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San Galgano sta lì, quasi un prototipo dei un’abbazia Cistercense, un segno magnetico nel paesaggio della Toscana più profonda, comune di Chiusdino, provincia di Siena
C’è l’alfa e l’omega. La nascita di un grande progetto di controllo del territorio da parte dei monaci e sì, certo, non dobbiamo dimenticarci la questione della fede, che spesso nel Medioevo va di pari passo ai beni terreni.
C’’è questo monumento, che fa impazzire il turismo inglese per la sua idea di rovina romantica, e quello di tutto il mondo, per la sua indubbia bellezza sposata al paesaggio
Poi c’è il progetto di ricerca e valorizzazione archeologica, fortemente voluto - e finanziato dal comune di Chiusdino stesso e realizzato dal Dipartimento di Scienze Storiche e dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Siena.
Un progetto che vuole studiare tutte le fasi di San Galgano, togliere molte nozioni dalle nebbie, il cantiere della struttura e la vita dell’abbazia fino al suo declino, considerando infine anche le fasi di restauro degli ultimi due secoli. La direzione scientifica è affidata al professor Marco Valenti e il coordinamento alla dottoressa Alessandra Nardini, dell’ateneo senese
di Angelo Cimarosti