspetti statici della cultura in cui viviamo, cioè quella somma di esperienze passate che hanno contribuito alla costruzione di una “tradizione”, sono di per sé autentiche. L’autentico dialetto di Piana degli Albanesi, l’autentico tondo donatelliano, l’autentico stile architettonico romanico e via discorrendo. Come giustamente dici però associare a questo tipo di autenticità un principio di assoluta positività è molto problematico, tipico delle società che faticano a svilupparsi culturalmente e a definire un’idea museale della cultura stessa.
@Marco95.k3 ай бұрын
Hai guadagnato un nuovo iscritto, cercavo canali che parlassero di musica un po' più "di nicchia", e ho apprezzato questo video critica dedicato ad uno dei miei album preferiti di sempre
@gl65543 ай бұрын
Ciaoooo, ti segnalo il disco di twikipedia. Lo hai sentito? Secondo me può piacerti. A me tanto.
@ubudanceparty3 ай бұрын
Ciao! Non capisco più come funzionano le notifiche, sarà che da bravo vecchio-di-merda™ faccio tutto da desktop, e così ho letto adesso che avevi scritto questo commento una settimana fa. Ottimo. Allora, "For the Rest of Your Life" è il lista ascolto ma non l'ho ancora toccato, data la dritta però lo metto in alto nella pila, promesso!
@gl65543 ай бұрын
@@ubudanceparty io in ascolto ora ho il nuovo, bellissimo album dei crack Cloud che mi sta piacendo un casino!
@VNn20233 ай бұрын
Sui Maneskin, cercando di essere oggettivi: - Il cantante ha una voce decente, i musicisti: la bassista è mediocre, gli altri due giusto un filo meglio di lei. - "Torna a casa" è una canzone riuscita, "Zitti e buoni" e molte altre canzoni invece sono mediocri quindi sono molto altalenanti. - C'è molta fuffa, molta immagine ecc. Giudizio finale: visto il livello medio molto basso non si può pretendere più di tanto, sicuramente in futuro (quello vero) saranno dimenticati come il 99,999999999% della musica commerciale del '900 e di oggi.
@ubudanceparty3 ай бұрын
Oggettivo è tutto ciò che è misurabile ma non valutabile a livello estetico. Avere una voce allenata non è significativo di niente di per sé, Jad Fair canta malissimo eppure è uno dei musicisti più importanti per lo sviluppo di certa musica indipendente. Considerare una canzone di Qualità o meno non lo si può di certo fare passando esclusivamente dai dati oggettivi, il fatto che una canzone sia in 4/4 o in 5/8 non vuol dire nulla senza un adeguato contesto. Così come l’immagine è un discorso che prende significato e valore sempre all’interno di un contesto semantico. Ciò che rende i Måneskin un gruppo poco interessante è l’approccio, la costruzione classica della canzone che segue il trend di altre band revival come Greta Van Fleet, ma sposa i canoni estetici tipici Italiani della canzone (centralità della espressività vocale e melodia al di sopra di altri elementi formali) senza proporre alcuna differenza rispetto al passato. Band come Le Vibrazioni avevano già fatto tutto questo ma in un momento meno favorevole per il mercato. Non tutta la musica “commerciale” è da buttare, ma di sicuro quella che non propone niente se non riconoscimento generazionale ha poca presa sul quel immaginario che costituisce la base per l’influenza culturale.
@giancarlogionta46863 ай бұрын
io credo che i maneskin stiano alla musica come fabio Volo sta alla letteratura. Chi li ama ha una conoscenza della materia limitatissima e risponde con slogan alle critiche.
@ubudanceparty3 ай бұрын
Come tutti i fenomeni popolari prima e dopo di loro tendenzialmente presentano elementi generici e idiomi rimasticati che un pubblico specializzato trova pedissequi. Però non è mica un delitto essere parte del pubblico generalista, e devo dire che spesso se questo risponde in modo aggressivo è anche perché ci si pone nei suoi confronti in modo pregiudiziale.
@giancarlogionta46863 ай бұрын
@@ubudanceparty si, ma è inutile che cerchino di vederci Neri Parenti come il nuovo Stanley Kubrick. Scusami se faccio sempre esempi, ma altrimenti non saprei spiegarmi.
