Buongiorno. Mi sono imbattuto in questo video mentre stavo cercando artcoli o podcast sulla struttura della società neolitica. Mi è parso interessante ascoltare fino alla convlusione la brillante e coinvolgente digressione della professoressa Cois. Purtroppo io non conosco la storia della Sardegna, e il discorso, non era quindi, per me storicamente inquadrato. Ma non importa, perché se c'è un posto dove mi aspetto che esistano tracce di culture e strutture sociali "matricentriche" è proprio la sardegna, dove, almeno fino al primo millennio a. C. non c'è traccia di indoeuropei, né in base alle prove genetiche nè in base ai reperti archeologici. Questo implica, secondo me, un perdurare minore della attuale forma sociale patriatcale ed una sostanziale sopravvivenza della struttura sociale dell' alto neolitico, quando le evidenze archeologiche riportano ad una civiltà più egualitaria, con una decisa componente di centralità delle figure femminili come elemento costitutivo della società di agricoltori e pastori, prima dell' imporsi dell' olimpo celeste e maschilista, quando l' unica divinità era la madre terra nelle sue diverse manifestazioni. Vorrei sapere se la professoressa ha considerato questo aspetto nel valutare la cultura matrifocale ancora presente nella sua isola. Grazie