5 Viaggio in Bretagna: Notre Dame de Kerinec Point du Raz Baie de Trepasse Plougastel

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Renato Corpaci

Renato Corpaci

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Da Quimper siamo andati a cercare, in mezzo alla campagna bretone, la cappella di Notre-Dame de Kerinec, nel comune di Poullan-sur-Mer.
Costruita intorno al 1280, con una lunghezza esterna di 28,10 m una larghezza media di 11,60 m, la cappella è a croce latina, orientata liturgicamente da est a ovest. Le quattro estremità della croce sono rinforzate da robusti contrafforti.
All'interno è caratterizzata del cosiddetto stile della Scuola di Pont-Croix, consistente nella ricerca della massima raffinatezza dei pilastri riccamente decorati formati da un fascio di colonnine e dai capitelli ghiandrati che sorreggono le arcate di aspetto falso-romanico, pur presentando una modanatura prettamente gotica.
L'intero involucro esterno, viene ricostruito alla fine del XIV o nel XV secolo, quando l'abside piatta e il transetto vengono forati con grandi finestre. Il campanile risale al XV secolo.
Questo piccolo tempio cristiano è stato costruita su una sorgente (diventata fonte sacra) che in precedenza può essere stata un luogo di culto pagano.
La fonte e il pulpito del Calvario sono del XVI secolo. La fontana fu restaurata nel XVII secolo.
La navata è chiusa ad ovest da un massiccio campanile. Il campanile e la cuspide furono ricostruiti nel XVII secolo, probabilmente a seguito di un crollo causato da un fulmine. La sagrestia è del XIX secolo.
Da Kerinec, proseguendo verso Ovest, le strade portano all'estremità occidentale della Cornovaglia Bretone, al cui vertice estremo sta Pointe du Raz e il temibile, burrascoso passaggio tra il capo e l'isola di Sein. Ci si arriva dopo un breve percorso a piedi.
Al culmine di alte falesie esposte alle onde e ai venti, la Pointe du Raz si protende verso l'Ile de Sein, demarcando il limite settentrionale di questo passaggio di mare noto per le catastrofi occorse a molte navi tra quelle che un tempo ci si avventuravano. Non a caso, dal punto di osservazione all'apice del promontorio, sono svariati i fari e le boe fisse in vista all'orizzonte a scoraggiarne il passaggio.
Seguendo la costa settentrionale che si estende da Pointe du Raz a Pointe du Van e scende, su un profilo frastagliato, attraverso la Riserva di Cap Sizun, a livello delle onde si trova il golfo di Trépassés con la sua spiaggia frequentata da surfisti e, durante la stagione estiva, da più ordinari bagnanti. La spiaggia e caratterizzata dalla presenza di due costruzioni che non stonano nell'ambiente balneare: le Relais de la Point du Van e l'Hôtel-Restaurant de la Baie des Trépassés.
Proseguendo verso Brest, ci siamo fermati a Plougastel-Daoulas, comune meglio conosciuto per la presenza del noto Calvario adiacente alla Chiesa di San Pietro.
Tra il XVI e il XVIII secolo, la Bretagna occupò il primo posto nel mondo tra i produttori di tele di lino e di canapa, materiali fondamentali per a produzione di vele. I profitti derivati da tale attività, furono in parte devoluti alla costruzione dei Calvari Bretoni, oggi un'attrazione per il turismo, realizzati in granito bretone, solitamente attorno ad un cimitero e costituiti, oltre che dal recinto e dallo stesso cimitero da un arco trionfale, da una chiesa, da una cappella funeraria, da un ossario e da un calvario (Plougastel-Daoulas).
Composto da 171 statuette, il Calvario è oggi l'ultima traccia di un complesso parrocchiale distrutto dai bombardamenti alleati del 23 e 24 agosto 1944. Anche la chiesa, costruita nel 1870 in sostituzione della chiesa seicentesca, aveva subito ingenti danni e ha dovuto essere restaurata.
La costruzione del Calvario - in pietre di Logonna e Kersanton - all'inizio del XVII secolo, è legata all'epidemia di peste del 1598. La leggenda racconta del desiderio espresso dal Signore di Kereraod che promise di edificare un Calvario nel caso in cui fosse stato l'ultimo a cadere vittima della pestilenza.
Completato tra il 1602 e il 1604, il monumento subì ingenti danni. Il suo recupero si deve a un reduce americano, curatore del Washington Museum, che si impegnò a recuperarlo, ricevendo, in segno di gratitudine, la cittadinanza onoraria di Pougastel.

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