@GCorvetti4 ай бұрын
Molto interessante come sempre, per me l'autenticità è quando ascolto un brano o un album (forse meglio più di una canzone della stessa band /artista) e mi colpisce qualcosa, che spesso non è niente di eccezionale ma che ha il suo perché in quel contesto. Poi la prova del 9 è sempre il palco, perché in studio puoi anche aggirare alcune lacune ma sul palco non puoi sgarrare.
@riccardofabio44584 ай бұрын
Per quanto riguarda l'hip hop, da appassionato vorrei fare una precisazione: l'autenticità nella cultura hip hop non sta solo nel rap e nell'esprimere con le rime la propria personalità in maniera onesta e reale, ma sta anche nel portare avanti le altre discipline che compongono quella cultura. Banalmente è il rap ad avere avuto più successo e ormai c'è l'abitudine di vederlo come un genere musicale qualsiasi, ma per chi fa parte della cultura hip hop la sua crescita e la sua evoluzione passano anche per il turntablism, il breaking e il writing, e ognuna di queste arti è collegata fra loro e non viene messa da parte da chi è dentro a quella cultura.
@ubudanceparty4 ай бұрын
C'è anche tutto il discorso attorno al "signifying", che in parte integra quello giustamente sottolinei nel commento. Comunque è un modo totalmente diverso dal rock di intendere "autentico".
@bignic004 ай бұрын
trovo interessante che si cerchi l'autenticità nella musica più che in qualsiasi altra arte. La mia teoria è che sia "un concetto popolare che è stato interiorizzato da un approccio elitista intrinsecamente umano". La musica (e danze) popolare è sempre stata regionale, legata al proprio paese o quartiere e quindi ha sempre avuto una componente di appartenenza e in Italia ne abbiamo a migliaia di esempi. Con la possibilità di distribuire la musica su larga scala si è creata una necessità di appartenenza, di fatto sparita con la globalizzazione, e che è sfociata nella nascita di generi non più distinti unicamente da differenze compositive ma anche tematiche. E qui nasce la contraddizione: un bisogno popolare diventa motivo di divisione, non più oggettiva come quella regionale ma soggettiva, basata sull'ethos (in senso Aristotelico) dell'artista. Per un metallaro non è importante che la band sia autentica per averne un apprezzamento maggiore a livello musicale, ma a livello sociale e di appartenenza e quindi, per valutarle, si crea una serie di parametri non scritti e che cambiano in base al genere. Per un critico, a patto che non faccia parte di un movimento specifico, non è rilevante alla qualità della musica. Per l'ascoltatore è lecito che faccia tutta la differenza del mondo, visto che fa parte attivamente alla definizione e valore storico del movimento. (se nessuno avesse ascoltato i Nirvana, la scena di Seattle sarebbe stata meno rilevante). Affronterei lo studio di scene come quella Grunge di Seattle con un approccio critico più simile a quello che si avrebbe con le musiche tradizionali dei paesi medioevali che alla musica mainstream. Ma la domanda che mi pongo è: la vera essenza di un movimento artistico è in divenire (quindi sono gli artisti a mutarlo) o è statico (quindi qualsiasi variazione corrisponde alla creazione di movimenti paralleli)? È più importante la visione dell'artista o il senso di appartenenza dell'ascoltatore? A fine discorso però mi verrebbe da dire che c'è di base anche una fallacia logica visto che per dichiarare la non-autenticità di qualcosa si presuppone che si conosca, e che ci sia, una sua vera essenza.
