La Metafisica di Aritotele, Libro XII www.lafeltrine...
Пікірлер: 8
@lucasfusco2819 Жыл бұрын
Potrebbe trattarsi del pensare lo pensato, potenza e atto unificato. Ciclo eterno.
@alexss1ss1gaming293 жыл бұрын
Non pensare.. pensare qualcosa.. oppure pensare se stesso... pensiero che pensa se stesso... pensiero di pensiero.... puro, immateriale e immobile (non soggetto a potenza...)....
@carnelobrunochiofalo6 жыл бұрын
Bravissimo ; siamo alla scolastica ; preferibile il credo quia absurdum ; hume deride queste sofisticherie che condanna in blocco senza appello (libri che vanno bruciati) ciao non sei un fannullone allora direbbe hume sei anche un divulgatore di sciocchezze ahah ciao sempre con simpatia e stima;spinoza per guadagnare fece l ottico ; hume il segretario; tu il professore in un liceo; hegel il cattedratico ••
@ettorelamprati93685 жыл бұрын
Matteo ma perché mettere al centro dell'universo un dio perfetto e assoluto, pensiero pensante che pensa a sé stesso? Cosa implica ciò? Potrei dire allora "ciò che succede nel mondo è colpa degli uomini e non del dio dato che è perfetto?" grazie. Ciao.
@albertobassoli6 жыл бұрын
Aristotele,fortunatamente,aveva "tempo da perdere",non è una battuta,secondo me raggiunge una profondità metafisica difficilmente eguagliabile
@MatteoSaudino6 жыл бұрын
Alberto Bassoli concordo
@giannisinigaglia90455 жыл бұрын
Aristotele fornisce l'unica risposta razionale e quindi filosofica sugli attributi che deve possedere il dio. Deve essere uno, atto puro, immobile, eterno ,incausato, immateriale, pensiero noetico e soprattutto non avere relazione con alcunché se non con sé stesso. Quindi un dio che essendo perfetto non è un dio che crea, che entra nello spazio e nel tempo, che ha relazione con l'imperfetto, col mondo con gli uomini o la natura, che non ha sentimenti, amore, che non è partecipe di alcunché. E' una monade perfetta, senza relazioni, è Verità, Essere,Logos. Solo così è perfetto, altrimenti sarebbe un super-essere ma non sarebbe dio.
@giuliodematteis7174 жыл бұрын
Ottimamente spiegata la visione aristotelica impregnata di coerente teleologia. Ma mi chiedo, qual era la visione cosmogonica di Aristotele? Da dove viene tutto ciò che è? Se da Dio, allora questo non è solo calamita, ma anche demiurgo, se invece la natura è increata, allora essa è un principio contrapposto al Logos, qualcosa che dimezza il tutto, potendo anche prevalere, e allora saremmo arrivati ad una sorta di manicheismo più o meno dialettico.