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NELL'IMMAGINE: "La conquista di Gerusalemme di Godfrey di Bouillon del 15 luglio 1099" (13° secolo)
🔆TUTTO BARBERO🔆➤ • 🔆ALESSANDRO BARBERO
Associazione "Cultura Popolare" - 2017
Teatro civico di Trino - Trino Vercellese
Incontro organizzato dal Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato”
Il professor Barbero racconta le crociate e il ruolo in esse dei signori del Monferrato.
«Il territorio delle Grange - sottolinea Roberto Maestri - di cui Trino rappresenta l’indiscusso centro di riferimento, costituisce l’ambito in cui, nel 933, ebbe origine il potere di Aleramo, fondatore dell’omonima dinastia che per secoli governò il Monferrato; mentre l’abbazia di Lucedio rappresentò il punto di riferimento religioso, ed il sepolcreto, dei Marchesi
monferrini.
Gli abitanti delle Grange furono protagonisti delle gloriose vicende nel Mediterraneo Orientale (Terrasanta e Impero Bizantino) al fianco dei Marchesi di Monferrato; nel 1305 il parlamento di Monferrato, riunito in Trino, stabilì l’arrivo della nuova dinastia marchionale, quella imperiale
dei Paleologi che, da Costantinopoli, giunse a governare il Monferrato per 230 anni».
Le Grange grazie alla coltivazione del riso rappresentarono, fin dal Rinascimento, una preziosa risorsa anche per l’ultima dinastia che governò il Monferrato: i Gonzaga.
Tenendo conto delle considerazioni espresse, appare evidente il ruolo cruciale di Trino e dei Comuni del territorio delle Grange nella storia - durata oltre sette secoli - del Marchesato di Monferrato; un
“Monferrato di pianura” quello della parte meridionale del Vercellese, un territorio che
oggi, più che mai, deve guardare con rinnovato interesse alla sua Storia, fatta di grandi
personaggi, di edifici di straordinaria valenza architettonica: l’Abbazia di Lucedio, il Palazzo
Paleologo di Trino…
Una rivisitazione della storia che deve partire dalla ricostruzione della biografia di Aleramo, giunto dalla Borgogna quale rappresentante di una famiglia già protagonista all’epoca dei Carolingi e che,
partendo dalla “Corte Auriola”, costruì un potere secolare ricordato anche dal primo premio Nobel italiano: Giosuè Carducci.