@ubudanceparty4 ай бұрын
L’autenticità è un concetto che ricorre spesso nella storia dell’arte, fin dai tempi di Platone. Prima era molto legato alla pittura, concetto poi entrato in crisi con l’avvento della fotografia. Nell’antica Grecia il concetto era molto legato dall’identità specifica, alla riconoscibilità, per i romani era legata al realismo, già in Vasari invece si comincia a parlare di stile e di relazione col canone (concetto che si sedimenterà nella critica pittorica del seicento, radicalizzandosi). Nel romanticismo musicale si parlava spesso di autenticità, nel primo rigo nel frontespizio dell’Album für die Jugend Robert Schumann scriveva: «Suonate sempre con anima; suonate non solo con le dita, ma anche con la testa e col cuore». Negli ultimi anni se parla spesso in ambito musicale proprio per il salto storico dai concerti ai sistemi di registrazione e riproduzione di massa, una rivoluzione tecnologica che ha portato a mettere in discussione il valore stesso della performance musicale. Come giustamente fai notare c’è una grande differenza tra la musica regionale, la sua tradizione e quindi anche il riconoscimento di sé nel contesto locale, e la musica globalizzata. “Autentico” oggi ha molte declinazioni, e il senso di appartenenza a un certo genere musicale ha certamente tra i suoi principi anche la percezione di cosa sia autentico e cosa meno. Ovviamente questo genere di riflessioni il critico se le pone in un’ottica di comparazione più ampia possibile, ma l’ascoltatore non ha bisogno di questa consapevolezza. «La vera essenza di un movimento artistico è in divenire (quindi sono gli artisti a mutarlo) o è statico (quindi qualsiasi variazione corrisponde alla creazione di movimenti paralleli)? È più importante la visione dell'artista o il senso di appartenenza dell’ascoltatore?» Le domande sono due in realtà. La prima è semplice, anche se tolgo un attimo il concetto di “essenza” dal discorso. Il fatto è che non esistono i movimenti musicali, è una semplificazione che facciamo a posteriori di processi molto meno definiti di come li raccontiamo per amor di sintesi. Ciò che accade, pragmaticamente, è un flusso di contaminazioni e ibridazioni spesso monadi e non congruenti, che a posteriori chiamiamo “scena” oppure “genere”. Da una parte c’è una forza dinamica avversa al canone, dall’altra c’è il canone con tutta la sua storia e l’importanza della tradizione. Da ogni nuova esperienza dinamica nascono nuove tradizioni statiche, e così via. Non credo ci sia un concetto come “vera essenza” di un movimento o di una scena, semmai esiste uno spettro di contingenze e di pensieri più o meno coerenti a una visione estetica o politica. Raramente nella musica contemporanea emerge una unitarietà di intenti verticale, ma va detto, a onor del vero, che anche quando c’erano i manifesti (come nel ‘900) questi avevano più valore inerziale che vero e proprio dogma da perseguire. In tal senso la visione dell’artista ci aiuta a inquadrare i confini della loro azione dentro questo complesso spettro, mentre il senso di appartenenza dell’ascoltatore è una risposta antropologica a quelle istanze (spesso, ma non sempre, filtrate dal giornalismo, anche se accade sempre più di rado con le nuove generazioni).
@bignic004 ай бұрын
@@ubudanceparty Cavolo, ho fatto il grande errore di scambiare il racconto che si fa delle cose con le cose stesse (in questo momento i movimenti artistici). E ne ho fatto anche un altro di errore: Da grande fan dei primi due album dei Fontaines DC, ne riconosco un'autenticità nel parlare dell'Irlanda e di Dublino che specialmente con il loro ultimo cambio di rotta e look hanno perso, nonostante io non abbia bisogno di un senso di appartenenza a quello che raccontano, li apprezzo di meno. Quindi forse neanche l'appartenenza c'entra. L'idea che mi guida è che Una pizza mangiata a Tokyo è meno autentica di una mangiata a Napoli. (Forse lo dico per ignoranza/bias) p.s. Dove firmo per farti prendere il posto dei miei professori (tutti) al Liceo Artistico?
@ubudanceparty4 ай бұрын
C’è un modo di intendere l’autenticità come un processo culturale in atto, quindi è “autentico” ciò che per uno specifico sguardo culturale rappresenta una cifra autoriale (es. per un ascoltatore di musica vaporwave è più autentico un album uscito su Bandcamp da un artista coperto da un nickname completamente gratis, che un vinile prodotto da una major con l’etichetta “vaporwave” sopra). Altrimenti c’è un modo più tecnico, che poi è quello che uso io, ovvero autenticità come cifra riconoscibile, sia che sia tradizionale (quindi che asseconda i canoni) sia avversativa e dinamica (quindi che prova a instaurare un nuovo idioma in un linguaggio già connotato). Se prendi questa seconda opzione non ha senso chiedersi se la pizza a Tokyo sia più o meno autentica, è ovvio che lo sia nel momento in cui viene fatta secondo ciò che in questo preciso momento storico definiamo “pizza tradizionale” (che non è la stesso concetto che avremmo ritrovato 70 anni fa, per dire). Al tempo stesso è autentica anche quella pizza che pur essendo fatta a Napoli, prova a cambiare le regole del gioco trasmettendo un segno autoriale. So che in occidente ci insegnano, fin dal liceo, a pensare per dualismi opposti, ma non è necessario, bisogna saper accettare che siamo sospesi nel linguaggio, come diceva Niels Bohr. P.S.: Ho frequentato anch’io il Liceo Artistico (a Firenze), tra il 2003 e il 2008 se non ricordo male. Comunque dirigo anche molti laboratori di giornalismo per i licei, sia di giornalismo musicale che teatrale che in modo più generico di giornalismo culturale. Se la tua scuola è interessata basta contattare me o Altre Velocità a Bologna. Poi so’ cazzi vostri però.
