48) SUMMA THEOLOGIAE, II-II, q.33, a.5/8. "SE TUO FRATELLO COMMETTE UNA COLPA, VA' E AMMONISCILO...

FRA TE E LUI SOLO; SE TI ASCOLTERA', AVRAI GUADAGNATO TUO FRATELLO; SE NON TI ASCOLTERA', PRENDI CON TE UNA O DUE PERSONE PERCHE' OGNI COSA SIA RISOLTA SULLA PAROLA DI DUE O TRE TESTIMONI. SE POI NON ASCOLTERA' NEPPURE COSTORO, DILLO ALL'ASSEMBLEA; E SE NON ASCOLTERA' NEANCHE L'ASSEMBLEA, SIA PER TE COME UN PAGANO O UN PUBBLICANO" (Matteo 18, 15-17)

[@jim8435]

Buongiorno Professore, mi rivolgo nuovamente a Lei su una questione relativa alla didattica della lingua latina, in quanto per me Lei è un importante punto di riferimento. Come mai le grammatiche latine odierne vogliono subito affrontare la diatesi passiva dei verbi? Ho letto programmi scolastici del primo anno in cui viene affrontato l'indicativo presente passivo subito dopo il presente attivo. Non sarebbe meglio consolidare le strutture morfo sintattiche apprese e apprendere la diatesi passiva solo dopo aver studiato tutti i modi e tempi di quella attiva? Mi ricordo che la mia grammatica del ginnasio seguiva questo percorso, oggi invece trovo già la lezione sul passivo tra le prime 30 pagine dei manuali... Credo non faccia altro che confondere le idee agli studenti Cosa ne pensa?

[@vincenzopanzeca8711]

Non solo la grammatica latina ma anche quelle delle altre lingue che alla fine insegnano non a tradurre ma a frasi fatte. Si vedano solo le grammatiche di francese (Ferrante era l'optimum in assoluto), o anche solo quelle italiane. E' il metodo di oggi ispirato al tutto e subito in una confusione di base totale che esclude a priori un metodo operativo serio.