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Focus. International Day Without Plastic Bags
Quotidiano Medicina 160924
Oggi per gli Speciali di QM la plastica che minaccia l’ecosistema, sulla quale torniamo richiamati dalla Giornata Internazionale senza Sacchetti di Plastica celebrata il 12 scorso. C’era una volta un ingegnere svedese molto turbato dall’uso dei sacchetti di carta, fragili e destinati alla pattumiera dopo qualche ora di utilizzo. Per produrli occorrevano molti alberi, e quell’ingegnere voleva aiutare l’ambiente. Così, nel 1965 si inventò il sacchetto di plastica. Pratico, leggero, resistente, impermeabile: in una parola, indistruttibile. E lo è davvero, considerato che impiega mille anni a decomporsi in natura. Non solo, i costi di produzione erano talmente bassi che i sacchetti potevano essere ceduti gratuitamente insieme alla merce acquistata. Una storia a lieto fine? Per qualche decennio sicuramente sì. Poi abbiamo iniziato ad esagerare. L’ingegner Thulin, questo il suo nome, non poteva prevedere quello che sarebbe successo: una produzione incontrollata (un trilione di buste all’anno, secondo l’Onu) e un uso poco lungimirante della sua invenzione. Invece di aiutare l’ambiente il sacchetto di plastica, resistente e riutilizzabile, è diventato l’emblema dell’usa e getta. E ora siamo nei guai, perché il pianeta è invaso dalla plastica e non riusciamo a smaltirla. In Italia, dal 2011 i supermercati forniscono solo sacchetti biodegradabili e compostabili; eppure la situazione non è rosea. I sacchetti non a norma continuano a circolare. Si stima che ognuno di noi utilizzi circa 700 buste di plastica all’anno. Un totale di 5 trilioni su scala globale che poi finiscono, inevitabilmente, nell’ambiente provocando danni incalcolabili. Le tasse sulla plastica servono (anche) a scoraggiarne l’utilizzo, ma non risolvono il problema a monte: non riusciamo a riciclare tutta la plastica che produciamo. Basti pensare che solo il 6% della domanda di plastica europea è soddisfatta da plastica riciclata. Per questo abusare della plastica e poi obiettare “ma io riciclo!” non è ammesso. E poi ci sono gli errori, anche di chi è più attento e in buona fede. Confondere un sacchetto di plastica biodegradabile con uno compostabile e gettarli nel raccoglitore sbagliato può rallentare o contaminare il lavoro degli impianti di riciclaggio. Secondo il Consorzio Italiano Compostatori ed il Corepla, nel biennio 2019-2020 c’erano 90 mila tonnellate di plastica non compostabile nella raccolta dell’organico. Un errore che costa dai 90 ai 120 milioni di euro. Quale è la soluzione per ridurre davvero il consumo di plastica quando andiamo a fare la spesa? Una borsa di tela o in plastica dura, qualcosa insomma che non finisca in pattumiera dopo l’uso.
. Ma quanta plastica produce l’umanità, dove di più, e dove viene riciclato il più grande inquinante marino,come pesci e volatili s’impigliano nella plastica e quanto tempo impiega la plastica per biodegradarsi, e poi le micro e nanoplastiche e quali effetti su di noi umani. Rivediamo insieme una intervista con Giorgio Smaldone medico veterinario e specialista del Crissap.