@michelericci73384 ай бұрын
Di seguito un commento inutilmente lungo, avverto prima se avete di meglio da fare. Sul discorso dell'autentiticità è interessante pensare anche al discorso dell'outsider art e la sua declinazione musicale. Non è certo un settore con grandissimo seguito, ma esiste uno spazio tra gli appassionati di rock che va a cercare musicisti dalle piccole produzioni o autoprodotti, presentano uno stile personale che viene detto autentico. In alcuni casi vengono definiti "onesti" e "vulnerabili", nel senso che gli stessi limiti tecnici e la semplicità della musica è visto come qualcosa che si adatta al "messaggio" generale della musica. I musicisti che associo a questo discorso sono in particolare Daniel Johnston, e The Shaggs. Non so quanto corrisponda al sentore comune, peró in questi casi, come in molti altri in cui ho sentito parlare di autenticità, ho sempre avuto la sensazione che fosse legato al fatto che: -ci sono situazioni in cui i limiti tecnici, strumentali, musicali, così come sbavature e strumentazione scadenti o improvvisate riescano ad arricchire la musica in maniere inaspettate. -più complicato, questo arricchimento del messaggio dato da limiti tecnici di varia natura, si associa anche una idea che "essendoci meno tecnica" ciò che si senti possa essere interpretato come una testimonianza diretta dei pensieri e le emozioni dell'autore. Questa idea è solo una parte del discorso sul significato di autenticità, ma credo spesso sia stata associata anche all'idea dell'"artista maledetto" (quando i limiti tecnici diventano parte della storia tragica costruita sul personaggio) che non credo aiuti a capire e a godere della musica e soprattutto non riconosce le capacità dei musicisti. Il video è davvero interessante, complimenti per la newsletter, l'intervista a Bebawinigi mi è piaciuta molto!
@ubudanceparty4 ай бұрын
Grazie intanto Michele per la riflessione, sono il tipo di commento che vanno ad arricchire il contenuto e non semplicemente a commentarlo. Sulla questione Johnston/Shaggs cogli un punto del video (argomento comunque che abbiamo spesso toccato in modo indiretto sul gruppo Telegram), quando indico come possibile declinazione di “autenticità” quella tendenza a premiare ciò che non risulta performativo, dove emerge una sostanza al di sopra delle estetiche, stavo parlando proprio di quello. La cosa buffa è che tale concetto di “autenticità” è intrinsecamente contraddittorio, perché puoi intenderlo sia in senso di esaltazione del messaggio (quindi musica poco tecnica, più “diretta” e “spontanea”), oppure come esaltazione del principio tecnico in sé (musica estremamente tecnica, dove la forma è parte integrante del piacere dell’ascolto, e la sua purezza è il certificato della sua “autenticità”). Sulla invece supposta continuità di tale concetto con il mito dell’artista maledetto non vedo francamente punti di contatto. Il così detto “poète maudit” è certamente una figura ricorrente anche nella storia del rock, ma si confà maggiormente a quei personaggi che hanno fato di una certa decadenza una propria cifra, sia poetica che di gossip e aneddotica. Sono d’accordo con la tua conclusione, ovvero che questa idea di “autenticità” non aiuti in alcun modo a riconoscere la qualità di un musicista.
@PachankaDunk4 ай бұрын
👍🙂
@GianPaoloGalasi4 ай бұрын
Video superinteressante! Quando penso al concetto di autenticità penso a due cose. Da un lato alla contraddizione tra chi considera non autentici i RATM perché con quel nome incidevano per una multinazionale ("come fai a essere arrabbiato contro il sistema se guadagni tutti quei soldi e ne fai parte??") e però poi si leva giustamente il cappello di fronte a De André che ha inciso, a parte le prime cose, per Ricordi che non era esattamente l'etichetta di zio Pino. Dall'altro lato, avendo ascoltato molto jazz (soprattutto free) l'altra cosa cui penso è ad esempio la contrapposizione tra un Coltrane e un Marsalis (Wynton soprattutto). Coltrane ha portato il jazz ai confini col noise, oltre la musica quasi, a furia di ricerca, suonando ossessivamente almeno otto ore al giorno, mentre Marsalis ha optato per la rispettabilità e le sale da concerto piene di buoni borghesi. E visto che Coltrane era un tipo spirituale, siamo molto vicini al concetto di Atman che esprimi a un certo punto ... ma il rock è altra cosa, è anche frutto di una cultura industriale occidentale, e giustamente non possiamo perdere di vista le specificità. In fondo ad esempio in poesia Carmelo Bene diceva che Pascoli era autentico quando assomigliava alla sua 'esile vocina', ovvero quando era più fedele a sé stesso. Quindi da un certo punto di vista capire se un musicista è autentico valutando come dici tu di volta in volta è un doppio esercizio. Da un lato dovrebbe essere molto facile, nel senso che dovrebbe trattarsi di una cosa che ti viene spontanea anche se poi devi fare tutti i ragionamenti del caso per capire cosa ti ha colpito in quell'artista e perché 'quel pezzo' ti ha rivelato la sua ' vera personalità', dall'altro però viviamo in un mondo artefatto e quindi per scavare così tanto devi scavare in te stesso, e quindi toglierti sovrastrutture sociali di dosso ... insomma ascoltare musica finisce in questo modo per essere un esercizio di vita ... credo, almeno!
@ubudanceparty4 ай бұрын
L’ascolto come esercizio quotidiano è un concetto che piacerebbe molto a Eugen Herrigel. Negli esempi che porti la contraddizione è legata proprio al fatto che non analizza l’autenticità come un elemento formale (quindi oggettivabile) ma come un elemento politico/sociale, quindi giustamente influenzato da moltissimi fattori, non ultimo il proprio sentore ideologico. Trovo deprecabile che nelle analisi contemporanee sulla musica rock ci si “dimentichi” del ruolo centrale che ha avuto l’industria musicale e in particolare la tecnologia bellica, nello sviluppo di una musica accessibile a tutti e non solo alle élite. Prendere atto di questi fatti non significa appoggiare una visione del mondo, che sia “capitalista” o altro, significa prenderne atto e basta. E invece tendiamo a distorcere la storia e i rapporti causali che hanno portato all’evoluzione di certi linguaggi artistici perché non siamo d’accordo ideologicamente con i prodromi che li hanno generati. Questa, per me, è la contraddizione più problematica. Carmelo Bene parlava di “voce” in quanto per lui questa era effettivamente un modo per superare il predominio del logos, della parola razionale e significante, non solo nel teatro ma in senso lato nella vita, quindi è normale che in un poeta (così come in uno scrittore, in un drammaturgo, in un attore e in un cantante) lui cercasse nella “voce” l’autenticità. Mi piace pensare, come hai scritto, che l’ascolto sia un esercizio quotidiano che ricerchi la Qualità. Certo, anche l’autenticità rientra tra gli elementi da ricercare, ma non è uno strumento necessario al discorso critico, diciamo che se si evince una autenticità bisogna capire quanto questa sia enucleare per comprendere a pieno l’atto dell’artista. È un lavoro di continua ricerca, comparazione, in cui i confini vengono ridisegnati tutti i giorni. Però è un bel lavoro, se ti piace.
@maurizioantoniovetrugno71504 ай бұрын
A me piace molto international heroes, che è tenuto in scarsa considerazione persino dalla stampa specializzata. Invece trovo che abbia affinitá con i Byrds del periodo Untitled ( che non a caso presenta due pezzi firmati Fowley/ Battin )
@ubudanceparty4 ай бұрын
Bel disco, Fowley in grande spolvero anche vocale, I Hate You è una canzone che cantata “dritta” sarebbe tragicamente noiosa, ma lui riesce a tirarne fuori una interpretazione memorabile senza strafare.
@maurizioantoniovetrugno71503 ай бұрын
@@ubudanceparty giusta osservazione
@massimocrosariol96604 ай бұрын
Mah per me la ricerca delle nostre potenzialità è fondamentale, ma la ricerca, le potenzialità per quanto mi riguarda sono genetiche. Pensare che noi plasmiamo il nostro cervello di punto in bianco mi sembra pura fantascienza, o forse è un'altra di quelle pseudoscienze che servono più come speranza che effettiva realtà, la gente ha bisogno di credere...
@ubudanceparty4 ай бұрын
Nessuno, almeno nell’ambito delle neuroscienze, pensa che la mente sia una “tabula rasa” (nel video cito anche un famoso saggio di Steven Pinker che discute della questione), né tanto meno che non ci siano delle predisposizioni biologiche, ma bisogna discernere biologia da intelletto. Puoi essere predisposto geneticamente ad essere più alto della media, più veloce, più forte. Nessuno nega tali evidenze. Ciò che però è altrettanto evidente è che non esiste un gene della pittura o un gene della musica. A livello puramente adattivo un signore di mezza età che ama curarsi i baffi, fumare la pipa e leggere Walter Scott al lume di candela, prima di suonare il clarinetto almeno tre ore al giorno, non ha alcun senso, compie una serie di azioni biologiche inutili alla sopravvivenza. Non puoi essere predisposto dalla natura a fare il regista cinematografico o lo scenografo, perché tali predisposizioni non hanno alcuna funziona adattiva. Fra l’altro nel video e nella descrizione trovi diversi nomi autorevoli della ricerca neuroscientifica, alcuni dei quali hanno prodotto testi divulgativi (David Eagleman) altri invece sono molto più tecnici e complessi (quello di Alice Mado Proverbio sulla musica e il cervello è un testo pensato per la didattica). Ma già ai tempi di “Istinto musicale” (2010) di Philip Ball era noto che chi cominciava presto a suonare il violoncello avesse una immaginazione figurativa molto più precisa della mano sinistra. Questo perché il cervello, tramite la pratica quotidiana, solidifica quel percorso sinaptico, rendendo il musicista più consapevole e preciso della posizione e nella pressione delle dita. Non esiste alcuna predisposizione a tale condizione, solo la pratica costante e quotidiana può creare questi collegamenti. Spero di essere stato chiaro, per quanto ovviamente non esaustivo.
@massimocrosariol96604 ай бұрын
@@ubudanceparty L'intelletto è genetico tale e quale, l'unica differenza è che deve essere stimolato e scoperto con la pratica, basti solo vedere come moltissime volte ci si accorge di avere delle abilità senza manco provare piacere.
@ubudanceparty4 ай бұрын
Ripeto: bisogna discernere biologia da intelletto, ciò che è biologico segue funzioni adattive, ciò che è intellettuale no, ma l’abilità nel dipingere un bel paesaggio dove la categorizzi? Ci sono stati grandi musicisti con problemi perfino di demenza. Il punto, di nuovo, non è che non ci siano predisposizioni genetiche, che sono note a tutti e ampiamente studiate e catalogate nei limiti di ciò che siamo stati capaci di conoscere finora, ma che le abilità artistiche non siano derivati da un processo adattivo. Non hanno alcuno scopo in tal senso, per cui come si fa ad esserne predisposti? Figuriamoci che per certi strumenti è meglio avere mani più piccole della media (quindi meno “funzionali” in qualsiasi altro contesto) oppure sviluppare pose che inficeranno sulla qualità della vita in età avanzata. Dopo di che non è l’intelletto che regola le abilità artistiche, ma non credo ci sia bisogno di argomentare tale ovvietà, dato che si è palesata nella storia dell’arte in modo costante. Fra l’altro tra i libri che consiglio ce ne è uno che in parte contraddice questa mia affermazione. Ed è “Tabula Rasa”, di Pinker. Secondo Pinker abbiamo un senso innato della “bellezza”, tanto che infatti la musica atonale ci sembra rumore. Ma la teoria di Pinker è che tutta l’arte che non segue le regole della natura (armonia, simmetria, melodia, ecc.) sia solo una degenerazione intellettuale, dalla quale sia impossibile provare piacere, se non forzando il processo biologico, proprio perché il cervello “non è fatto per questo”. Ecco, anche qui direi che abbiamo secoli di storia che ci dicono che forse non è così. Puoi avere tutte le combinazioni genetiche fortunate che ti pare, ma se vuoi imparare a suonare Bach o Luigi Nono, se non passi più di metà della tua vita con lo strumento in mano svilupperai solo un generico modo di suonare che infatti è la norma. C’è chi impara prima, chi ha bisogno di meno impegno durante le giornate, e anche questo è dimostrato che è legato alla pratica fatta da bambini, se fatta in un certo modo, con certi accorgimenti, si acquisiscono con maggior precisione quei passaggi sinaptici che conducono informazioni essenziali per essere più consapevoli del proprio operato tecnico. Consiglio nuovamente: - Alice Mado Proverbio, Neuroscienze cognitive della musica - Antonio Damasio, Lo strano ordine delle cose - David Eagleman, Il tuo cervello - La tua storia - Eric C. Kandel, Arte e Neuroscienze - Nick Charter, La mente è piatta - Patricia S. Churchland, L’io come cervello - Semir Zeki, La visione dall’interno - Semir Zeki, Splendore e miserie del cervello - Steven Pinker, Come funziona la mente
@ubudanceparty4 ай бұрын
Aggiungo solo che non è che stia affermando che tu sia in torto nello specifico commento, anzi, ma che ci sia una profonda differenza tra predisposizione e talento, come di dico nel video. Il talento è innato, non ha bisogno di pratica (nell'immaginario collettivo) mentre la predisposizione è sì un vantaggio adattivo, ma se non lo sfrutti non ti tornerà utile nella vita. Ho un ottimo comparto genetico per quanto riguarda la reattività, nella mia famiglia ci sono diversi motociclisti e automobilisti, parenti stretti campioni mondiali di go-kart, io invece non ho neanche la patente. E sono andato in pista e mi sono divertito, ma non ho mai sviluppato alcun interesse in merito nella mia vita quotidiana. E no: se mi metti in auto, dato che non guido da 20 anni, non mostrerei alcun "talento". Il punto del video non è negare l'evidenza scientifica, ma cambiare prospettiva su cosa sia il talento.
@massimocrosariol96604 ай бұрын
@@ubudanceparty Il talento va allenato e "aggiornato", non puoi sperare che da solo risolva tutti i problemi altrimenti Maradona poteva giocare partita dopo partita senza manco allenarsi cosa che nella pratica poteva fare una volta, alla seconda camminava in campo; Federer e' un altro esempio di talento innato che per anni non ha mai aggiornato il suo stile di gioco e per questo prendeva stese continue da Nadal che oltre al talento coniugava attraverso un maggior "lavoro" una strategia di gioco differente a seconda degli avversari. Ci sarebbero esempi su esempi, ma il punto e' come un conto e' quello che ti dona madre natura, un altro come decidi poi di gestirtelo in base a vari parametri e a variegate reazioni biochimiche ormonali che dipendono da differenti parametri come il carattere, le persone di cui ti circondi, la situazione ambientale in cui sei nato o l'educazione ricevuta... ma anche qui rimaniamo sempre nell'ambito di un limite caratteriale che non ti sei "costruito" da solo ma fa parte di un meccanismo biochimico che fa parte della tua persona, e la biochimica non ha una logica, e' semplicemente una reazione differente all'interno del tuo DNA (infinito) che dipende da un'azione medesima. La maggiore o minore capacita' di un sistema di adattarsi a determinate condizioni si misura sia nel fumare la pipa che nel comporre una sinfonia perche' entrambi gli atti stimolano nell'organismo di chi li compie piacere e benessere, anzi per certi versi possono essere anche complementari ossia fumare la pipa puo' pure portarti a scrivere una sinfonia migliore. Poi ovviamente esiste l'adattamento di chi non riesce a sfruttare per niente le sue potenzialita' e pur non provando benessere si adatta per sopravvivere, ma ripeto le sfumature sono tra le piu' variegate possibili, non c'e' una regola definita. Tu non hai la patente ma non ne fai questa grande malattia perche' mancando l'interesse per i motori ti sei formato (sempre biochimicamente) con altre attitudini e competenze. Poi ci sono pure quelli che non si sono formati in nulla, non hanno coltivato i loro interessi per limiti caratteriali genetici amplificati ed emersi maggiormente da una situazione ambientale "x", hanno trovato i propri "talenti" nella criminalita' o in una siringa nel braccio, sempre come adattamento/palliativo ad una condizione. Esiste la pratica e il lavoro, ma devi essere predisposto alla pratica e al lavoro, ancora meglio con un potenziale cospicuo di talento. Il problema e' che sia la predisposizione che il talento non li comperi al mercato, o ce le hai o no. Sebbene poi debbano essere coltivati se manca il seme sei "spacciato", quello rimane un limite congenito.